CLAMOROSO IN FERRARI: VIA ARRIVABENE, IL NUOVO TEAM PRINCIPAL E’ MATTIA BINOTTO


Neanche il tempo di festeggiare l’anno nuovo e in Ferrari avviene la rivoluzione che non ti aspetti. Maurizio Arrivabene, il manager ex Phillip Morris che ha guidato la Scuderia Ferrari nelle ultime quattro stagioni, non ha visto rinnovarsi il proprio contratto da parte della dirigenza. Al suo posto è stato nominato il direttore tecnico Mattia Binotto, l’ingegnere in grado di recuperare il gap tecnico sulla Mercedes.

In realtà, come già evidenziato in precedenti articoli, il clima in Ferrari non era tranquillo: voci dai box evidenziavano numerosi attriti tra Arrivabene e Binotto sulla strada da seguire dopo la scomparsa del presidente Marchionne. Ciò era emerso in maniera clamorosa dopo i gran premi di Germania e Italia in occasione dei quali Arrivabene aveva pubblicamente puntato il dito (a Singapore addirittura esplicitamente) sulla squadra ed, in particolare, sulla gestione e direzione tecnica del pool di ingegneri capitanato da Binotto.

Questo aspetto, unitamente ad un’incomprensibile mancanza di “protezione” del proprio pilota di punta, Vettel, hanno probabilmente influenzato in maniera negativa il giudizio complessivo sull’operato di Arrivabene: la perdita di un mondiale che sembrava alla portata di mano ha suggellato tale epilogo. Il manager bresciano, nonostante la nomina di Louis Camilleri quale neo presidente della Scuderia (anche Camilleri è manager di Phillip Morris), ha man mano perso peso politico non solo in seno alla Scuderia, ma anche nel paddock, spesso rilasciando dichiarazioni contraddittorie e poco incisive, lasciando di fatto la Ferrari “in balia” dei giornalisti.

L’apparente aut-aut, poi, richiesto da Arrivabene (“o me o Binotto”), ha così avuto un epilogo inaspettato: l’ingegnere svizzero, corteggiato da Renault e Mercedes subito dopo la conclusione del campionato, ha vinto il duello su Arrivabene: questo è un segnale forte, finalizzato a dare continuità ad un progetto (almeno quello tecnico) indubbiamente positivo, in grado di colmare (se non addirittura superare) il gap con Mercedes.

Su Binotto ingegnere si possono sollevare pochissime critiche, essendo uomo scelto da Marchionne in persona per risollevare il team, tuttavia potrebbero sorgere alcuni dubbi relativamente alla sua tenuta “mediatica”: alla Ferrari serve qualcuno che possa gestire la pressione, deviandola dalla squadra e dai piloti, potremmo dire, “alla Mourinho”, in grado cioè di aggredire la stampa senza esserne fagocitato.

Arrivabene, almeno all’inizio ci era riuscito, ma l’aver smarrito la bussola negli ultimi due campionati da settembre in poi, unitamente ad una generale mancanza di reazione, hanno determinato il mancato rinnovo del suo contratto, alla luce soprattutto dei suoi “j’accuse” ai propri collaboratori.

Come dichiarato da Montezemolo recentemente, la Ferrari ha veramente bisogno di pace e tranquillità.

Ora attendiamo soltanto l’ufficialità dalla Scuderia Ferrari.

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