GRAN PREMIO D’AUSTRALIA F1 2019: BOTTAS A SORPRESA


Il primo gran premio della stagione di F1 2019 in programma a Melbourne, in Australia, è stato sorprendente: a vincere la gara, infatti, è stato l’outsider, il pilota meno quotato tra i big, cioè quel Valtteri Bottas che fino all’anno scorso, ai più, era sembrato essere lo scudiero di Hamilton.

Tuttavia, per citare il Gioco del Trono, l’inverno è arrivato e solo Bottas si è fatto trovare pronto. Il finlandese della Mercedes ha dominato la gara, ha domato il compagno di squadra e ha persino “disobbedito” al capo Toto Wolff pur di prendersi il punto in più per il giro più veloce (la novità di quest’anno, come già accaduto dal 1950 al 1959). Se ne va da Melbourne con l’en plein, con 26 punti, zittendo i malpensanti e chi lo denigrava, alla faccia di quell’Esteban Ocon che convive nel suo box come un “gufo” accanto al suo sedile in attesa di sottrarglielo a fine stagione.

Chiaro, il campionato è lunghissimo, ci sono altre venti gare da disputare, ma il fatto di aver sfoderato una prestazione del genere non può che essere una bella notizia per lo spettacolo. Hamilton è avvisato, Liberty Media spera di poter avere nuovamente uno sfidante “alla Rosberg”.

Già, Hamilton. Il campionissimo inglese strapazza tutti nelle prove libere, domina in qualifica, ma manca in gara, sbagliando la partenza. Probabilmente la vittoria di Bottas, ed il distacco che il finlandese gli ha rifilato al traguardo, è stata anche determinata dal fatto che Hamilton ha “marcato” stretto gli inseguitori, cioè Vettel e Verstappen. In realtà, solo l’olandese della Red Bull avrebbe potuto impensierire Hamilton, mentre il ferrarista era alla prese con un’inaspettata non competitività della propria Ferrari.

Vettel, Leclerc e la Ferrari, al contrario di Bottas, sono i grandi assenti e delusi della gara. Dai test sembrava che l’auto fosse veloce e ben bilanciata, potente e sufficientemente affidabile. Gli stessi piloti, pur senza mettere cartelli, probabilmente ritenevano di essere effettivamente in vantaggio sulle Mercedes. E invece la pista di Melbourne ha decretato una dura sentenza: la Ferrari è lenta, magari anche ben guidabile, ma lenta. Eloquente il team radio di Vettel: “Perché siamo così lenti?”. Non può essere ancora una volta un problema di “pista”, altrimenti si sa già che la Ferrari su tracciati simili a quello di Melbourne (Ungheria e Monte Carlo) può salutare ampiamente la zona podio (peraltro, gli anni scorsi, era riuscita a vincere con uso sapiente della gestione gomme e della strategia). E’ mancato il muretto box? L’auto era sbilanciata? Mancava di grip nelle curve lente? I test sono fatti proprio per valutare questi parametri, curioso che la Ferrari non se ne sia accorta prima di Melbourne. Con tutte le attenuanti del caso, la Ferrari, ha preso però un minuto di distacco su una pista da un 1.20.480 (pole di quest’anno): quarto e quinto posto non sono un risultato positivo.

Certo, è solo la prima gara, il campionato è lungo, “lavorare sodo e testa bassa”, sono tutte considerazioni giuste e bisogna aspettare Abu Dhabi prima di parlare, ma una cosa è innegabile: la Ferrari sta continuando il 2018, dietro a Mercedes e persino Red Bull. A Melbourne, infatti, la Red Bull motorizzata Honda è stata un’altra grande sorpresa: Verstappen ha regalato il primo podio ai giapponesi e l’impressione è che possa dire la sua anche su altre piste.

A proposito di sorprese, negative stavolta, a mio avviso spiccano quelle di Gasly, Renault e Giovinazzi. Gasly è stato letteralmente “suonato” da Verstappen, con una qualifica inguardabile e una rimonta timidissima, arrestatasi dietro quel Kvyat su Toro Rosso che due anni fa era stato “mobbizzato” proprio dalla Red Bull e da Helmut Marko. Per quanto riguarda Renault, invece, l’auto sembra essere lo stesso “trattorino” dell’anno scorso, con il buon Hulkenberg che batte Ricciardo, autore di una partenza da rally (ha perso l’alettone anteriore in partenza). Giovinazzi, invece, ha esordito in maniera “normale”, senza lode e senza infamia, ma il quindicesimo posto è decisamente poco: diciamo che a Melbourne il nostro connazionale ha fatto una figura da “sughero”, resistendo strenuamente agli attacchi degli avversari, ma facendo sostanzialmente la figura del “tappo”. Forza Antonio!

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