Albero di carne di Stephen Graham Jones


Mistero, paranoia e angoscia, tratti riconoscibili del duro volto dell’orrore. Le trame che tesse tuttavia sono sempre diverse ed inaspettate. La sua voce si diffonde, l’urlo del vento che trapassa le rovine di un castello dimenticato nei meandri della mente, istigando il male dormiente ad unirsi a lui forgiando insieme il nuovo volto dell’uomo.

Molteplici sono i modi in cui può manifestarsi, ma uno scrittore d’oltreoceano riesce a catturarli tutti, intrappolandoli nel suo libro. Racconti Edizioni porta in Italia Albero di carne, raccolta horror di  Stephen Graham Jones.

I suoi racconti prendono forma nel Nuovo Mondo, ai margini di piccoli paesi americani, tra boschi inospitali e lande desolate, dove il male è all’esasperata ricerca di nutrirsi delle più intrinseche paure dell’essere umano. Ogni volto del male di Jones attende, pagina dopo pagina, mozzando il fiato in gola, facendo irrompere il cuore sulle costole. Il marchio della realtà descrittiva dell’autore è una dura prova per la sensibilità del lettore, che lo introietta in una snervante suspence, ornata da macabre vicende.

Nei mondi creati dello scrittore, in un crescendo di inquietudine, il terrore sussurra neri presagi, iniettando la paura nelle vene, così da convincerci che il male possa veramente celarsi dentro di noi o nelle persone che amiamo. Non è solo il seme del dubbio a comporre la raccolta: dall’immensa fantasia di Jones effluiscono storie intrecciate e per niente banali, personalità sempre diverse e risvolti inaspettati. Ogni racconto è un ramo che ha vita propria nell’Albero di carne ed il lettore segue ipnotizzato il suo andamento, in balia di emozioni sempre diverse. I finali esplodono tra le mani del lettore, lasciandolo incapace di reagire, impotente, unico spettatore dell’operato del male originario.

Albero di Carne illustrazione di Giulia Repetto

Albero di Carne, illustrazione di Giulia Repetto

Jones ci conduce nel suo Luna Park degli orrori, facendoci attraversare “Wolf Island”, un’isola dove i lupi mannari sono totalmente in balia dei loro animaleschi istinti. Senza darci tregua, ci spinge a seguire la pista di un cane poliziotto che porta nella direzione in cui mai andremmo, ovvero verso i “Mostri”. Si può provare a scappare indietro, ma la strada che imboccheremmo conduce ai traumi e le paure d’infanzia che, come una malattia autoimmune, infestano per sempre le loro vittime: benvenuti a “Raphael” . Il vero giro della morte però lo si incontra all’inizio della raccolta. Il battesimo dell’ Albero di carne risveglia in noi l’instinto di sopravvivenza, attraverso l’amore di un padre che si spinge oltre ogni limite per salvare la vita di suo figlio, inseguendo la speranza, “Nel nome del coniglio”. Un autentico capolavoro.

Tredici fiabe nere che brillano di luce propria, proponendo situazioni e consapevolezze diverse, immergendo il lettore nella psiche dei personaggi e nella trama, spingendolo a mettersi in gioco per poter godere appieno ogni racconto. I finali, d’altra parte, sono scioccanti e allo stesso tempo nascosti che, palesandosi, stordiscono il lettore per la loro potenza, ma celandosi a volte dietro il velo del mistero, lasciando che sia la mente del lettore a trasportarlo fino alla verità. Lo scorrere naturale della mano di Jones rende la lettura carica di emozioni, viva, lascia che l’orrore si insinui sotto la pelle, prendendo la forma di false amicizie o di tranelli tesi da ragazzine apparentemente innocue.

Linfa originale dunque per il panorama horror: la raccolta di Stephen Graham Jones è sviluppata con una prosa essenziale e originalissima, spietata e macabra, che trascina nel suo incubo, proiettando mali mai visti e impossibili da prevedere. Il talento di evocare il terrore più arcano fanno di Jones uno scrittore sensazionale ed il suo libro un vero capolavoro del genere.

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