Orlando: la più grande lettera d’amore è di Virginia Woolf


Orlando è il primo libro che abbia mai letto di Virginia Woolf; e ad anni di distanza continuo a pensare sia un capolavoro della letteratura.

A cavallo fra genio e follia si trova una penna unica, con uno stile che non sta nei limiti di Letteratura e Poesia, ma trabocca da entrambe le coppe, diventando una esplosione di visioni trasognate e potenti al tempo stesso.

Orlando è il preferito della Regina Elisabetta I. Un giovane uomo con la Poesia nel cuore e le mani macchiate di inchiostro che si strugge e si tortura nella composizione del suo poema “La Quercia”.
Ma è anche il ragazzo che alla corte londinese della Regina Vergine, durante la grande glaciazione del Tamigi, pattina e si lascia trascinare dalla passione per la bellissima “volpe” Sasha, principessa russa dal fascino conturbante. Oppure l’ambasciatore a Costantinopoli, nella terra dove i nomadi nulla possiedono ma dispongono del mondo.

Poi ci sono le onde tempestose di Capo Horn che vedono Orlando su una nave e poi l’Inghilterra, i levrieri e lo spirito indomito che mai cede e sempre guarda di fronte a se, con la sicurezza che le Muse siano sempre al suo fianco.

In mezzo a tutto questo Orlando si addormenta, sogna, e le Muse lo trasformano. Dopo giorni, quando torna alla realtà, tutto è cambiato eppure tutto è uguale a prima.

Di secolo in secolo, da uomo a donna, Orlando ci accompagna magistralmente nella sua vita, sbirciando di sottecchi per vedere se lo stiamo seguendo. Ci racconta del rapporto fra i sessi , della condizione della donna nell’evoluzione della società e sottovoce sembra suggerire che non c’è proprio nulla di strano nell’amare qualcuno quando questo è del tuo stesso genere. Ma soprattutto indaga un aspetto sul quale non in molti hanno scritto: la convivenza tra il maschile e e il femminile che c’è in ognuno di noi, dell’androginia della nostra anima.

La parte più straordinaria di questo libro è la trama: non si tratta certo di una lettura semplice ma l’originalità e l’innovazione stilistica della scrittrice le permettono di variare lo stile al passaggio delle epoche che Orlando attraversa creando un romanzo dove leggerezza e toni cupi si combinano in una tavolozza di emozioni umane vissute sempre nella sua doppia identità.

È un inno alla libertà dei sentimenti, all’Amore e alla Passione senza preconcetti, alla capacità di lasciarsi guidare da ciò che si sente, senza cadere nelle trappole della società. Dopotutto questo romanzo è stato definito “la più grande lettera d’amore che sia mai stata scritta”: quella di Virginia a Vita Sackville-West.

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