Stroncature – Jurassic World


Jurassic World - Locandina bisJurassic World

di Colin Trevorrow, con Chris Pratt, Bryce Dallas Howard, Vincent D’Onofrio, Omar Sy, B.D. Wong, Irrfan Khan

È vero: abbiamo già parlato di Jurassic World pochi giorni dopo la sua uscita. Ma si tratta di un film capace di dividere davvero tanto il pubblico, come del resto era già capitato con la trilogia de Lo Hobbit. In quell’occasione, qui su Discorsivo avevamo pubblicato il parere di Lucia Pugliese e quello di Luca Rasponi. Anche in questo caso, ci è parso che una seconda opinione potesse risultare utile ad analizzare il film più importante di questa estate 2015.

Dunque, eccoci qui.

Il tema di fondo di Jurassic World è quasi metacinematografico, basato su un dato di fatto capace di riguardare sia i visitatori del parco che gli spettatori del film: il pubblico non si accontenta mai e bisogna sforzarsi costantemente di stupirlo con una grandiosità e una magnificenza sempre maggiore.

Prosciugando, purtroppo, tutto il resto: la caratterizzazione dei personaggi, l’originalità della trama, l’imprevedibilità delle morti e persino gli inserti di questo articolo vengono divorati dall’esigenza di spettacolarità del titolo. Come potete vedere già dalla locandina e dalle immagini che seguiranno, di tutti questi elementi rimangono solo delle pallide imitazioni.

Non mancano gli aspetti positivi, ma sono tutti nelle scene con i dinosauri o con Chris Pratt, l’uomo capace di ammansire un velociraptor assumendo la posa tipica del vigile urbano.

Owen Grady (Chris Pratt) e il velociraptor Blue

Owen Grady (Chris Pratt) e il velociraptor Blue

ll suo è l’unico personaggio un minimo interessante di tutta la pellicola ed è in grado di rendere credibile persino il suo legame con i raptor. Su questa capacità, però, ha messo gli occhi Vic Hoskins, un ex-militare intenzionato a utilizzare le bestie per la guerra interpretato da Vincent D’Onofrio.

Julio Cesar/Vincent d'Onofrio

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Quel poco di trama del film prende il via dalla creazione dell’Indominus Rex, un dinosauro geneticamente modificato per essere il più grande, il più intelligente e il più pericoloso rettile mai apparso sulla faccia della Terra. Ogni creatura di cui possiede il codice genetico gli fornisce una caratteristica micidiale: è forte e vorace più di un T-rex; ha l’aspetto di un velociraptor; può cambiare colore per mimetizzarsi come una seppia; sa abbassare la propria temperatura corporea per sfuggire alla localizzazione termica, esattamente come le raganalle; infine, massacra i dinosauri che abbiamo imparato ad amare in Jurassic Park per puro divertimento, proprio come i produttori del film.

Dietro la sua creazione, una vecchia conoscenza: il genetista Henry Wu, unico personaggio del primo film presente in Jurassic World. Ve lo ricorderete di sicuro per aver causato la riproduzione incontrollata dei dinosauri fondendo il dna preistorico con quello di un rospo capace di cambiare sesso a seconda delle necessità.

Oggi è a capo dei laboratori di genetica del parco. Un po’ come dare di nuovo un ruolo da protagonista ad Alberto Tomba dopo Alex l’ariete.

L'impressionante realismo dell'Indominus Rex

L’impressionante realismo dell’Indominus Rex

E non è l’unica incongruenza: il nuovo proprietario del parco, il miliardario Simon Masrani, sostiene di aver ricevuto tutta la baracca proprio dal suo ideatore, John Hammond, perché portasse avanti il sogno di aprire al pubblico un’isola piena di rettili giganti mangiauomini. Peccato che già in Jurassic Park Hammond si fosse persuaso della follia di un progetto simile e avesse deciso di smantellare tutto. Non ci verrà mai spiegato quando avrebbe cambiato idea, tantomeno come abbiano fatto ad aprire ugualmente la struttura nonostante i tragici eventi del primo film siano di dominio pubblico. La coerenza con la saga, insomma, è minata fin dalla sinossi.

Jurassic World è senz’altro più soddisfacente degli altri due sequel. Ma non era difficile fare meglio di un film in cui i velociraptor cascano nel vecchio trucco del “Ehi, tu!” o di quello con una delle più grottesche sequenze oniriche mai viste al cinema. Ciononostante, non è un buon film.

Lo sarebbe se avesse personaggi interessanti, invece di pupazzi buoni solo a far annoiare lo spettatore in attesa di una nuova, spettacolare scena con i dinosauri. Alan Grant, Ian Malcom, Ellie Sadler sono rimasti nella memoria di tutti perché nel primo film avevano uno scopo, un carattere e un’evoluzione. Il primo Jurassic Park, in oltre due ore, mostrava i dinosauri per appena 15 minuti complessivi. Senza personaggi forti e carismatici a dare un senso al tutto, non avrebbe funzionato.

Colin Trevorrow, come i gestori del parco, non ha fatto tesoro delle esperienze passate, scrivendo e dirigendo un b-movie in stile Megashark vs. Giant octopus da 150 milioni di dollari. Non esiste un altro genere di pellicole in cui potete trovare così tanti buchi di trama, personaggi rimasti illesi dopo essere precipitati da cinque metri d’altezza cadendo di schiena in un recinto di raptor, guardie equipaggiate deliberatamente con armi a cortissimo raggio contro un mostro di 15 metri, ragazzini capaci di riparare con successo una jeep abbandonata da vent’anni e una donna d’affari in grado di correre da una parte all’altra dell’isola, combattere e fuggire a piedi da un T-rex senza togliersi mai di dosso il tacco 12. Scena madre: lo scontro tra quattro dinosauri sul finale. Eccezionale, divertente, molto ben riuscito e diretto magistralmente. Ma pur sempre una scena da b-movie.

Sia chiaro: mi piacciono i trash fracassoni e senza altro scopo se non l’intrattenimento. Ma Jurassic Park non era così. Per questo non posso accettare una virata del genere in uno dei suoi sequel.

Sarebbe come se Terminator Genisys si rivelasse essere un musical.

2 Comments

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  1. Alessandro Picci

    “infine, massacra i dinosauri che abbiamo imparato ad amare in Jurassic Park per puro divertimento, proprio come i produttori del film.”
    ahahahaha “muoro”! cit.
    Grande Mark 😉

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