GRAN PREMIO F1 MESSICO 2016: sombreri e polemiche!


Il Gran Premio F1 2016 del Messico presso il circuito Hermanos Rodriguez ha lasciato un lungo strascico di polemiche. Hamilton e Rosberg rinnovano il loro duello nel prossimo Gran Premio, ma oggi in realtà il vero protagonista è stato il caos regolamentare. All’arrivo sono volati i famosi stracci e i piloti, frustrati per le regole e per lo stile di guida che viene loro imposto, hanno dato fiato ai loro pensieri. Procediamo con ordine.

HAMILTON TAGLIA LE CURVE, MA NESSUNA PENALITA’

Alla partenza, Hamilton prende qualche metro di vantaggio, ma alla prima curva sbaglia il punto di frenata, blocca la ruota anteriore destra e taglia tutta la seconda curva: a fine gara l’inglese dice di non aver guadagnato nessun vantaggio dato che, al contrario, per tutto il primo stint di gara ha dovuto guidare con la gomma spiattellata e ha dato prova ai commissari, con la propria telemetria, di aver rallentato il proprio ritmo. Sta di fatto che tutti gli altri (più o meno) hanno fatto la curva normalmente, mentre lui no: aggiungo, anzi, che ha tolto la possibilità agli altri di sfruttare il suo errore. L’episodio, privo di conseguenze disciplinari da parte dei commissari, non è affatto andato giù a due piloti corretti (e di solito poco polemici) come Ricciardo e Hulkenberg: l’australiano afferma che il taglio della curva doveva essere impedito con un muro o con della ghiaia, mentre il tedesco della Force India sostiene di aver visto staccare troppo lontano Hamilton per riuscire a terminare la curva e che, quindi, il suo errore sarebbe stato da punire.

ROSBERG E VERSTAPPEN TAGLIANO LE CURVE, PENALITA’ SOLO PER L’OLANDESE

Una parziale giustificazione per la decisione dei commissari di non penalizzare Hamilton è arrivata (paradossalmente) proprio da Rosberg: lui e Verstappen, infatti, ingaggiano un duello già in pieno rettilineo e, alla prima curva, anche il tedesco della Mercedes è costretto a superare il limite del tracciato poiché l’olandese della Red Bull lo aveva “gentilmente” accompagnato fuori pista. Alla fine Rosberg riesce comunque a mantenere la seconda posizione, ma l’episodio di Hamilton verrà citato da Verstappen per giustificare il proprio taglio di curva in occasione del duello a fine gara con Vettel. In altre parole, i tagli di curva di Hamilton, Rosberg e Verstappen sono profondamente diversi, ma strettamente collegati: punire l’uno e graziare l’altro significa “falsare” il campionato e applicare le regole a seconda della simpatia di un pilota o meno. Hamilton taglia la curva per un proprio errore, guadagnando di fatto un secondo (poco cambia se la telemetria dice altro: Rosberg non si è mai avvicinato all’inglese), e per questo andava punito. Allo stesso modo andava punito il taglio di curva di Verstappen nell’episodio con Vettel, anche se, da un certo punto di vista, poteva essere considerato un episodio di gara: se due piloti sono in lotta e quello che si difende cerca di stringere la traiettoria, non dovrebbe mai essere punito (altrimenti un semplice “tentativo” di sorpasso, diventerebbe automaticamente un sorpasso! Della serie “prego, entri pure”). L’unico che, giustamente, non andava punito era Rosberg, solo che il poveretto si è dovuto “schierare con il nemico” (e quindi difendere Hamilton nella manovra della prima curva) per evitare che qualcuno tirasse la giacchetta dei commissari al fine di coinvolgerlo in qualche penalità. Di certo, un’applicazione delle regole così “balorda” non fa altro che disgustare i veri tifosi dalla Formula 1. Ma non è finita qui, purtroppo.

IL TRIANGOLO NO

Alla terza curva, contatto tra Ericsson, Gutierrez (c’è sempre lui di mezzo) e Wehrlein, con il tedesco della Manor costretto al ritiro. Entra la Virtual Safety Car e Ricciardo la sfrutta per mettere le gomme medie (striscia bianca). Alla ripartenza Hulkenberg è seguito da Raikkonen, Vettel è in sesta/settima posizione in lotta con le Williams di Massa e Bottas. I due della Mercedes prendono un leggero vantaggio che li mette nelle condizioni di controllare la gara, ma, dopo i pit stop, Vettel si ritrova in testa (con gomme supersoft vecchie di molti giri) seguito da Hamilton &co. La strategia di gara del ferrarista, tra l’altro da lui “forzata” perché per quattro giri rimane fuori nonostante l’ordine di rientrare fosse stato già dato, lo premia, consentendogli di superare Hulkenberg e Raikkonen e di mettersi all’inseguimento di Verstappen. Il problema è che Ricciardo risale dalle retrovie con gomme nuove supersoft e, così, negli ultimi giri si delinea una sfida per il terzo posto Verstappen/Vettel/Ricciardo.

L’olandese si difende da Vettel per merito anche di una velocità ritrovata della sua Red Bull (240 km/h contro i 243 km/h della Ferrari), consentendo a Ricciardo di avvicinarsi. Vettel rompe gli indugi e alla prima curva dopo il rettilineo centrale tenta di superare Verstappen: l’olandese prima stringe la curva, poi decide di tagliare per il prato. Vettel invoca via radio di restituirgli la posizione, lo stesso muretto box Red Bull lo invita a farlo, ma Verstappen tira dritto. Intanto Ricciardo incalza sempre più Vettel: sentendosi come il prosciutto nel panino, il tedesco della Ferrari manda un team radio di fuoco a Charlie Whiting, senza esito. Ricciardo attacca Vettel che chiude la porta in frenata con una manovra simile a quella di Verstappen a Suzuka (e da quel momento bandita): Ricciardo spiattella le gomme, Vettel perde terreno da Verstappen e l’olandese arriva terzo. Tutto finito? Manco per niente: Verstappen scopre di essere penalizzato di 5 secondi quando si sta per mettere il cappellino della Pirelli per andare sul podio; Vettel arriva “scortato” da uomini Ferrari sul podio, ma la gioia dura poco perché un’ora dopo viene penalizzato di dieci secondi per la manovra su Ricciardo. Ricorda molto la scena dei punteggi di Silente ad Hogwarts per la coppa delle case: 5 secondi lì, 10 secondi là, Ricciardo vince il terzo posto.

PAGELLE GRAN PREMIO F1 MESSICO 2016

HAMILTON: il re nero vince sulla 23esima pista e porta a casa la 51esima vittoria in carriera, superando Prost. Il prossimo della lista è Schumacher a 91. Vedendo l’auto, i regolamenti, i commissari che lo aiutano, il numero di gran premi all’anno e il suo talento naturale, il record potrebbe vacillare. Per il campionato lui c’è. Più di così non può fare. VOTO 9: 51 SFUMATURE DI LEWIS

ROSBERG: Nico fa il compitino. Non si capisce se lotta con Hamilton o se si difende da Verstappen. Forse entrambe le cose. Il capolavoro lo fa in qualifica quando arpiona la seconda posizione. Intelligente nello sventare il sorpasso pericoloso di Verstappen. Il campionato è ancora lì, ma non suo. VOTO 8: SUL FILO DEL RASOIO

RICCIARDO: l’australiano fa un “garone” coi fiocchi. Al netto delle polemiche, si merita il terzo posto. Fa parlare la pista per lui: al primo giro mette le gomme dure (che solo lui riesce a gestire correttamente) e arriva fino al podio. VOTO 10: MASTINO AUSTRALIANO

VERSTAPPEN: l’olandese oggi ne combina un po’ di tutti i colori. E’ certamente un gran pilota ed è un portento nei sorpassi (forse solo Hamilton e Alonso sono al suo livello), ma in tutti i casi dubbi lui è sempre presente. Sbaglia nel non restituire la posizione, altrimenti sarebbe arrivato comunque a podio. VOTO 8: TOSAERBA “MAX”

VETTEL: il tedesco è frustrato per il terribile campionato che sta disputando. Quando la strategia funziona, c’è di mezzo qualcuno o qualcosa che gli rovina i piani. Urge una vacanza e una macchina migliore. Il suo team radio dove manda letteralmente a quel paese Charlie Whiting è qualcosa di sublime per le orecchie dei tifosi (altro che Kimi ad Abu Dhabi). Non si può più applicare il regolamento a “sentimento” o, peggio, a seconda dei “like” di ogni pilota: episodi che in una gara di venti anni fa sarebbero stati normali, oggi sono demonizzati. Vettel è un gran pilota, ma nell’episodio di oggi, la regola vieta quella manovra quindi è doveroso penalizzarlo; certamente la Formula 1 pretende uno spettacolo che lei stessa abolisce. VOTO 10: L’URLO DI SEB CHE TERRORIZZA ECCLESTONE

RAIKKONEN: gara normale, ma la strategia non ha premiato. Bel sorpasso su Hulkenberg. VOTO 7: LA SIESTA COL SOMBRERO

HULKENBERG: il tedesco è sempre a ridosso dei primi. Testacoda nel finale per evitare Kimi. L’anno prossimo in Renault non è detto che sia a ridosso del podio come quest’anno con la Force India. VOTO 9: LOTTATORE

BOTTAS: finalmente una pista dove la Williams va. Si difende bene da Vettel, ma nulla più. VOTO 7: RINNOVO?

MASSA: si difende per tutto il gran premio prima da Vettel e poi da Perez. VOTO 8: CANTO DEL CIGNO 2

PEREZ: il messicano davanti al pubblico di casa regala spettacolo, ma non è premiato a livello di punti. VOTO 8: CI HA FATTO DIVERTIRE

ERICSSON: poco inquadrato, ma la strategia “benzina e gomme di cemento” lo stava quasi per premiare. VOTO 6: MARCUS MUOVE I PRIMI PASSi

BUTTON: la McLaren annaspa per tutto il week end e su una pista così corta accumula uno svantaggio enorme. VOTO 5: M’ANDO VAI SE LA VELOCITA’ NON CE l’HAI?

ALONSO: lo spagnolo regala perle di team radio. Oggi se la prende con il muretto perché secondo loro non spinge abbastanza. Incolpevole quando Sainz lo sta per buttare contro un muro. VOTO 7: ACIDITA’ DI STOMACO

PALMER – NASR: guidano per il rinnovo. S.V.

SAINZ: lo spagnolo rovina il decimo posto in griglia con un’inspiegabile manovra sull’amico Alonso (penalità); per il resto ha problemi di potenza. VOTO 4: DA TE NON CE L’ASPETTAVAMO

MAGNUSSEN: guida con la testa verso il sedile della Haas? VOTO 4: IL PENSIERO ALTROVE

KVYAT – GUTIERREZ: quando vuoi scintille, caos e tanti danni o penalità, puoi chiamare la premiata ditta Kvyat e Gutierrez. Scherzi a parte, sono protagonisti di manovre sfortunate o illegali. S.V.

GROSJEAN – OCON – WEHRLEIN: problemi ai freni per il transalpino (proverà presto i freni Carbon Industries), le due Manor spariscono in fretta (Ocon per inesperienza, Wehrlein per il botto). S.V.

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