Brian May: Emozioni Stellari


“Il 13 luglio scorso, in occasione del “Sogliano Rock Festival 2013” il leggendario chitarrista dei Queen, Brian May, si è esibito di fronte all’estasiato pubblico romagnolo in coppia con la cantante inglese Kerry Ellis. Il repertorio contava qualche brano inedito, cover (Beatles, Kansas), nonché alcuni degli immortali successi dei Queen: “Somebody to love“, “‘39“, “Love of my life“, “Life is real“, “We will rock you”, “Crazy little thing called love“, “Tie your mother down“. La performance ha visto May cimentarsi in stile fingerpicking sulla chitarra acustica per buona parte della serata; uno dei momenti più belli, però, è stato quello in cui Brian ha imbracciato la mitica Red Special: il pubblico è letteralmente esploso in una prolungata ovazione. Per la gioia degli astanti non è mancato, fra le altre cose, l’assolo centrale in stile “Brighton Rock”. Il concerto ha sapientemente alternato istanti quasi commoventi (la dedica del brano “Life is real” a Freddie Mercury) con attimi di pura euforia (“Tie your mother down“, “We will rock you”), regalando un concerto, nel suo insieme, memorabile.”

Bentornati, cari lettori della rubrica “il Chitarrista”. Come avrete capito, Il numero del mese di Gennaio lo dedicheremo ad un artista d’eccezione: sir Brian May.

La recensione riportata all’inizio del nostro articolo, riguarda l’esibizione del noto chitarrista in un paese della Romagna, ovvero Sogliano al Rubicone, poco distante da casa mia. Purtroppo non potei assistere al prestigioso concerto e ringrazio l’amico Francesco Minotti per averci regalato in poche righe ciò che è stato, ed averci fatto assaporare anche solo per un istante, l’emozione provata in quella piazza, il 13 Luglio 2013.

Anche se ultimamente Brian May è stato in tournee con Kerry Ellis (prodigiosa e potente voce, molto conosciuta all’estero) facendo più che altro sessioni acustiche, il talento e lo stile irripetibile di May si riconoscono quando questi imbraccia la sua chitarra elettrica. Non dimentichiamo certo che Brian è noto soprattutto per aver fatto parte di quella band chiamata Queen, che ha rivoluzionato in parte la storia del pop e del rock, cimentandosi in generi sempre diversi e regalando alle generazioni brani memorabili, che resteranno impressi nella storia della musica.

Vediamo perché questo artista è considerato (anche da altri talenti ben più virtuosi di lui, come Steve Vai e Satriani) un personaggio di grande ispirazione ed innovazione:

STILE ED INFLUENZE MUSICALI: Lo stile unico di May ed il suo suono irripetibile, melodico, virtuoso, ma mai fuori contesto, associato ad uno straordinario talento compositivo, ha portato delle grandi novità all’interno della tecnica chitarristica, in senso generale. Brian è stato uno dei primi chitarristi ad utilizzare il tapping, inoltre è probabilmente uno dei primi ad aver suonato vere e proprie “multi-armonie” alla chitarra.  Ascoltando infatti i brani dei Queen, a volte si ha come la sensazione di sentire una moltitudine di chitarristi suonare contemporaneamente: in realtà quella di May è l’unica chitarra presente al momento delle registrazioni. Brian ha ereditato questo gusto dell’overdubbing e dell’uso della reiterazione della partitura dal suo amore per Bach e dell’utilizzo che questi faceva del canone, ovvero la sovrapposizione progressiva di un tema musicale che viene suonato o cantato sfalsandolo di pochi secondi tra un’esecuzione e un’altra. Questo, come avrete intuito, è il concetto che sta alla base del delay . Ed è proprio al delay che May si rifà per riproporre dal vivo alcune delle suggestioni create in studio grazie alla sovra incisione, dove ne fa un vero marchio di fabbrica , sfoggiando tutto lo stile e la tecnica targata Brian May: l’assolo di Brighton Rock (in allegato qui sotto). Tecnicamente parlando, May sfrutta il processo di triamplificazione e usa due delay, all’epoca Echoplex analogici, poi convertiti in digitale, settati su tempi diversi, l’uno con un rate doppio all’altro. In parole povere, il segnale dry, quindi senza delay, (semplificando il concetto) esce dalla chitarra e viene riprodotto da un primo ampli. Un secondo segnale esce dalla chitarra ed entra in un’unità delay settata diciamo a 800ms, per poi venir riprodotto da un secondo ampli. Lo stesso fa un terzo segnale che, però, viene elaborato da un’altra unità delay settata con un rate doppio rispetto alla prima, quindi a 1600ms.

I suoi assoli sono carichi di emozioni più che di note, preferendo armonie e suggestioni al posto di veloci esecuzioni. Le note suonate dalla sua chitarra sfiorano, anzi, cavalcano l’onda del pezzo, cosicchè questi, sembrino un proseguimento del cantato all’interno del pezzo.

Per quel che riguarda le sue tecniche chitarristiche, si può dire che queste siano molteplici: l’uso del legato, il vibrato ed i bending sono i primi ingredienti del suo stile, conditi da un uso di scale minori e maggiori, a volte suonate in posizioni inusuali.  Nel periodo con i Queen alterna parti ritmiche piene e massicce a parti solistiche in maniera mai netta o distaccata, ma sempre in modo molto dinamico e fluido, facendo sembrare quasi superfluo un secondo chitarrista.

L’ispirazione musicale di May, come da lui confermato, si può ricercare  in personaggi quali Jeff Beck, Eric Clapton, Jimmy Page, Cliff Richard e Hank Marvin degli Shadows.

STRUMENTAZIONE: Quando parliamo di strumentazione di Brian May, non possiamo far altro che citare la mitica (ed unica) chitarra, la Red Special, ed i suoi amplificatori di riferimento, ovvero i Vox AC30.

La sua prima chitarra ha una storia molto particolare: all’età di sedici anni e con l’aiuto del padre ingegnere, Brian costruisce la Red Special, la chitarra che ancora oggi lo accompagna in studio e dal vivo. Inimitabile a livello di fattura e resa sonora, la Red Special monta tre pick-up single coil, l’unica parte comprata in negozio, modificati dallo stesso Brian e in grado di ottenere 13 combinazioni di tonalità diverse, grazie ai circuiti realizzati dal loro padrone che li ha dotati anche di un modulatore di fase che consente di suonare coi pick-up in contro-fase, agendo sugli switch che la chitarra monta, uno per ogni pick-up. La contro-fase è presente anche in altre chitarre, come la Jaguar e la Mustang, entrambe della Fender. Altra particolarità è il plettro scelto da Brian, per suonare la Red Special: una moneta da 6 pence. Tale scelta, deriva dal fatto che l’artista non ama quelli di materiale plastico, poichè sembra non riescano a dargli l’attacco e il tono desiderato.

L’amplificatore preferito di Brian, invece è il Vox AC30, il più classico degli amplificatori valvolari inglesi, usato sia dagli Shadows che dai Beatles al quale il chitarrista è solito tagliare le frequenze più basse per esaltare le alte e ottenere una distorsione valvolare più naturale; a questo scopo Brian utilizza un Treble Booster modificato da Pete Cornish. Un ultima curiosità: in studio May affianca spesso al suo AC30 il Deacy, un piccolo amplificatore assemblato da John Deacon, bassista dei Queen, ricavato da un vecchio altoparlante hi-fi trovato in un cassonetto dei rifiuti. A questo May taglia invece gli alti, coprendolo con un cappotto. Oltre al Treble Booster ed al Delay, Brian non usa molti effetti; Possiamo sentire un Foxx Foot Phaser in Bohemian Rhapsody, We Will Rock You e Keep Yourself Alive oppure un Chorus nelle versioni studio di In The Lap of The Gods e Hammer to Fall.

La recensione dell’artista volge alla fine: ma più che usare le parole, vi esorto ad ascoltare la sua musica, che a mio parere, e secondo quanto detto sopra, racchiude l’essenza stessa del rock ‘n’ roll.

Buon Ascolto e al prossimo appuntamento!

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