Recensioni – La Teoria del Tutto


Locandina del film " La teoria del tutto"La Teoria del Tutto

di James Marsh, con Eddie Redmayne, Felicity Jones,Emily Watson, Charlie Cox

Cambridge, anni 60. Jane Wilde e Stephen Hawking si incontrano ad una festa: lui è un laureando in fisica , lei una studentessa di lettere. Stephen è brillante, ribelle, ateo, Jane è intelligente, volitiva, credente: il colpo di fulmine pare quasi inevitabile. Tuttavia di lì a poco Stephen scopre di avere la malattia del motoneurone, che lo priverà della capacità di controllare i muscoli volontari e quindi di camminare, parlare e persino deglutire. La terribile diagnosi, che dà al ragazzo non più di due anni di vita, non ferma Jane decisa a stare vicino all’uomo che ama: i due giovani si sposano e ,anche grazie alle cure della moglie, Stephen sopravvive ben oltre le previsioni diventando uno dei più grandi fisici tutt’ora viventi e il padre di tre bambini..

Una definizione azzeccata de La Teoria del Tutto ci viene suggerita dalla locandina che recita: ” La straordinaria storia di Jane e Stephen Hawking.La fonte primaria della pellicola è infatti il libro di memorie della prima moglie dello scienziato: Travelling to Infinity: my life with Stephen. In questo senso, la prospettiva scelta da James Marsh inevitabilmente mette da parte le questioni scientifiche, per concentrarsi sugli aspetti umani e familiari di un uomo che, oltre ad essere un genio, è anche un marito, un amico, un disabile. Per la stessa ragione, Jane occupa tanto spazio sulla scena quanto Stephen.

Queste decisioni di regia e sceneggiatura hanno lasciato in molti con l’amaro in bocca, soprattutto fra chi è andato al cinema aspettandosi di assistere alle scoperte e ai successi di Hawking. Sicuramente si possono contestare a Marsh alcune scelte di stampo puramente sentimentale, poco adeguate alla materia del film: tuttavia tra i tanti aspetti della vita del grande scienziato, quelli scelti per  La Teoria del Tutto non paiono meno degni di altri di essere raccontati.

Forse la migliore chiave di lettura di questo biopic ci viene fornita proprio da Stephen Hawking, che ha espresso la sua opinione sulla pellicola  in un post facebook:

Penso che Eddie Redmayne mi abbia rappresentato molto bene ne la Teoria del Tutto. Ha passato molto tempo con i malati di SLA per poter sembrare realistico. Alle volte, ho pensato di essere davvero io.
 
Vedere il film mi ha dato l’opportunità di riflettere sulla mia vita. Nonostante io sia affetto da una grave disabilità , ho avuto successo nel mio lavoro scientifico, ho viaggiato molto (…) Attraverso il mio lavoro, ho avuto il privilegio di comprendere alcuni aspetti del modo in cui l’universo opera. Ma sarebbe un universo vuoto davvero, senza coloro che amo “
 

 Chi potrebbe obbiettare a Hawking in persona?

In effetti, l’intepretazione di Redmayne è forse l’aspetto migliore dell’intero film: l’attore inglese riesce ad essere realistico e commovente allo stesso tempo, senza mai scadere nel melodrammatico o nel caricaturale. Per tutta la vicenda c’è un guizzo di furbizia quasi infantile sul suo volto e nel suo sguardo, a ricordarci (come se ce ne fosse bisogno!) che dietro alla fisicità malata di Hawking c’è una mente geniale e un animo vivace.  Pare meritatissima quindi la candidatura del Marius di Les Miserablés all’Oscar come Miglior Attore Protagonista. Brava anche Felicity Jones (Candidata all’Oscar come Miglior Attrice Protagonista),  anche se la sua recitazione più sobria è spesso messa in ombra da quella di Redmayne.

Tuttavia, messa da parte la grande prova degli attori, il film  non raggiunge mai l’eccellenza e seppure sia godibile, sembra soprattutto un’occasione persa. La regia, giustamente invisibile,  risulta però anche insipida:  Marsh non corre rischi e scade nella mediocrità, mentre la sceneggiatura è  ” corretta” all’eccesso, quasi l’avesse scritta uno studente di cinema per un esame.

Ciò che però disturba maggiormente è un certa ” romanticheria” che pervade il film  e che risulta assolutamente fuori luogo rispetto alla vicenda reale: qui un effetto non necessario, là una scena “furba” per suscitare commozione e  ancora, un gusto per le atmosfere da spot pubblicitario. Il finale in particolare, suona inutilmente retorico e fa naufragare molto del buono che pure la pellicola aveva costruito. Peccato, perchè il potenziale era altissimo.

La Teoria del Tutto è comunque un film da vedere: anche perchè è nella rosa dei candidati come Miglior Film agli Oscar 2015 . Ricordiamo che gli altri titoli in lizza sono: Boyhood (il mio preferito!), The Imitation Game, Birdman,The Grand Budapest Hotel, American Sniper, Selma, Whilplash. (Per la lista completa delle nomination, cliccate Qui )

Chi vincerà? 

 

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