The Manhattan Projects di Hickman e Pitarra: scienza cattiva


The Manhattan ProjectsScienza. Cattiva. La frase topica della serie The Manhattan Projects riassume il concetto principale che gli autori vogliono trasmettere. L’aspetto pericoloso della scienza si cela dietro alla facciata del progresso: un’ambivalenza che ha spesso ispirato letteratura e pellicole di successo, dalla fine del XIX secolo ad oggi. In questa serie a fumetti il lato oscuro della scienza viene portato all’eccesso e infarcito di fantascienza, satira e horror che sconfina nel grottesco.

The Manhattan Projects parla, come si deduce dal titolo, degli scienziati che a metà del ‘900 furono impegnati nel programma di ricerca e sviluppo della prima bomba atomica. Ma nel fumetto di Hickman The Manhattan Projectsquesto è solo uno degli scopi del gruppo di geni, quello secondario. Il vero intento del progetto Manhattan, anzi dei progetti, è quello di sondare ciò che si cela al di là del razionale. Civiltà aliene, universi paralleli, tecnologie in grado di teletrasportare: sono questi i veri argomenti cardine della storia.

Protagonisti della vicenda sono appunto gli scienziati che presero parte al progetto, raffigurati però in maniera molto meno convenzionale rispetto a quanto ce li presenta la storia. Joseph Oppenheimer, figura centrale dei primi capitoli, è immaginato da Hickman come un genio schizofrenico affetto da personalità multiple e dedito al cannibalismo. Dopo essersi cibato per intero di suo gemello The Manhattan ProjectsRobert, ne ha assorbito le formidabili capacità intellettive e persegue intenti omicidi seguendo un delirio di onnipotenza.

Albert Einstein è una mente sopraffina, ma anche un alcolizzato privo del minimo scrupolo quando si tratta di proseguire la ricerca. A causa di questo contrasto la sua figura è una di quelle che regala i momenti più brillanti e comici della storia. Richard Feynman è un giovane narcisista, poco incline alla violenza e codardo. Harry Daghlian dopo l’incidente col nucleo a Los Alamos (che nella realtà lo ha condotto ad una rapida morte) sopravvive privo del suo corpo materiale, mentre il fisico Enrico Fermi è addirittura un alieno.

Con The Manhattan Projects Hickman si dimostra maestro nel genere letterario delle vite immaginarie, dove personaggi reali sono protagonisti di avventure per gran parte inventati. La commistione tra eventi storici e finzione produce un effetto narrativo che mantiene alto il livello di sospensione dell’incredulità: uno dei tanti punti di forza del fumetto.

Il dualismo è un aspetto presente in molte parti dell’opera. Abbiamo già dettoThe Manhattan Projects della doppia natura della scienza, che muove tutta la narrazione. Di conseguenza anche i personaggi hanno tutti duplici (o molteplici) facce della stessa medaglia: nessun carattere ha una connotazione interamente positiva, anzi la brama di conoscenza fa emergere i loro lati più spaventosi.

Tutta la serie è strutturata sulla presenza di figure maschili, l’elemento femminile è quasi del tutto assente. Non è indice di latente misoginia di Hickman, ma al contrario segno della volontà dell’autore di dipingere il sesso maschile in maniera non certo positiva. Gli scienziati si dimostrano cinici ed insensibili, i politici sono incompetenti ed ignoranti, i militari esaltati ed efferati.

La Panini Comics ha pubblicato i primi 25 capitoli della serie regolare in cinque volumi brossurati. Il sesto volume uscito raccoglie i quattro capitoli della miniserie spin-off The Sun Beyond The Stars. La continuity narrativa si interrompe momentaneamente per seguire le avventure di Yuri Gagarin e della sua cagnetta Laika, The Manhattan Projectsgià incontrati nel secondo volume. I tanti impegni degli autori hanno notevolmente rallentato la realizzazione di The Manhattan Projects. Questo arresto nello sviluppo della trama principale è funzionale alla scrittura della sceneggiatura, ma i tempi di attesa possono rivelarsi lunghi, soprattutto per i lettori italiani.

Jonathan Hickman, il creatore di questa serie di successo, è un artista americano che ha realizzato diverse miniserie per la Image Comics (The Nightly News, Pax Romana, Red Mass from Mars, Secret, East of West) ed è assiduo frequentatore dell’universo Marvel (Secret Warriors, Fantastic Four, Infinity). Il suo modo di raccontare storie è spesso spiazzante e poco ortodosso, il che lo rende uno dei fumettisti più interessanti degli ultimi anni.

Nick Pitarra è disegnatore americano che collabora con Hickman già dai tempi di un’altra sua serie, The Red Wing. Se nella prima prova Pitarra usava un tratto preciso e un segno pulito, cesellando una fantascienza orientata sul classico, in The Manhattan Projects lo stile diventa meno aderente alla realtà. Le figure hanno contorni più spigolosi del solito, i dettagli si moltiplicano per aumentare la drammaticità, le tavole con scene splatter raggiungono un impatto parossistico.

Fondamentale per completare il lavoro sulle immagini di The Manhattan Projects è l’apporto della colorista Jordie Bellaire. In particolare l’uso della bicromia rosso e blu per descrivere le scene del passato o le vicende oniriche della mente di Oppenheimer è una trovata che marca una distinzione spazio temporale importante.

La lettura di questa serie di fanta-scienza è semplicemente uno spasso. Recuperate i volumi già usciti e addentratevi nel lato oscuro della scienza.

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