Outlander – Amore, sangue e rivolta nella Scozia del 1743


Outlander - LocandinaDefinirla una versione per ragazze de Il trono di spade è al tempo stesso azzeccato e riduttivo. Andiamo con ordine.

In Outlander si può trovare davvero una grande quantità di elementi in comune con la serie Hbo: molta violenza, tanto sesso non sempre consensuale, ambientazioni e costumi che ci rimandano a epoche lontane.

Ma il vero cardine è senza dubbio l’amore. Da questo punto di vista, sì: è un Game of thrones con molti più personaggi con gli occhi a cuoricino.

Sorprendentemente, questo fattore funziona molto bene. L’amore permea buona parte delle azioni dei protagonisti, ma non risulta mai scontato o stucchevole. I sentimenti di Claire e degli altri personaggi sono qualcosa di credibile e di tutt’altro che stereotipato. Merito di una sceneggiatura ben scritta (ispirata alla saga ideata dalla scrittrice Diana Gabaldon) e di un livello di recitazione decisamente alto.

Ma di cosa parla Outlander?

Tutto comincia nel 1945, all’alba dell’armistizio. Claire Randall si è appena ricongiunta con suo marito Frank. La guerra li aveva tenuti separati per anni. Decidono così di fare una sorta di “seconda luna di miele” per riscoprirsi e tornare alla vita di sempre. La meta scelta è Inverness, in Scozia. In circostanze misteriose, durante una passeggiata tra i monoliti di Craigh na Dun, Claire finisce per attraversare una specie di portale temporale, rendendosi ben presto conto di essere in un luogo e in un’epoca ben diversa dalla propria, in cui la sua vita sarebbe stata, ogni giorno, in costante pericolo.

Spoleto nel 2015?

Spoleto nel 2015?

No: la Scozia del 1743, sul nascere della rivoluzione giacobita contro il trono britannico. Non certo il posto ideale per una giovane ragazza inglese. Il primo pensiero di Claire sarà quello di provare a tornare a casa da suo marito.

Non è il caso di dire più di questo: Outlander è semplicemente da scoprire, puntata dopo puntata. Certo, non è detto che possa piacere proprio a tutti: se cercate una storia d’amore perfetta tra due personaggi idealizzati in stile Harmony, non la troverete qui; se desiderate vedere scorrere il sangue in ogni scena senza approfondimento dei personaggi, guardate qualcos’altro.

Violenza e sentimenti si influenzano a vicenda in un equilibrio quasi perfetto. Senza dubbio, è una serie scritta da un punto di vista più vicino a quello delle ragazze. In questo sì, la definizione data all’inizio può calzare.

Il suo pregio principale, però, è una trama che può piacere veramente a tutti: vederla solo come un Game of Thrones in rosa, insomma, non rende sufficientemente giustizia a una serie veramente completa come Outlander. L’unica capacità richiesta agli spettatori è di essere sufficientemente avvezzi non solo a scene di sesso, ma soprattutto al sangue e alla tortura. Il tutto è reso in modo esplicito, grazie a effetti speciali utilizzati alla perfezione.

Da guardare assolutamente in originale: la contrapposizione tra l’accento inglese di Claire e la ben più ruvida pronuncia scozzese costituisce da sola una bella fetta del carisma di Outlander. Inoltre, molti vocaboli importanti, tradotti anche quando non era necessario farlo, perdono gran parte del loro senso e fascino.

Un esempio su tutti: Sassenach”. È una parola scozzese, che Claire non conosce. Significa Straniera”, in senso dispregiativo. Qui viene reso semplicemente come Sàssone. Una piccolezza, forse. Ma visto il contesto, tradurlo non aveva molta utilità. Inoltre, credo fermamente che certe cose vadano lasciate come sono, senza riadattarle.

Voi affidereste mai le sorti della galassia a un biondino di nome Luca Camminacielo?

"La Forza scorre potente nei Camminacielo, Luca. Ora andiamo: il Falco Millenario ci aspetta"

“La Forza scorre potente nei Camminacielo, Luca. Prima tuo padre, adesso tu. Ora andiamo: il Falco Millenario ci aspetta”

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