GP USA F1 2017: HAMILTON VINCE, MERCEDES CAMPIONE


Ad Austin domina Lewis Hamilton, davanti a Vettel e Raikkonen: il quarto titolo mondiale si avvicina sempre più. Con ben 66 punti di vantaggio su 75 ancora da assegnare, l’inglese della Mercedes è prossimo a laurearsi campione del mondo. La Mercedes, intato, lo è già, vincendo il campionato costruttori con tre gare d’anticipo.

La gara, “noiosina” per quasi tre quarti del tempo, tuttavia, si è animata improvvisamente negli ultimi giri, per merito della rimonta di Max Verstappen: l’olandese della Red Bull, infatti, è partito dalla sedicesima posizione per risalire fino al terzo posto, ottenuto, però, con un sorpasso ritenuto irregolare ai danni di Raikkonen dai direttori di gara. Per tale manovra, quindi, Verstappen ha dovuto abbandonare il podio a favore del finlandese della Ferrari, tornato al podio dopo alcune prestazioni opache.

LA GARA

Alla partenza, Vettel sfrutta la pioggia della notte (che ha pulito la pista da molta gomma) per annullare il vantaggio della pole di Hamilton e superarlo alla prima curva, seguito, appunto, dal rivale inglese, da Bottas, Ricciardo, Ocon e Raikkonen. La speranza di vedere una Ferrari in grado di riaprire il campionato si infrange dopo soli 6 giri, quando Hamilton sfrutta la scia ed il proprio motore Mercedes per recuperare la prima posizione ai danni del tedesco della Ferrari: in verità, sembra quasi che Vettel non abbia nemmeno “visto” negli specchietti l’inglese dal momento che non ha minimamente “protetto” l’interno della curva 12.

Hamilton ha, poi, sostanzialmente preso il largo ed amministrato il proprio vantaggio, rischiando solo in occasione della prima sosta, quando Vettel, con una serie di giri veloci, unitamente alla sosta eccessivamente ritardata decisa dal muretto Mercedes, aveva quasi dato l’impressione di riuscire a superarlo nuovamente.

Dietro ai duellanti mondiali, ci sono stati diversi ritiri “eccellenti” e tantissimi sorpassi. In primis, ci sono stati i ritiri di Hulkenberg, Alonso e Ricciardo, quest’ultimo protagonista di un duello spettacolare con Bottas (prima un tentativo di sorpasso all’interno di curva 1, non riuscito, seguito, nel giro successivo, da un tentativo di sorpasso all’esterno, sempre di curva 1). In secundis, oltre alla citata “rimontona” di Verstappen, le lotte tra Sainz – Perez – Massa, Bottas – Raikkonen – Verstappen e i sorpassi, poco inquadrati, di Stoffel Vandoorne .

CONSIDERAZIONI

  • Lo show di presentazione dei piloti che ha preceduto l’inizio della gara, con tanto di anchorman e ospiti vip (Usain Bolt), indubbiamente, può essere utile per un pubblico poco avvezzo alle gare di Formula 1 come quello americano; tuttavia, “scimmiottare” frasi come quella della Indy 500 (“Gentlemen, start your engines”) può sì essere mediaticamente attraente, ma rischia di allontanare i veri appassionati della categoria. La Formula 1 non ha bisogno di cantanti, attori o soubrettes per “attrarre”, dovrebbero bastare la auto. Tanto più che per chi ha visto l’intero campionato, presentare i vari Vettel, Hamilton, Verstappen come pugili che salgono sul ring, è un po’ ridicolo
  • La Ferrari (o meglio, il presidente Marchionne) ha imposto uno sviluppo estremo dopo la figuraccia di Monza. Esito: tre gare con l’auto a pezzi e campionato regalato ad Hamilton. Vedere non tanto Vettel, quanto Raikkonen sul podio di Austin dimostra quanto il progetto dell’auto fosse buono (e, oserei dire, migliore della Mercedes): uno spreco di opportunità.
  • Verstappen accusa la Fia di essere schierata pro Ferrari a seguito della penalizzazione per il sorpasso ai danni di Raikkonen. Lauda stesso ha sostenuto la posizione della famiglia Verstappen/Red Bull, asserendo che i duelli genuini non dovrebbero essere penalizzati dagli steward. Se esistono delle linee bianche e, soprattutto, se si taglia la curva con tutte e quattro le gomme, la penalità è sacrosanta. Infine, aggiungo: se Verstappen avesse superto Hamilton con una manovra del genere, come sarebbe finita secondo voi?

PAGELLE GRAN PREMIO USA F1 2018

HAMILTON: l’inglese domina l’auto, gli avversari, il gran premio. Vince ad Austin per la quinta volta su 6 apparizioni e questo la dice lunga sul suo “rapporto” con la pista americana. Scavalca Vettel con una mossa fulminea, si libera di Verstappen con un sorpasso repentino. Agli avversari ha lasciato le briciole. VOTO 10: QUESTIONE DI FEELING

VETTEL: Seb ci prova, ma il risultato è arrivato in maniera, quantomeno, fortunata: la strategia è stata sbagliata e se non fosse stato per Raikkonen, forse Verstappen sarebbe arrivato perfino secondo. La sua prova è stata, per certi versi, altalenante: ogni volta che faceva una cosa buona, capitava una che lo penalizzava. Parte bene, ma non copre l’interno quando ha Hamilton in scia; prova una strategia aggressiva, ma con le Soft non ha ritmo; torna sulle SuperSoft, ma se non è per Kimi che gli lascia il secondo posto, il podio forse se lo perdeva. VOTO 8: IL GAMBERO ROSSO

RAIKKONEN: il finlandese parte male, con i soliti detrattori pronti a criticarlo. Invece, il suo “lurido” lavoro lo fa e, per una volta, si vede: attacca Bottas a sorpresa, rallenta per far passare il suo caposquadra (e pensare che è un campione del mondo…), resiste in maniera onesta su Verstappen (almeno lui). Il suo ghigno nell’anticamera del podio è tutto un programma. VOTO 9: SORRISO DA GIOCONDA

VERSTAPPEN: l’olandese dimostra grinta e fantasia al volante. Certamente meritava un posto sul podio, ma il suo sorpasso su Raikkonen è più da PlayStation che da F1. Poi possiamo discutere sulla bellezza del sorpasso, certo, ma duelli come quelli di Arnoux-Villeneuve non si potranno più vedere, perlomeno nell’attuale F1. Detto questo, il rinnovo in Red Bull potrebbe essere una mossa vincente. VOTO 9: SCALATORE UN PO’ SCORRETTO

BOTTAS: brutto week end, sembra in balia dell’auto. E dire che quella stessa auto sta per diventare campione del mondo. VOTO 5: INGUARDABILE

OCON: il francese parte benissimo, poi resiste con un “catenaccio” all’italiana. VOTO 8: PRIMO DEGLI ALTRI

SAINZ: il cambio di tuta non tolgono nulla alle sue prestazioni, tutto sorpassi e sostanza. Bel biglietto da visita per la Renault. VOTO 8: MULTITASKING

PEREZ – MASSA: il degrado gomme li confina rapidamente nelle retrovie. VOTO 7

KVYAT: il russo torna in monoposto dopo una pausa di due gare. Inutile dire che senza un compagno di squadra “scomodo”, è tornato ad una prestazione in linea con le aspettative del team. Chissà se basterà questo per confermarlo. VOTO 6: DANIIL IS BACK?

STROLL: il canadese realizza una prestazione mediocre. Inutile il sorpasso finale su Hartley e Vandoorne. Massa lo batte costantemente (tranne nella fortuna). VOTO 5: INSIPIDO

VANDOORNE: il belga disputerebbe una gara coi fiocchi, ma l’auto non lo asseconda. E dire che ultimamente è in linea con il rendimento del suo blasonato compagno di squadra. VOTO 6: CRESCITA ESPONENZIALE

HARTLEY: il neozelandese Brandon Hartley, in questo gran premio, è rientrato come pilota del programma Red Bull dopo le vittorie nella Le Mans Series con Porsche. Addirittura sembra che il team sia disposto a rimetterlo al volante anche nel prossimo Gran Premio del Messico, al posto di Kvyat e a fianco di Pierre Gasly (il francese era andato a correre in Giappone per tentare di conquistare il campionato Super Formula, ma la gara non è stata disputata a causa del tifone Lan). Indubbiamente il suo debutto, reso ancora più difficile a causa della penalità per la sostituzione del motore, è stato positivo. Debutto a 27 anni. VOTO 8: FINALMENTE QUALCUNO DI “VECCHIO”

GROSJEAN – MAGNUSSEN: nella gara di casa il duo Haas fatica tantissimo. Grosjean rovina le qualifiche con un erroraccio nelle prove libere che gli impedisce di perfezionare il settaggio dell’auto; dal canto suo, Magnussen rimane nelle retrovie, per essere poi tamponato da Ericsson. S.V. PREOCCUPANTE INVOLUZIONE

ALONSO: si spacca il motore. S.V.

RICCIARDO: idem come sopra

WEHRLEIN: guasto elettrico.

HULKENBERG: idem come sopra.

+ Non ci sono commenti

Aggiungi