Quasi arzilli – Paesi fuori dal tempo nel libro di Simona Morani


Chi di voi ha visitato un paesino dell’Appennino? Uno di quei luoghi senza tempo, perso tra monti non troppo elevati ma che sembra separato dal mondo reale come da una barriera incantata?

La peculiarità di questi luoghi è che tutto sembra sempre immutato. Sempre le stesse case, strade, boschi. Le stesse feste. Le stesse persone. Per chi non vi abita, tra i monti il tempo sembra immobile e il paese un idillio. Bello da vedere, come una cartolina. Inconcepibile da vivere.

Ma è realmente così?

In città eri abituato alla rapidità e allo stress, ma qui è il contrario. Qui vince la calma […]. Le cose qui accadono con lentezza, ti sembra che non succeda nulla per anni, che tutto vada al rallentatore, ma è solo apparenza. L’occasione giusta per i cambiamenti prima o poi arriva, e ti passerà talmente lenta davanti al naso che ti scorderai di esserti torturato a lungo per niente.

GLI AMICI DEL BAR LA RAMBLA

Nel cuore dell’Appennino Reggiano c’è un piccolo paesino: poche case, una chiesa, una piazza, il bosco.

Il bar La Rambla è il punto di ritrovo di un gruppo di amici ultraottantenni che vivono un tempo che si ripete immutato giorno dopo giorno. Chi sono?

Cesare, il Sordo, che quando non ha voglia di ascoltare le lamentele della moglie spegne l’auricolare. Basilio, il Partigiano, l’ultimo partigiano dell’Appennino Reggiano, che crede fermamente che la guerra non sia finita. Elvis, il barista, che negli anni Sessanta è andato in America ma poi è tornato e ha riaperto il bar del padre. Riccardo, Sacchetta, che ha subito un’operazione ed è costretto a girare con ‘La sacchetta’, con olezzi insopportabili per chiunque gli stia vicino. Gino, Apecar, novantenne mezzo cieco a cui è stato negato il rinnovo della patente ma che ha contrabbandato un’Ape e con quella gira per tutto il paese, rischiando ogni volta di investire qualcuno. Ed Ettore, il Putto, che non si è mai sposato e non ha mai toccato una donna.

 

ROTTURA DELL’EQUILIBRIO

Ermenegildo, uno degli amici del bar, è morto.

Ettore, di notte, sogna l’amico che gli intima di svegliarsi: convinto che sia giunto il suo momento, va dal dottore del paese. La sua visita occasionale diventa una vera e propria abitudine quotidiana, non tanto per chiedere consigli medici quanto per affidarsi a qualcuno. Arriverà addirittura a chiedergli il consenso per fare l’amore  per la prima volta nella sua vita con un’altra ottantenne.

Gino è riuscito a convincere il carrozziere a cedergli un’Ape e gira di nascosto per non essere colto sul fatto dal vigile urbano. Ha due garage in cui nasconde l’Ape e, grazie alla complicità dell’intero paese, non è ancora stato scoperto. Vive con tre galline, che cura come se fossero figlie sue.

Inoltre, il sindaco ha deciso di aprire una casa di riposo chiamata Villa Cipressi e, con l’aiuto di Corrado, il nuovo vigile urbano, sta cercando in tutti i modi possibili di rinchiudervi tutti gli anziani soli del paese. Con qualunque mezzo possibile.

 

VITE IMMOBILI?

Questi avvenimenti sono solo episodi che nascondono altri cambiamenti, già avvenuti o in atto. Da anni, Riccardo sta lottando contro la malattia. Basilio ha i sensi di colpa per non aver fornito alla sua bellissima nipote un’istruzione adeguata. Gino è stato lasciato dalla moglie e il figlio, che non ha praticamente mai vissuto col padre, non riesce a comprenderlo. Cesare è in crisi per il suo matrimonio ma inizia lentamente a comprendere che la moglie, per quanto possa essere una ‘rompiballe’, è l’unica che gli sia rimasta accanto per tutta la vita. Ed Ettore si interroga sul senso della vita e si rammarica di non aver mai messo su famiglia: verrà ‘adottato’ dal medico del paese, che lo accoglierà come un nonno.

L’apertura di Villa Cipressi è l’occasione per i protagonisti di interrogarsi sulla propria vita e di comprendere cosa veramente abbia valore.

 

QUESTIONE DI TEMPO 

Il racconto, esilarante quanto verosimile, fa riflettere su un tema oggi trascurato: la vecchiaia. Gli anziani non sono compresi dai più giovani. I figli vedono i genitori anziani come un peso perché non riescono più ad inserirli nei loro ritmi di vita: non sono più in grado di dedicare loro del tempo. La soluzione migliore è Villa Cipressi: la casa di riposo fornirebbe ai genitori quel tempo e quelle attenzioni che i figli non riescono loro a dare.

Ma gli anziani non hanno bisogno di tempo: ne hanno così poco davanti a loro. Hanno bisogno di valorizzare anche quel poco tempo che rimane loro, proprio come hanno fatto per tutta la loro vita. Nessun anziano vuole stare in una casa di riposo perché è proprio la quotidianità di quei gesti come pelare le patate o lavare i piatti che rende significative le loro giornate.

Gli anziani hanno vissuto una vita piena di significato: ciò che desiderano è che anche la loro morte non ne sia priva.

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