Recensioni – Good Morning Vietnam


La recente scomparsa di Robin Williams ha toccato il cuore di molti. Non potrebbe essere diversamente per un attore che, tra la fine degli anni 80 e gli esordi del nuovo millennio,  ha accompagnato il percorso di crescita di molte generazioni. Quando eravamo bambini, Robin Williams era un Peter Pan  diventato grande troppo presto: poi siamo cresciuti un poco e si è trasformato in Keating, il nostro Capitano. Infine, quando siamo diventati adulti, Williams ci ha raccontato anche la follia e la morte: quasi ci siamo spaventati quando il suo volto benevolo è diventato quello di uno psicopatico in One Hour Photo. Su Discorsivo vogliamo però ricordarlo così: 

Locandina " Good Morning Vietnam"Good Morning, Vietnam

di Barry Levinson, con Robin Williams, Forest Whitaker, Noble Willingham, Tung Than Tran.

A metà degli anni 60 Adrian Cronauer è un aviere dell’esercito americano ed un istrionico disc-jockey.  Mentre infuria la guerra in Vietnam, Cronauer viene inviato a Saigon per occuparsi della radio delle forze armate statunitensi di stanza nel paese: le sue trasmissioni, anticonformiste ed irriverenti, gli faranno guadagnare la stima e l’affetto dei soldati ma anche le antipatie dei suoi superiori…

Nel 1979 il vero Adrian Cronauer, oggi giurista ed esperto di comunicazione, aveva proposto alla televisione americana una sit com sulla sua esperienza come dj per l’esercito USA in Vietnam,  ma si era visto rifiutare il soggetto con la motivazione che la guerra non poteva essere materia di commedia. L’intera storia del cinema e del teatro dimostrava il contrario e Cronauer non era uomo da arrendersi: il progetto di una serie televisiva si trasforma allora  in quello per un film e Good Morning, Vietnam esce nelle sale americane nel 1987, confermando (ancora una volta) che si può essere serissimi facendo ridere. 

Il regista è quel Barry Levinson che vincerà l’oscar nel 1989 per Rain Man, la sceneggiatura  è di Mitch Markovitz: Good Morning, Vietnam è divertente ed emozionante, anche se non sempre riesce a sviluppare gli spunti che crea e rimane in superficie dove ci sarebbe spazio per approfondire.Il tono è leggero, il tema  no: si ride di una risata piena e a tratti sguaiata, perchè a ben vedere, nè il soldato nè il civile sanno se il giorno successivo potranno dare il “buongiorno” al Vietnam. Il contrasto fra la tragedia e la commedia è il motore dell’azione:  così What a Wonderful World può risuonare, amara, mentre sullo schermo scorrono immagini di guerra.

Robin Williams mostra tutto il suo talento: l’attore americano era approdato al cinema da pochi anni, dopo l’esperienza televisiva di Mork e MindyGood Morning, Vietnam gli varrà già il Golden Globe e la nomination all’Oscar. Lasciato libero di improvvisare in molte scene, Williams si comporta da vero istrione: il suoAdrian Cronauer è scatenato e pungente,scorretto ed esilarante,  in grado di strappare una risata al soldato americano, al vietnamita e ovviamente allo spettatore.

Da vedere assolutamente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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