Recensione – Captain Marvel


Captain Marvel. Un film co-scritto e diretto da Anna Boden e Ryan Fleck con Brie Larson, Samuel L. Jackson, Ben Mendelsohn, Jude Law, Annette Bening e Clark Gregg.

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Parlare di Captain Marvel senza parlare di Avengers: End Game o da qualunque altro film Marvel è quasi impossibile.

Primo perché manca solo un mese e mezzo all’uscita del film più atteso e sconvolgente del MCU e secondo perché già all’ingresso nel cinema abbiamo la percezione di stare andando a vedere un grandissimo prologo, un consistente flash back che ci spieghi chi è che potrebbe star arrivando sulla Terra, ormai decimata dallo schiocco delle dita di Thanos. Ad aumentare il senso di flash back l’ambientazione negli anni Novanta e la presenza di un giovane Fury e un novellino Coulson, entrambi ringiovaniti da una computer grafica davvero eccellente.

Nick fury giovane in captain marvelUn Fury prima di Fury potremmo dire, più aperto al mondo, più sorridente e persino più affettuoso, che un po’ ci destabilizza e un po’ ci intenerisce; perché da Iron Man 2, quando lo abbiamo conosciuto, ad oggi, un po’ di acqua sotto i ponti ne è passata e ci sembra quasi di vedere un vecchio amico in un fotografia di quando era giovane.

Ma torniamo alla nostra eroina. Captain Marvel non è un film perfetto, lo diciamo subito a scanso di equivoci, ha qualche carenza a livello di coerenza (anche a causa del fatto che è stato scritto da sei sceneggiatori diversi) e qualche gag di troppo (soprattutto nelle scene di Fury e del gatto), ma è un film che ci dà alcuni stimoli interessanti e, già solo per questo, vale il prezzo del biglietto.

La trama di Captain Marvel.

Dimenticatevi le origini della Carol Denvers fumettistica perché il film su Captain Marvel è una cosa un po’ diversa. Poiché non vogliamo farvi alcuno spoiler (per quanto sia una cosa che ci sembra impossibile) vi diremo solo che la nostra eroina, Vers, è una soldatessa appartenente all’élite degli eroi guerrieri della civiltà aliena dei Kree, in lotta da sempre contro i metafora Skull. Vers non ha memoria del suo passato, se non alcuni flash di ricordi che le arrivano nei sogni.

Dopo una missione fallita Vers/Carol Denvers dovrà andare sulla Terra per cercare di fermare il piano degli Skull, ma troverà non solo tante risposte sul suo passato, ma anche tante domande sul suo presente e il suo futuro.

Ad accompagnarla in questo viaggio terrestre, come abbiamo già anticipato, un Fury non ancora davvero Fury, che si è conquistato con questo film un piccolo e divertente spazio sulle proprie origini.

 

Captain Marvel, il primo stand alone femminile.

La Marvel si è sempre distinta per il suo riuscire a rendere i personaggi femminili forti e indipendenti senza snaturarli e, anche con Captain Marvel ha dimostrato che non è assolutamente importante essere uomini o donne per essere supereroi. Non a caso l’originale Captain Marvel è un uomo (e questo ha scatenato non poche polemiche) e prima di vedere una donna ricoprire quel ruolo ci vorranno molti fumetti.

E soprattutto ha dimostrato che se hai un supereroe femminile non devi necessariamente indagare i suoi sentimenti per lo più romantici e nemmeno renderla sensuale o sessualizzata.

A differenza della concorrente DC, che con Wonder Woman aveva provato a dare una voce femminile ma era caduta in mille stereotipi e battute sessiste, Captain Marvel è riuscita a spiegare e criticare delicatamente in poco più di due ore, il ruolo della donna nella società moderna.

Vers, per tutta la sua vita (anche qui cercheremo di non darvi spoiler) ha combattuto con le mani legate ma la sua grande forza, al di là del potere che ha, è quella di essere stata in grado di rialzarsi. Vers era potente già prima che le venisse donato il potere, sia quello fisico sia quello “psicologico” di essere accolta e considerata all’interno dell’élite. Carol Denvers non ha nulla da dimostrare a nessuno e questo è uno dei messaggi più importanti del femminismo. Nel lavoro, nella vita privata, nelle relazioni con gli altri, la donna non deve dimostrare nulla per il suo essere donna, le sue qualità sono sue alle pari di quelle degli uomini. Semmai, al contrario, proprio la sua capacità di rialzarsi e di rimanere fedele a se stessa in un mondo in cui è sempre stata rifiutata, è la sua più grande forza.

Perché la Marvel ha dovuto aspettare Carol Denvers per dare spazio a un personaggio femminile e non ha sfruttato maggiormente Vedova Nera che meriterebbe già da anni un film tutto suo? Questa è una domanda che si sono posti in tanti e la risposta è probabilmente da attribuire a due fattori principali.

Vedova Nera, che anzitutto non è un vero supereroe perché non ha alcun potere o tecnologia super (anche se questo non sembra in alcun modo rendere il personaggio meno potente), è nata come spia doppiogiochista mentre alla Marvel serviva un personaggio senza macchia in modo che non potesse essere sminuito in alcun modo. In che modo? In quel modo squisitamente maschile di “giustificare” un’ascesa femminile con mezzi meno leciti delle sole proprie forze. Sei stata selezionata per un lavoro? Sei sicuramente in gamba, certo, ma sei anche così bella, sicuramente ha un po’ influito. Hai fatto carriera? Che donna in gamba, e che coincidenza il fatto che andavi molto d’accordo con il tuo vecchio capo.

Inoltre, proprio all’interno della continuity nell’MCU, Carol Denvers andrà probabilmente a raccogliere il testimone di Captain America che, come sembra sempre più sicuro, lascerà l’universo Marvel dopo Endgame insieme ad Iron Man. Serviva perciò qualcuno che portasse avanti i suoi stessi principi e che, al tempo stesso, avesse dei poteri incredibili e potesse fare da mentore e guida alla prossima generazione degli Avengers.

Ci sarebbero molti altri spunti ma è davvero troppo difficile senza darvi spoiler quindi concludiamo dicendo che Captain Marvel è dunque un film senza troppe pretese cinematografiche ma che aspettavamo da tempo.

E adesso tutti pronti per End Game!

 

Il trailer di Captain Marvel

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