Tutti si bevono lo “I love you”


In questa fotografia, noi immaginiamo che il getto del liquido (dal calice) concorra in qualche modo a “scrivere” sulla parete. Tuttavia, nella figurazione complessiva si percepisce una certa dialettica. Il vero writer aveva lasciato il più “sognante” I love you. Ora la modella Aksinja “si sbarazzerebbe” del suo liquido. Allora lei, un po’ “negativamente”, avrà rifiutato l’allegria del brindisi. Il volto, inquadrato appena di profilo, conta massimamente tramite la bocca spalancata. Se Aksinja urlasse, noi tenderemmo a percepirne “un’arrabbiatura”. Quindi la possibile “scrittura” dal calice andrà contraddicendo la lettura più “sognante” d’un I love you. Precisamente, la gittata del liquido perso sarebbe adattabile al profilo d’una spada sguainata. Questa non scriverà sul muro, ma più “negativamente” lo “ferirà”. Esteticamente diviene importante che la scritta I love you abbia la tonalità “sanguigna” del rosso scarlatto. Per la tradizione giapponese, chi pratica un’arte marziale letteralmente deve “assorbirsi” in un processo (dalla parola keiko). La forza fisica s’accompagnerà a quella interiore. In generale l’arte marziale non sarebbe solo da applicare (contro qualcuno o qualcosa), poiché essa dapprima trasforma il di chi la vive. Così, noi la percepiamo “nell’assorbimento” del corpo verso l’anima. In questa fotografia, Aksinja trasformerebbe i propri sentimenti (probabilmente arrabbiati) “sull’incisione” del liquido. Qui è persino “realistico” percepire l’assorbimento. E’ interessante la posizione dell’accessorio in pelle, in simmetria verticale col calice. Sembra che entrambi riproducano il manico d’una cazzuola, che ovviamente spalmerebbe sul muro la sua scritta: I don’t love you. La scollatura della camicia sarebbe altrettanto inquietante da percepire. Essa riproduce la lama molto affilata d’un pugnale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bibliografia consultata:

M. GHILARDI, Cuore e acciaio, Esedra, Padova 2004, pp. 47-48

 

 

Nota biografica sugli artisti recensiti:

Il fotografo Ursu Bogdanel Ionut nasce in Romania nel 1983, e poi si trasferisce definitivamente a Roma, dove studia all’Accademia di Belle Arti. Lui è dapprincipio un pittore. I suoi quadri mostrano una figurazione orientaleggiante, dai toni caldi, ove il cubismo percettivo si decora in via simbolica. La fotografia è per Ursu Bogdanel Ionut il nuovo campo d’azione artistica. Anche qui, si mantiene la dialettica estetica fra il cubismo ed il decorativismo. Ursu Bogdanel Ionut ama la fotografia che sperimenti di continuo se stessa. (www.ursu.it)

La modella Aksinja Bellone nasce nel 1988 a Torino, da madre russa e padre italiano. Lei è una poliglotta, studia da anni recitazione. Ha già avuto esperienze d’attrice, pure in lungometraggi. Nel contempo, Aksinja è una modella professionista.

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