Giorno della Memoria: Maus, il ritorno


Correva l’anno 1986 quando nelle fumetterie di tutto il mondo usciva Maus di Art Spiegelman. Fiumi di parole sono state spese per lodare questo capolavoro della nona arte, così fedele al linguaggio espressivo del fumetto eppure capace di esplorare tematiche fino ad allora sconosciute per quel mezzo di comunicazione.

In occasione del Giorno della Memoria fa quindi molto piacere riportare la notizia dell’uscita di Meta-Maus, un lavoro che – come suggerisce il nome – è pensato per guidare il lettore dietro le quinte del capolavoro.

Il cofanetto, composto da un libro e un dvd, è stato pubblicato negli Stati Uniti da Random House (Pantheon Books) in occasione del 25° anniversario dell’uscita di Maus e sarà tradotto in italiano da Einaudi entro la fine del 2012. Cosa contiene? Un’intervista di Hillary Chute (insegnante di Letteratura Americana all’Università di Chicago) allo stesso Spiegelman, che spiega i tre perché della realizzazione di Maus: perché la scelta di parlare della Shoah, perché raffigurare i personaggi con fattezze animali e perché la scelta del fumetto come mezzo d’espressione. E poi tanto altro, dalla versione digitalizzata dell’opera al più classico dei making of, in cui l’autore conduce il pubblico dentro la realizzazione di Maus.

Ciò che rende veramente speciale Meta-Maus, tuttavia, è la presenza delle interviste (sia trascritte che nell’audio della registrazione originale) di Art Spiegelman al padre Vladek, utilizzate per la stesura dell’opera. Un vero tesoro della memoria, grazie al quale è possibile conoscere la storia del vero protagonista di Maus. Questo materiale, già uscito nel 1993, era ormai circondato dall’alone di leggenda che accompagna tutti i pezzi da collezione introvabili: la sua ricomparsa in Meta-Maus è un’ottima notizia per tutti i collezionisti.

Il tour mondiale organizzato per presentare Meta-Maus ha portato Spiegelman anche a Torino, dove il 19 gennaio scorso il fumettista (vincitore del Premio Pulitzer nel 1992) ha tenuto una lezione sull’evoluzione del linguaggio dei comics. In un’intervista del 21 gennaio a Silvio Bernelli dell’Unità, parlando del rapporto tra fumetto e memoria Spiegelman ha ribadito la sua convinzione che «i comics sono il mezzo più semplice per entrare nel cervello delle persone: noi infatti pensiamo per immagini o piccole esplosioni di parole».

Oggi, secondo Spiegelman, i protagonisti di Maus sarebbero altri: «Gli aguzzini e le vittime non sembrano più divisi per categorie razziali, ma per categorie economiche. Da una parte ci sono i ricchi, i gatti, che sono l’1% della popolazione; dall’altra i poveri, i topi, che sono il 99%». Nonostante lo scorrere del tempo e i cambiamenti della società, però, la capacità insuperata di Maus di narrare  in modo inconsueto l’Olocausto è rimasta del tutto inalterata. L’idea di raccontare la vicenda del padre deportato ad Auschwitz trasformando i protagonisti della vicenda in animali (topi gli ebrei, gatti i tedeschi, cani gli americani, maiali i polacchi…) ha infatti permesso a Spiegelman di esaltare le peculiarità del fumetto, pur nella narrazione di un tema difficile come la Memoria della Shoah. Maus rimane magicamente sospeso tra una raffigurazione surreale e una trama terribilmente vera, dimostrando tutta la sensibilità estetica del suo autore. Che non è casuale: «Io sono cieco da un occhio, – racconta Spiegelman – mi è stata negata la visione tridimensionale. Il mondo bidimensionale delle tavole disegnate, per me, è la realtà».

2 Comments

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  1. Arianna Beccaletto

    Dopo aver letto questo capolavoro ammetto di aver rivalutato parecchio il fumetto e la sua capacità comunicativa. L’aver trasformato i protagonisti animali mi ha fatto percepire ancora di più il terrore degli ebrei-topi o l’astuzia crudele dei tedeschi-gatti.

    • Luca Rasponi

      La scelta degli animali è l’idea alla base del successo di Maus: secondo me è perfetta per far capire le potenzialità espressive del fumetto a chi non lo conosce o non lo ritiene capace di raggiungere determinate vette letterarie.

      Va detto però che Maus è un caso particolare, in cui l’ossimoro tra narrazione e immagini produce armonia. Ma il fumetto sa essere anche “realistico” nel disegno con grande efficacia, creando un parallelo (invece che un contrasto) tra parole e immagini che spesso e volentieri funziona altrettanto bene.

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