Nuova sentenza per piazza della Loggia: la strage di Brescia ha due colpevoli


Da pochi giorni c’è una nuova sentenza per piazza della Loggia. 43 anni dopo, la Cassazione ha confermato in via definitiva l’ergastolo a Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, accusati di aver preso parte all’organizzazione della strage di Brescia.

Il primo, ultraottantenne e gravemente malato, probabilmente non andrà in carcere. Il secondo, 65 anni, ha provato a dileguarsi all’indomani della sentenza lasciando l’Italia per il Portogallo, dove le autorità lo hanno bloccato e stanno lavorando per l’estradizione.

Al di là delle circostanze materiali della sua applicazione, quella della Corte di Cassazione è comunque una sentenza storica. Perché individua per la prima volta responsabilità dirette per una strage rimasta finora senza alcun colpevole.

Si capisce quindi la soddisfazione di Manlio Milani, che dopo aver perso nella strage la moglie Livia (32 anni) si batte da 43 anni per la verità in qualità di presidente della Casa della Memoria di Brescia e rappresentante dei familiari della vittime.

La nuova sentenza per piazza della Loggia non arriva a fare piena luce sui mandanti, ma certifica in modo inequivocabile la veridicità delle ricostruzioni avanzate in questi anni sulle circostanze in cui la strage di Brescia è maturata.

Una strage «sicuramente riconducibile» a una «destra eversiva» intenzionata a «bloccare con metodi violenti i fermenti progressisti in atto nella società civile e destabilizzare il sistema politico attraverso azioni terroristiche eclatanti».

Oltre che per il suo ruolo strategico, il medico veneziano Carlo Maria Maggi – all’epoca leader dell’organizzazione neofascista Ordine Nuovo per il Triveneto – è stato condannato per aver messo a disposizione degli attentatori l’esplosivo utilizzato per la strage, la gelignite.

Maurizio Tramonte è stato invece identificato come la fonte Tritone dei servizi segreti, collegamento tra il gruppo di estrema destra e le organizzazioni governative anche straniere che presero parte alla realizzazione della strage e ai successivi depistaggi.

Il 28 maggio 1974 alle 10.12, in piazza della Loggia a Brescia un ordigno esplose uccidendo 8 persone e ferendone 102. Persone che si erano ritrovate insieme a tante altre per manifestare contro gli attentati fascisti avvenuti nei primi anni ’70 in tutto il Paese.

Una risposta al ricatto della violenza eversiva pagata con la vita, un presidio in difesa delle istituzioni democratiche cementato con il proprio corpo. Per poi essere traditi da quelle stesse istituzioni con quattro decenni di depistaggi, silenzi e coperture.

Giustizia non può dirsi fatta da questa nuova sentenza per piazza della Loggia, parziale e in ritardo di quasi mezzo secolo. Ma almeno, forse, è arrivato per le vittime e i loro familiari il momento di trovare un po’ di pace.

La recensione del graphic novel in due volumi Piazza della Loggia (Becco Giallo), di Francesco Barilli e Matteo Fenoglio

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