Ready, Steady, Go!


Quando mi è stato proposto di tenere una rubrica di moda, la mia prima reazione è stata di incertezza. La natura dell’argomento, l’inesperienza, l’alta probabilità di risultare superficiale, creavano diversi problemi.

Ma, ehi! Non sono obbligata a scrivere di lustrini e bellezza. Right?!

Per gli esseri umani le priorità sono avere del cibo, un riparo e abiti. Spesso i vestiti sono l’espressione della nostra vita. Se vissuta come costume, la moda è un grande specchio della società: oggi è tecnologia, abitudini di consumo, ricerca di identitàè sinonimo di collocazione storico-sociale, di passioni, di luoghi (reali e virtuali), di stili di pensiero, di politiche, di film.

La recessione globale ha colpito duramente anche quest’industria, costringendola a rivalutare, reinventare e reinterpretare il lusso attraverso la necessità. Forse quest’anno compreremo meno da Comme de Garcons o Margiela, ma ci interesseremo a Christopher Kane e Leon e Lim di Kenzo. Punteremo su talento e creatività, aldilà della congiuntura economica.

E quale momento migliore per dare vita a Dressed to the nines, se non ora? ll mondo della moda si è accorto davvero dell’inizio di un nuovo anno quando, a Firenze, il 10 gennaio, si è aperta ufficialmente la nuova edizione del Pitti Immagine. E’ con la kermesse internazionale dedicata al mondo del menswear che ha preso il via la lunga stagione dedicata alle collezioni del prossimo autunno.

E mentre a Firenze calava il sipario, a Milano entravano in scena le sfilate di Milano Moda Uomo: la più importante manifestazione mondiale dedicata al pret-à-porter maschile. Agli stilisti il compito di trovare il giusto mix tra tradizione e innovazione, una ricetta difficilissima da indovinare. Il 17 si chiuderanno i battenti e la grande carovana della moda si rimetterà in moto, sempre uguale eppure sempre diversa.

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