Panama Papers, di che cosa si tratta e cosa aspettarsi


Uno stillicidio di nomi e rivelazioni su personaggi compromessi in società e fondi offshore. L’operazione effettuata dalle testate giornalistiche appartenenti al ICIJ (International Consortium of Investigative Journalism) non accenna a fermarsi e promette nuove svolte e scandali. José Manuel Soria Lopez, ministro dell’industria spagnolo e presidente del PP ed il premier islandese Sigmundur Gunnlaugsson hanno già dato le loro dimissioni fra lo sdegno generale e le proteste della popolazione provocati dai Panama Papers.  A rischio d’inchiesta nel mondo politico anche la famiglia Le Pen e David Cameron.

L’ ICIJ, guidato dalla Süddeutsche Zeitung tedesca, conta fra le sue schiere anche il giornale italiano L’Espresso che si è quindi reso partecipe e responsabile del più grande leak di informazioni della storia, innescato dalla chiamata di un informatore segreto: si parla di più di 11 milioni di documenti sull’agenzia Mossack e Fonseca situata a Panama, lo studio legale a cui si sono rivolti società, politici e personaggi famosi per spostare i loro fondi in un paese estero dove fossero garantiti loro massima segretezza e tasse bassissime. E così che Panama si è trasformata nell’ennesimo paradiso fiscale. Società offshore, società schermo, società fantasma: tanti nomi per descrivere la stessa modalità per dissimulare attività probabilmente illecite.

Due sono le questioni dibattute recentemente riguardo a questo fenomeno. La prima è relativa alla natura del fenomeno stesso. Avere società offshore di per sé non è generalmente una pratica illegale. Così come non è illegale cercare di pagare meno tasse sul proprio patrimonio. L’illegalità scatta nel momento in cui un tentativo di tax avoidance si trasforma in vera e propria tax evasion. Tuttavia, la linea di demarcazione non è ben definita perché sembrano mancare leggi mirate in molti paesi. Obama stesso ha invocato il congresso affinché prenda provvedimenti più seri e specifici per impedire l’evasione delle tasse, perché senza di questi il tentativo di fuggire le tassazioni del proprio paese è colpevole di immoralità ma non di illegalità.

L’altra implicazione importante è la possibilità che il presidente russo Putin sia coinvolto e in maniera significativa. Di fatto, il suo nome non appare mai nei documenti venuti alla luce finora ma numerosi sono invece i nomi di amici ed ex colleghi del Kgb che potrebbero rimandare a lui e costituire prove della sua corruzione. La risposta dal Cremlino è stata prevedibile e scontata: i Panama Papers non sarebbero che un tentativo degli USA per screditare il presidente, soprattutto in vista delle elezioni future.

Rimangono molti punti interrogativi a cui rispondere e imputazioni da verificare. Quello che è certo è che i Panama Papers continueranno ad essere rivelati ed a instillare dubbi sull’onestà di sempre più personaggi pubblici di riferimento.

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