Tra oriente e occidente


Alberto, 38 anni Chiropratico, Posturologo, Massiofisioterapista. Sposato con 2 figli. Lei spesso lavora a stretto contatto con l’ambiente sportivo; oggi lo sport è ancora aggregativo per i giovani? Rispetto al passato cosa è cambiato?

Be, diciamo che forse sono cambiate le finalità, nel senso che quando lo facevamo noi, e parlo di 25 anni fa, si faceva, forse, più per passione, c’era più sacrificio. Adesso diciamo che siamo gravitati nell’orbita “grande fratello”, per fare una metafora: i ragazzi sanno che si può guadagnare, anche senza sacrificio, quindi alcuni si sacrificano meno di altri pur avendo magari più doti atletiche e tecniche; questo soprattutto in Italia. Mi sembra che negli altri paesi, visto che da noi vengono ragazzi di tutte le nazionalità, il discorso sia diverso: hanno le motivazioni e la voglia di arrivare, un sano “arrivismo” esiste ancora.      

Lei si interessa anche di Kinesiologia, vuole spiegarci di cosa si tratta?

La kinesiologia scritta con la “K”, cioè kinesiologia applicata, è una disciplina scoperta nel 1964 dal dott. Goodheart, un chiropratico americano. Più precisamente nel 1964 uscì il primo articolo di kinesiologia applicata, con la quale il dott. Goodheart ha stabilito, con maggiore precisione, le connessioni esistenti, già individuate dalla medicina cinese, tra meridiani e organi; il dott. Goodheart  ha scoperto che, premesse queste connessioni, ce ne sono anche altre, molto profonde, tra meridiani, organi e muscoli specifici. Con la kinesiologia applicata, che è una disciplina che può collaborare con tutti i campi medici, nessuno escluso, si va a testare prevalentemente il sistema neurologico del paziente per avere delle risposte; sia di tipo psicosomatico, chimico-metabolico, strutturale, ostio-strutturale, energetico, emotivo ed emozionale e anche alimentare e nutrizionale.  

Nel suo lavoro oggi in che modo oriente e occidente possono convivere? Mi spiego meglio, quali prospettive di integrazione vede tra la medicina occidentale e altre forme terapeutiche spesso definite come alternative?

Per quanto mi riguarda le “medicine alternative” non esistono; è una dicitura che la medicina occidentale, moderna, dà delle tradizioni. Una volta, tecnologicamente, non ci si poteva né curare come oggi, né diagnosticare come si fa adesso; quindi si prendevano in considerazione gli strumenti disponibili: le mani, cioè tutte le forme di massaggio; la botanica e quindi l’Ayurveda; e poi le stelle, le stelle una volta contavano molto, chi le sapeva leggere era molto avvantaggiato, la medicina si basava su queste tre strutture. Ovviamente non possiamo rinunciare a tutti i dispositivi tecnologici che abbiamo oggi, sia chirurgici che diagnostici.  Ma secondo me l’alternativa, rispetto alla tradizione è la modernità. Ovviamente la sinergia tra le due culture è sempre la medicina migliore. Poi bisognerebbe che i pazienti conoscessero meglio se stessi, ma questo è un problema abbastanza atavico. Purtroppo in Italia la situazione la conosciamo tutti, i medici vogliono tenere ancora un potere medico “ancestrale” e quindi tutti sono sottoposti alle decisioni della medicina attuale. Però in questi ultimi 20 anni, le medicine alternative, l’omeopatia in primis, hanno avuto un grosso sviluppo e la gente non si affida più alla medicina odierna ma propende di più per quella diciamo orientale, energetica, sia Ayurvedica nel caso che venga dalle regioni indiane o con l’ago puntura, che è un esempio di medicina cinese. Secondo me le diagnosi potrebbero essere molto più precise perché dove non arriva la medicina nostra, tecnologica, c’è sempre una componente spirituale, energetica, di materia; e purtroppo non avendo delle tecnologie che possono valutare il nostro stato energetico, queste tradizioni secondo me sono imprescindibili; c’erano 5000 anni fa e dovrebbero continuare a esserci adesso.                    

Per concludere: Si dice spesso che la sua generazione è stata meglio di quella di suo padre, oggi lei crede di poter augurare lo stesso ai suoi figli?

Speriamo proprio di si, non ne siamo così convinti, però speriamo proprio di si, la generazione precedente dice sempre che costruisce il futuro per i propri figli; andiamo avanti con queste credenze da 5000 anni, speriamo, si, ci crediamo!

Grazie mille  

           

 

 

 

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