Stroncature – The Lone Ranger


The Lone Ranger - LocandinaThe Lone Ranger

di Gore Verbinski, con Armie Hammer, Johnny Depp, Helena Bonham Carter, Tom Wilkinson, William Fichtner, Ruth Wilson, James Badge Dale.

La Stroncatura di oggi ci pone di fronte ad un problema insolito: è possibile realizzare un film fortemente improntato sull’avventura mettendo insieme il produttore di Pirati dei Caraibi, gli sceneggiatori di Pirati dei Caraibi, il regista di Pirati dei Caraibi, il compositore di Pirati dei Caraibi e il più celebre interprete di Pirati dei Caraibi nei panni di un altro personaggio estremamente sopra le righe, senza tuttavia farlo somigliare neanche un pochino a Pirati dei Caraibi?

Sì.

Ma non è il caso di The Lone Ranger.

Bisogna tuttavia ammettere che la pellicola diretta da Gore Verbiski riesce ad evitare il confronto per un’oretta abbondante, sfruttando soluzioni narrative assenti nelle avventure di Jack Sparrow e limitando al minimo la stravaganza dell’indiano Tonto, il nuovo personaggio interpretato da Johnny Depp.

Di contro, la seconda metà del film sembra reggersi sulla convizione che lo spettatore sia ormai persuaso circa la presunta differenza tra The Lone Ranger e la saga piratesca, e non lesina nell’utilizzare buona parte degli elementi tipici di Pirati dei Caraibi, quali la fisica fantasiosa, un certo stile nei dialoghi, le movenze à la Sparrow di Tonto e persino la gag degli sgherri del cattivo travestiti da donne.

Trova le differenze

Trova le differenze

Digerita una bella dose di scene a dir poco inspiegabili, come quella in cui un intero plotone di esecuzione si dimostra talmente distratto da non accorgersi di un treno in retromarcia intenzionato a frapporsi tra i fucili e il condannato, non si può negare che il film – nonostante duri la bellezza di due ore e mezza – diverte ed intrattiene con un ritmo molto ben costruito e personaggi stereotipati, ma sufficientemente carismatici. La menzione d’onore va a William Fichtner, che veste molto bene i panni dello spietato Butch Cavendish. Un personaggio, questo, in cui Tonto vede un Windigo, una malvagia creatura sovrannaturale, capace di qualcosa che va molto oltre le doti di un comune mortale: divorare il cuore dei propri nemici senza sporcarsi la camicia.

Lo sviluppo della storia è avvincente ed originale, e conta numerose intuizioni narrative mai viste prima: in una scena ricca di pathos, per esempio, la donna amata da uno dei due protagonisti, con indosso il suo bell’abitino viola, cammina sulla fiancata di un treno in corsa per raggiungere i nostri eroi, rischiando di cadere;

“Eppure mi ricorda qualcosa..."

“Eppure mi ricorda qualcosa…”

oppure, la perla di alta filosofia di Tonto, interrato fino alla gola insieme al Ranger Solitario, pronto ad insegnarci che, persino in una situazione simile, “Potrebbe andare peggio. Potrebbe venirti prurito”;

"Oppure, potrebbe piovere"

“O potrebbe piovere”

o ancora, il fantastico ed indispensabile personaggio di Helena Bonham Carter, Red Harrington: una donna non esattamente puritana che ha ben pensato di sostituire una gamba amputata facendosi costruire una protesi con pistola incorporata.

"Davvero una pensata geniale!"

“Davvero una pensata geniale!”

Per non parlare poi della trama, assolutamente inedita: il fratello del protagonista viene ucciso dal cattivo, per poi subire indicibili, agghiaccianti pratiche cannibalistiche; nel frattempo, il secondo antagonista – per il quale lavora il primo villain – complotta per mettere le mani su una miniera ed utilizzarne il prezioso metallo per compiere la propria scalata al potere. Ma entrambi dovranno vedersela con il nostro eroe mascherato, già al corrente dell’astuto piano e desideroso di vendicare il fratello.

Un plot vincente, nella stesura del quale i due sceneggiatori (Ted Elliott e Terry Rossio) si sono davvero superati, tirando fuori qualcosa di completamente distaccato dai loro precedenti lavori, compresa la stessa saga di Pirati dei Caraibi.

Se non consideriamo “La maschera di Zorro”, ovviamente

Se non consideriamo “La maschera di Zorro”, ovviamente.

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