Polka Dots Madness: Louis Vuitton celebra Yayoi Kusama


«Se non fosse stato per l’arte, mi sarei suicidata molto tempo fa», Yayoi Kusama.

Vive reclusa nell’ospedale psichiatrico di Tokio, dove si è fatta internare volontariamente nel 1977, protagonista assoluta dell’arte contemporanea giapponese, è ossessionata dall’infinito. E ora collabora con Louis Vuitton.

Yayoi Kusama ha 83 anni, ma porta ancora parrucche rosse. Nella New York degli anni ’50, veniva paragonata a Pollock e Warhol. «È pop come un anime e al tempo stesso surreale, inquietante e destabilizzante come un viaggio nei meandri dell’inconscio» (Vogue Italia, luglio 2012).

La sua opera è allucinante in senso letterale: «c’è un equilibrio tra l’impronta evidente della sua infermità mentale e l’impronta della storia dell’arte», come spiega Frances Morris, critica d’arte e curatrice della mostra Yayoi Kusama (dal 12 luglio al 30 settembre, al Whitney Museum di New York), sponsorizzata da Louis Vuitton.

I dettagli personali dell’incontro rimangono privati, ma quello che è certo è che Marc Jacobs è stato da Kusama qualche mese fa e ha deciso che l’iconografia dell’artista giapponese doveva entrare a far parte della storia della casa di moda francese. Nasce così una capsule collection, in vendita da questo mese (una seconda seguirà a ottobre), che celebra l’intera opera di Kusama e rende omaggio soprattutto ai suoi emblematici polka-dotsc. «E’ un onore poter collaborare con Louis Vuitton. Marc jacobs è un designer incredibile e con un gran talento artistico. Le creazioni della maison sono molto conosciute e questa collezione arriverà al cuore delle persone di tutto il mondo».

Marc Jacobs and Yayoi Kusama – The Ideas

Kusama ritrova una sua vecchia passione: la moda. Per lei, è stata (ed è) sicuramente un importante mezzo espressivo. Tra il 1967 e il 1969 realizzava fashion shows, progettava abiti e tessuti per i department stores americani e aprì anche una propria boutique. In quegli anni pop “scoprì” i pois arcobaleno: ricopriva tutto, perfino gli spettatori delle sue opere, con pallini psichedelici. Negli ultimi anni la sua arte si è allineata a un uso ricorsivo e ossessivo di questo motivo, dei colori fluo che ha sperimentato sulla sua stessa testa e sul suo look, che punta su stampe mono-cromatiche, ma sempre accese.

Ecco così nella nuova collezione di Louis Vuitton firmata Kusama, scarpe a pois, borse a pois, sciarpe a pois e fuseaux a pois. I pois come i puntini che vide davanti agli occhi in casa dei genitori quando, bambina, soffrì la prima allucinazione.

Il 12 luglio, l’artista ha fermato il traffico sulla 57esima strada, svelando le vetrine disegnate per Vuitton, affascinanti e inquietanti. Con il solito spirito anticonformista, la sua condizione è stata che lei avrebbe decorato le vetrine per i negozi (461 nel mondo) a patto che lì non si esponessero prodotti: «ci sono cose che puoi comprare con i soldi, altre che non puoi comprare. La spiritualità non puoi comprarla».

Kusama: Princess of Polka Dots

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