GRAN PREMIO DI MONACO F1 2018: CASINO E CASINO’


Il Gran Premio di Monaco di F1 2018, ambientato nel quartiere di Monte Carlo, è da sempre gara affascinante ed imprevedibile: ci sono anni in cui è un trenino noiosissimo ed altri in cui la gara è sinonimo di follia. Di certo, c’è il fatto che è l’unica pista dove il pilota può fare ancora la differenza.

Nella 76esima edizione, il vincitore è stato Daniel Ricciardo, dominatore dell’intero week end. Sin dalle prove libere del giovedì ha sempre espresso grande velocità, così come il suo compagno di squadra Verstappen, dimostrando che la Red Bull, nei circuiti a media velocità, è in grado di sprigionare grande carico aerodinamico e trazione. Dietro all’alfiere Red Bull, Vettel ed Hamilton, quasi più preoccupati a non rovinare la gara in ottica mondiale che a puntare alla vittoria del Gran Premio.

Già perché, in poche parole, la gara ha visto arrivare a traguardo quasi l’identico ordine di schieramento; tuttavia, ci sono stati diversi colpi di scena che hanno “movimentato” e reso incerto l’esito della stessa. Su tutti, il guasto che ha colpito la vettura del poleman Ricciardo, costringendolo a gestire per quasi 50 giri una vettura con un deficit di potenza.

Alla partenza, Ricciardo scatta bene, seguito da tutto il resto del gruppo: Vettel parte bene, ma la prima curva (Sainte Devote) arriva troppo presto per provare un sorpasso sull’australiano della Red Bull. Hamilton si difende bene su Raikkonen, ma il circuito rende quasi impossibili i sorpassi con queste auto così larghe.

Al 12esimo giro, entra Hamilton ai box per cambiare le gomme a causa di problemi di graining, rientrando in pista con gomme Ultrasoft: con il pit stop anticipato dell’inglese della Mercedes, le due Ferrari cominciano a spingere per uscirgli davanti. Se, da un lato, la cosa funziona perfettamente con Vettel, che rientra dopo la sosta sempre al secondo posto, dall’altro, non riesce a Raikkonen con Hamilton che riesce a mantenere la terza posizione.

Bottas diversifica la strategia e monta gomme rosse Supersoft, ma l’azzardo non paga perché i quattro che lo precedono gestiscono le gomme e arrivano fino al traguardo. La cosa è abbastanza singolare perché, di fatto, si è assistito ad un Gran Premio nel quale i primi cinque giravano con un ritmo più lento di quelli che erano a centro gruppo, proprio nell’ottica di gestire le gomme.

Nel finale, Vettel prova ad avvicinarsi a Ricciardo, ma l’ingresso della Virtual Safety Car ad una manciata di giri dal termine per via dell’incidente tra Leclerc e Hartley, “congela” le posizioni fino al traguardo.

PAGELLE GRAN PREMIO DI MONACO F1 2018

RICCIARDO: il sorriso dell’australiano può finalmente brillare. Si è consacrato sulla pista più prestigiosa del mondiale: come diceva Alain Prost, la gara di Monte Carlo è “un mondiale nel mondiale” e Ricciardo l’ha vinta con merito. Tutto il suo fine settimana è stato da incorniciare: si è presentato come l’uomo più veloce del principato, siglando perfino il record del circuito. Con questo risultato, può finalmente sedersi al tavolo delle trattative del rinnovo del contratto: Red Bull farebbe bene a non farselo scappare, soprattutto vista la figura “barbina” che ha fatto il compagno di squadra Verstappen durante le prove libere. VOTO 10: PRINCIPE DEL PRINCIPATO

VETTEL: il tedesco ha fatto il compitino. Secondo in qualifica, secondo al traguardo, senza mai accennare un sorpasso. Probabilmente anche lui aveva problemi con la gestione delle gomme, ma se intende vincere il mondiale, bisogna anche vincere le gare. E’ anche vero che compiere azzardi su una pista come quella di Monaco significa affidarsi ai santi (alla Santa Devota, magari) e sperare di non spalmarsi su un muretto. Speriamo che almeno non rimanga il rimpianto di non aver attaccato Ricciardo quando aveva il deficit di potenza. VOTO 8: GREGARIO DI LUNGO CORSO

HAMILTON: l’inglese si difende benissimo nel principato e disputa una gara intelligente. Non rischia nulla e porta a casa punti importanti. Le gomme (quelle “normali”, guarda caso non quelle con il battistrada più sottile come in Spagna) sulla Mercedes davano grossi problemi di graining, rallentando notevolmente le prestazioni dell’auto. Lewis si dimostra paziente e perde soltanto tre punti da Vettel nel mondiale. VOTO 7: QUANDO LE GOMME MAGICHE NON CI SONO, LA MERCEDES NON E’ PIU’ “ASTRONAVE”

RAIKKONEN – BOTTAS: i due finlandesi guidano come due taxisti, obbedendo pedissequamente agli ordini dei rispettivi team. Inseguono i rispettivi capitani, ma senza colpo ferire. Raikkonen a fine gara dichiara “non c’era modo di superare”: forse azzardare un pit stop e montare gomme morbide poteva pagare moltissimo… VOTO 6: NON SAPEVO CHE A MONACO CI FOSSE UBER

OCON: il pilota francese disputa un’ottima gara, determinata grandemente dalla buonissima qualifica di sabato. Peccato per l’aiuto sfacciato alle due Mercedes: a momenti si buttava in mare per lasciar passare Hamilton e Bottas. Gesto poco sportivo, ma comprensibile soltanto se vuoi puntare al sedile di Bottas per l’anno prossimo. Imbarazzante il suo commento a fine gara: “sono un pilota Mercedes…”. VOTO 5: AGGIUNGI UN SEDILE ALLA TAVOLA MERCEDES

GASLY: il francese della Toro Rosso fa un garone e si toglie perfino la soddisfazione di sverniciare il povero Alonso sul rettilineo. VOTO 7: KARMA HONDA

HULKENBERG: il tedescone non è a suo agio nei circuiti cittadini, ma ci mette del suo e riesce a far fruttare la strategia di una sosta. A Monaco, porta a casa buoni punti, anche se Sainz si è dimostrato più veloce. VOTO 7: MASSIMIZZA IL RISULTATO

VERSTAPPEN: durante le prove libere decide di fare lo spaccone e pur di arrivare davanti a Ricciardo, spalma letteralmente la sua Red Bull contro il guard rail della chicane delle Piscine. Non ci sono più scuse: tanti altri piloti (Vergne, Alguersuari, Buemi, Kvyat) hanno combinato meno errori e sono stati silurati dal buon Marko senza tanti complimenti. Ha la nomea del raccomandato, ormai non riesce nemmeno a far un week end di gara “normale” senza contatti contro avversari o barriere. L’errore, peraltro, è una fotocopia di quello commesso nel 2016. A Monaco, partendo ultimo, la tua gara, per quanto buona, non potrà mai “correggere” l’erroraccio commesso. VOTO 3: ERRARE E’ UMANO, PERSEVERARE E’ DIABOLICO

SAINZ: lo spagnolo disputa una buona gara, penalizzata dalla strategia che lo costringe a perdere posizioni nel finale. E dire che il suo week end è stato buonissimo sotto il profilo velocistico, restando sempre davanti al suo compagno di squadra. VOTO 7: PROVACI ANCORA CARLOS

ERICSSON – PEREZ: penalizzati da forature o problemi al serraggio delle gomme, la loro gara è anonima. S.V.

MAGNUSSEN – VANDOORNE – GROSJEAN: quasi mai inquadrati, la loro gara è stata condizionata dalle rispettive auto; mai a loro agio per tutto il week end. S.V.

SIROTKIN – STROLL: l’involuzione tecnica della squadra si riverbera anche nel resto del team, con errori d’interpretazione del regolamento a ripetizione. Sul russo, non montano le gomme entro il tempo regolamentare e non rispettano i dieci secondi di penalità ai box, modificando l’auto durante la stessa. VOTO 4: ALLO SBANDO

ALONSO: si ritira per guasto al cambio. La sfortuna con lui ci vede benissimo. Fino a quel momento era stato estremamente competitivo nonostante il mezzo. S.V.

HARTLEY – LECLERC: il monegasco incappa in un errore di valutazione, forse a causa anche di un guasto ai freni. Comunque il risultato non cambia: tampona Hartley a pochi giri dalla fine. Errore che non cambia il risultato, ma ridimensiona il talento del giovane pilota della Ferrari Driver Academy. S.V.

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