La Formula 1 che verrà: Kubica, Alfa Romeo e Halo


LA FORMULA 1 CHE VERRA’

 

Il campionato del mondo di F1 2017 è già finito da quasi un mese, ma il Circus non si ferma mai. Anzi, a dire il vero, sono in atto diverse prove di forza tra team e piloti in vista del 25 marzo 2018, giorno del Gran Premio d’apertura in Australia. Vediamo le più interessanti: Kubica  e Williams, Alfa Romeo, Halo e tanto altro…

CAPITOLO WILLIAMS

Il team di Grove sta cercando da mesi un sostituto di Felipe Massa, neo “pensionato”, che quest’anno ha surclassato in termini velocistici il suo compagno di squadra, il rookie canadese Lance Stroll. La squadra di Claire Williams, infatti, deve decidere tra un pilota talentuoso, ma dalle dubbie garanzie fisiche, Robert Kubica, e un pilota di media classifica, ma dalla valigia pesante come Sergey Sirotkin.

Il primo è noto agli appassionati di Formula 1 per il suo passato in Bmw Sauber e Renault tra il 2006 e il 2010, oltre che per il suo spaventoso incidente al Rally di Andora nel 2011 (incidente per il quale ha rischiato di perdere la mano destra, rimanendo tuttavia gravemente infortunato). Proprio i dubbi legati all’uso dell’arto hanno rallentato, per non dire ostacolato, il ritorno in F1 di Kubica: stando a quanto si è potuto osservare nei numerosi test che ha potuto compiere a bordo di Renault e Williams nell’ultimo anno, il pilota era ed è tuttora veloce. La sua guida certamente risente dell’infortunio, ma apparentemente il pilota polacco non ha perso lo smalto di un tempo. Il suo approdo sul sedile Williams accontenterebbe il main sponsor della squadra, Martini, dato che ha bisogno di un testimonial over 25 anni per poter usare il proprio marchio nei pannelli pubblicitari di alcuni paesi (Stroll ha solo 19 anni). Le chances sembrano tutte ad appannaggio di Kubica, ma la soluzione è tutt’altro che dietro l’angolo.

Il suo rivale principale, infatti, è il russo Sirotkin, ex pilota collaudatore per Renault e Williams, munito di una dote munifica: 22 milioni di euro. La sua carriera, nelle categorie precedenti, non è stata certamente all’altezza delle aspettative, ma i suoi sponsor (voci dai box dicono che sia la banca SMP Bank, degli oligarchi Boris e Arkady Rotenberg, accreditati di buoni rapporti persino con il Cremlino) spingono per avere un russo in F1 dopo l’addio/arrivederci a Kvyat. Indubbiamente, il russo darebbe quella sicurezza finanziaria in più, ma la squadra mancherebbe di risultati e “velocità”: avere due piloti come Sirotkin e Stroll vorrebbe dire avere una coppia ricchissima di denaro, ma assolutamente priva di esperienza e velocità in termini assoluti. E’ inutile avere una buona macchina, ben progettata, se non c’è uno sviluppo costante durante la stagione o, peggio, senza avere almeno un pilota in grado di arrivare a traguardo (soprattutto alla luce della collaborazione di Sauber con Alfa Romeo/Ferrari).

A gennaio la Williams scioglierà la riserva e finalmente si scoprirà il vincitore.

CAPITOLO FERRARI E IL PATTO DELLA CONCORDIA

Il presidente Ferrari ha ribadito in occasione della cena aziendale pre – natalizia che la scuderia di Maranello è sempre pronta ad abbandonare la Formula 1 qualora le condizioni economiche non fossero più convenienti. Ciò a cui Marchionne fa riferimento è lo status di “team storico” di cui la Ferrari (di diritto, aggiungo) può fregiarsi, avendo partecipato a tutte le edizioni del campionato del mondo di Formula 1. Questa “attenzione” le ha sempre consentito e le consentirà, perlomeno fino al 2021, di godere di maggiori quote al momento della divisione degli utili di fine anno, garantendosi un potere di “veto” sulle questioni più delicate (motori, regole…); dal 2022, tuttavia, entrerà in vigore un nuovo Patto della Concordia, il primo stipulato con la nuova proprietà americana, Liberty Media (il vecchio Ecclestone, nei suoi difetti, aveva sempre assicurato e riconosciuto il valore di Ferrari all’interno della Formula 1). La nuova proprietà, infatti, ha già chiaramente espresso la volontà di voler livellare la divisione degli utili tra tutte le squadre così da consentire una maggiore competizione: se, per certi versi, astrattamente, questo può avere una sua importanza e una sua ragion d’essere, certamente, non si può immaginare un campionato stile Nascar o Indy dove le auto sono sostanzialmente “standardizzate” e congelate nello sviluppo.

Ferrari e Mercedes hanno tutto l’interesse ad avere un campionato equilibrato, ma mai vorrebbero perdere quel know how e quel vantaggio che le ha contraddistinte negli ultimi anni (senza pensare nemmeno alla mole di investimenti da loro effettuati per raggiungere quei livelli di prestazione).

CAPITOLO HALO

Dall’anno prossimo arriverà lo “scudo” davanti ai piloti. L’immagine sottostante è più eloquente di migliaia di parole. Questo è ciò che vedranno i piloti. Così si snatura il motorsport

CAPITOLO ALFA ROMEO

Dulcis in fundo, in Formula 1 è ritornato il marchio Alfa Romeo. Gran bella notizia, se non fosse che si tratta soltanto di un’abile operazione di marketing da parte di Marchionne: dell’Alfa Romeo, infatti, è ritornato soltanto il marchio, non certamente il costruttore (troppo ingenti gli investimenti e il deficit tecnologico per arrivare a costruire un’intera auto targata Alfa). La struttura e la logistica, infatti, rimarranno al team Sauber che ha accettato di buon grado l’arrivo della casa del Biscione: questo le ha consentito di avere uno sconto sulla fornitura dei motori Ferrari, edizione 2018, e di poter far debuttare un talento di grandi prospettive come Charles Leclerc (vedi articolo sui Millennials della Formula 1).

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