Focus: il torneo di pallacanestro a Londra 2012


Ora tutto può avere inizio. I sorteggi del 9 Luglio hanno sancito in modo definitivo la composizione dei gironi delle Olimpiadi, chiaramente quelli della sponda pallacanestro. Nel primo, si contenderanno i quattro posti in palio Stati Uniti, Argentina, Francia, Lituania, Tunisia e Nigeria, mentre nel secondo la bagarre sarà tra Spagna, Brasile, Russia, Gran Bretagna, Australia e Cina. E, mettendoci l’ anima in pace per la decisione della RAI di non trasmettere il torneo, la convinzione è che questo che sarà uno di quelli più interessanti della storia cestistica a cinque cerchi, o almeno di quella più recente.

USA ON THE ROAD
Non sarà una passeggiata per gli Stati Uniti, non almeno come successe a Pechino. Lì la concorrenza fu relativa, anche se nel girone alla selezione a stelle e strisce toccò affrontare anche la Spagna, con cui otto giorni dopo diede vita a una finale che va considerata senza dubbio tra le partite più belle che la storia della pallacanestro possa annoverare. Lo scarto della prima fase fu imbarazzante (119- 82) mentre viceversa la finale fu più combattuta, e solo Bryant e Paul permisero agli USA di non capitolare sorprendentemente. L’ impressione, questa volta, è che gli uomini di Krzyzewski non si dovranno permettere distrazioni, data la concorrenza agguerrita. Nello stesso girone sono presenti infatti Lituania e Argentina, temibili per due motivi diversi. I baltici hanno infatti recuperato Kleiza e Maciulis, ovvero quei grimaldelli la cui assenza l’ anno scorso aveva impedito agli uomini di Kemzura di trionfare all’ Eurobasket casalingo. Avendo a disposizione questi due elementi, più la leadership e il fosforo di Sarunas Jasikevicius, il coach lituano potrà variare assetto, usando due lunghi e un’ ala piccola di taglia, oppure due ali piccole perimetrali, creando dunque problemi di accoppiamento difensivo. Al contrario, l’ Argentina conterà su tutta la sua generazione d’ oro, che al passo d’ addio vorrà lasciare un ricordo indelebile, dopo 10 anni di risultati che a Buenos Aires non avrebbero mai immaginato, almeno a livello cestistico. Ginobili, Prigioni, Scola, Nocioni e lo stesso Delfino, dal 2002 (Mondiali di Indianapolis chiusi al secondo posto per un arbitraggio un po’ dubbio a favore della Serbia di Obradovic in finale) in qua hanno portato l’ Argentina dove mai era stasta. Chiaramente con loro c’ erano anche compagni che nel frattempo si sono ritirati, ma insomma, il succo è che vorranno cogliere un risultato di prestigio, come coronamento di questo decennio, e questo li rende molto più di una semplice mina vagante. Naturalmente, gli Stati Uniti sono favoriti: il loro roster presenta nomi come Paul, Bryant, James fresco di anello al dito, Anthony, Durant e Love. L’ unica nota stonata sembra essere forse la mancanza di lunghi dominanti, com’ erano Boozer, Bosh e Howard nel 2008. Anche se lì la soluzione più adottata fu quella di schierare in contemporanea James ad Anthony, due che in NBA hanno il ruolo di ala piccola, ma con taglia sufficiente per fare anche l’ ala forte, almeno a livello FIBA: l’ esperimento poi riproposto nel 2010 ai vittoriosi Mondiali in Turchia con Iguodala e Durant, con quest’ ultimo più “4” che “3”, date le dimensioni maggiori rispetto al compagno. Ora però un centro polare come Howard non c’è: Chandler è quello più simile, ma il giocatore dei Magic è di sicuro più pericoloso in fase offensiva, e questo è un notevole grattacapo per Coach K, dato che, dopo Bosh, si è rotto anche Griffin. Love non è abituato certo a giocare da centro, anche se sa farlo e molto bene: ma un conto è fare l’ ala forte (o 4 che dir si voglia) in NBA, dove gli arbitri ti proteggono in quanto stella, un altro è a livello FIBA dove questo credito non c’è e dove i difensori non vanno tanto per il sottile quanto si tratta di assestare qualche legnata. La Francia, delle quattro, senza Noah sembra la meno pericolosa, ma attenzione: Parker, Batum e Diaw sono clienti scomodi per tutti, e fermare la nazionale transalpina non sarà semplice.

DALLA RUSSIA CON FURORE
Non è impensabile che la gara finale possa vedere opposte le rivali per eccelleza, di questo sport: USA- Russia stuzzica già numerose fantasie, e, anche se è giunta qui attraverso il pre-olimpico, ricordiamoci che anche a livello di pallacanestro i due Paesi hanno avuto le loro belle polemiche. La finale delle Olimpiadi di Monaco del 1972 è lo zenit di questa rivalità e al contempo il pomo della discordia di quasi tutte le scaramucce successive. All’ epoca, ai russi furono dati tre tentativi a causa del cronometro e del regolamento conseguente, per vincere la finale, cosa che puntualmente avvenne, scatenando le ire degli Stati Uniti. L’ ultimo battibecco sull’ argomento risale dal 2010, quando Blatt, coach americano della nazionale russa, disse candidamente che la versione americana dell’ episodio, chiaramente di tono vittimistico, era un po’ lontana dalla realtà, e ciò scatenò le ire di Krzyzewski, che lo definì “russo”. Qualunque sia la verità legata a quella finale, comunque il pepe non mancherà: la Russia può mettere in difficoltà chiunque, USA compresi, grazie all’ agilità muscolare di Kirilenko e Khryapa, alle sorprese che dal cilindro possono tirare fuori Monya e Fridzon, al fisico di Kaun e Mozgov sotto le plance e Ponkrashov in cabina di regia, senza dimenticare le incursioni spericolate di Shved verso il canestro. Oltre alla Russia, naturalmente si dovrà fare i conti con la Spagna di Scariolo, che ha nel suo roster elementi del calibro dei due Gasol, Navarro (se recupera, ma proverà a stringere i denti), Llull, Fernandez e Ibaka, che forse vedremo marcare il suo compagno di club Durant se la Spagna incontrerà la selezione a stelle e strisce. Dietro di loro il Brasile, smanioso di tornare ai fasti di un tempo e di essere una tradizione che anche nel basket lo ha sempre visto protagonista. Ci proverà avendo un pacchetto lunghi da NBA (Varejao e Tiago Splitter), così come lo è uno degli esterni (Barbosa), e con play da alta Eurolega (Huertas). Insomma, c’è tutto per sorprendere. Per l’ ultimo posto del girone se la giocano Gran Bretagna, Australia e Cina, con la prima che probabilmente finirà per farsi preferire, dato che è la padrona di casa e ha comunque giocatori validi (Luol Deng, Joel Freeland, Mensah- Bonsu): se passasse da ultima del girone, con tutta probabilità incontrerebbe gli Stati Uniti. Nel caso, c’è anche la possibilità che sia la Cina a superare il turno e non i padroni di casa: anche qui la gara assumerebbe significati extra- sportivi importanti.

GIOCA LA STORIA
Russia, Gran Bretagna (o Cina), Francia, Spagna e Argentina: tutte partite significative, anche se per ragioni diverse: le prime quattro da un punto di vista storico (Parigi e Madrid furono fondamentali nella Guerra d’ Indipendenza americana, sostenendo le province unite), l’ ultima da quello sportivo. Quelle coi francesi e argentini sono certe, le altre solo possibili. Una cosa è sicura: nulla come le Olimpiadi carica di significato extra-sportivo (sia esso storico o di attualità) una gara agonistica, neanche il Mondiale di calcio. E allora, come direbbe il Gatto con gli stivali della Universal Pictures, «che la festa cominci!».

+ Non ci sono commenti

Aggiungi