Internet Addiction Disorder: “ancora cinque minuti”


Nel lontano 1991, 27 anni fa, nasce al CERN di Ginevra il protocollo HTTP, che porterà due anni dopo alla creazione del primo browser web. Dal 1995 in poi Internet passa dall’essere una rete utilizzata perlopiù dalla comunità scientifica ad una rete di comunicazione privata su larga scala. Già dal 1996 la comunità scientifica parla di uno strano fenomeno, chiamato Internet Addiction Disorder (IAD), o Dipendenza da Internet. Non avendo punti di riferimento per descrivere questo nuovo fenomeno, i ricercatori utilizzarono i criteri diagnostici che si riferivano alle generiche dipendenze da gioco d’azzardo. Nei primi anni 2000, gli anni del boom di Internet alla portata di tutti, i centri di salute mentale in varie parti del mondo occidentale cominciarono a registrare i primi casi di IAD, associati a dipendenza o abuso di sostanze, disturbi d’ansia e dell’umore.

“Alla fine se utilizzassi quella tattica contro quel clan avversario, forse riusciremmo a vincere la partita e conquistare quel posto così tanto voluto da tutti. Ma sì! Certo! Io, che sono a capo di questa clan, sto un po’ più defilato nelle retrovie.. Tanto si sa che io sono il primo target degli avversari, in questo modo devono prima passare sotto i colpi dei miei compagni. Nel frattempo il secondo team si sposta di nascosto da sotto la collina e prende da dietro il nemico. Organizzerò i vari gruppi d’assalto in maniera equilibrata mettendo il buon tank greco, Achileas, con cui mi trovo super in sintonia. Poi tutti su teamspeak e gestisco il tutto. Facciamo un bel bait in modo che ci vengano addosso e non si rendano conto del doppio fronte in arrivo da…
DRIIIIIIIIN DRIIIIIIIN DRIIIIIIIN..
Cavolo! La sveglia! Ma è già ora di alzarsi?! Lo sapevo che dovevo staccare prima ieri sera.. Però dai, sono abituato ormai a dormire 4-5 ore a notte.. E poi ieri sera abbiamo fatto un bel party per fare un bel po’ di war point contro i nemici, è stato uno spasso.. A proposito, vediamo chi c’è online, giusto per vedere se è tutto in ordine..
– Guarda che perdi il treno!! – Siiii ‘maaa, ora scendo! Non ti preoccupare.. (madooo che palle, sempre a preoccuparsi! Uffa!)…”


Nel DSM5 – il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali della American Psychiatric Association – è stata proposta la categoria diagnostica dell’“Internet Gaming Disorder”, ma c’è ancora tanta strada da fare. Oggi, infatti, la Internet Addiction non è classificabile come un vero e proprio disturbo mentale. La motivazione principale è che la dipendenza da Internet sia più che altro un sintomo che fa parte di quadri psicopatologici diversi.

“…Dunque, finisco lezione alle 12.. Sento un attimo il vice clan per vedere se è tutto ok, poi magari controllo eventuali dubbi che ci sono sul forum per quanto riguarda la tattica di domenica per difendere il castello. Certo che però siamo ancora a martedì e in clan hanno ancora un sacco di dubbi su come muoversi… Mah.. ce la faremo?! Ma quanto dura sta lezione noiosissima?! È il secondo anno che seguo sto corso ed è sempre la solita palla… Vabbé, mi controllo sul cellulare eventuali boss da farmare questa sera per trovare qualche oggetto carino. Uuuuh questo spawna solo di sera e non siamo ancora riusciti a prenderlo! Perfetto oggi pomeriggio torno a casa e inizio a trovare gente per farlo!”


Coloro che soffrono di Internet Addiction non sono tutti uguali. C’è chi lo diventa perché non riesce a gestire le emozioni dolorose. Si rifugia quindi in un altro mondo, non reale, immunizzandosi dal dolore, quello vero. Forse sono già depressi, o con un disturbo d’ansia forte. Potrebbero avere un disturbo bipolare, o ossessivo-compulsivo. A volte l’emozione dolorosa insopportabile potrebbe derivare da problemi lavorativi, familiari, abusi e violenze. E allora Internet diventa il rifugio dove dimenticare tutto. MMORPG e videogiochi in generale, YouTube, Social Network, diventano allora un mondo parallelo dove io posso vincere, essere chiunque io voglia. Se nel mondo reale mi sento un fallito o una vittima, online posso essere un eroe, un demone violento, un vincente. Se non ho amici reali, ne posso avere migliaia virtuali.

“Ore 12.00

Uff.. La lezione dopo pranzo non è obbligatoria.. Alla fine tanto il prof legge solo le dispense e tanto lo so che poi mi boccia come ha fatto le ultime quattro volte.. È palese che ce l’abbia con me, ti pare che dopo quattro volte che vengo a dare il tuo esame e che studio, non sappia le cose almeno da 18?! Bah, vabbé.. Ho sentito Dobarn e mi ha detto che se arrivo per le 14 incominciamo ad organizzare un party per fare esperienza e cercare alcuni materiali per i craft di armi più alte in grado.. Non sarebbe male.. Poi cresco anche io.. Figo! Dunque il prossimo treno è tra, cavolo, venti minuti.. Vamos! Mi mangio un panino poi a casa, tanto in frigo trovo sempre qualcosa da piazzarci dentro.. Meglio avvisare quel simpaticone, che altrimenti incomincia senza di me.. “We, ciao Dob! Oh guarda che dovrei riuscire ad arrivare per le due, spero solo di riuscire a prendere il treno.. sto a correre praticamente, tu non fare lo stronzo che incominci senza di me eh?! Ecco bravo, ricordati che sono anche il tuo clan leader, anche se di solito te ne sbatti della cosa! Ahahahahah!! Dai bello, ci becchiamo dopo in chat!”.. Ottimo.. E ora meglio correre che sennò non arrivo mai al treno in tempo! Sempre di corsa mannaggia..”


C’è chi, invece, proprio non riesce a resistere agli impulsi, alla gratificazione immediata. Internet potrebbe, in questi casi, essere un altra fonte di sensazioni positive, come quelle della droga o del sesso. Alcune persone con Internet Addiction diventano dipendenti dal porno, o dal sesso virtuale. Altri sono già tossicodipendenti, o comunque abusano di sostanze. I bipolari in fase maniacale potrebbero passare ore e ore su Amazon o su Ebay, acquistando compulsivamente ogni prodotto interessante che trovano. Chi soffre di ADHD – Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività – trova in Internet quasi un sedativo: se nella vita quotidiana è difficile fermarsi e prestare attenzione alle cose per tanto tempo, davanti ad un computer il mondo si ferma, e posso avere sollievo. I giocatori d’azzardo patologici possono trovare in Internet un nuovo mezzo per scommettere.

“Ore 14.15

Mamma mia che corsa! Ma ce l’ho fatta! Allora dunque, login, user, pass.. avanti dai caricaaaa…. … … Connessione di merda, mai che funzioni quando deve.. Sempre così.. … … Oh ma che eeeeh! Meglio correre a spegnere il router.. Dieci secondi d’attesa che si resetta l’ip.. Meglio mandare un messaggio a Dobarn.. “Ciao Dob, sto loggando, ho problemi di connessione.. aspettami dai..”.
Perfetto finalmente gira come si deve! Clan chat, ok, “Hi guys! I’m back! Who’s in for a farm party? Pm me” .. – Dobarn: Hi man, sorry u weren’t coming and we started.. – … … Sto gran bastardo! Ma cavolo gli avevo pure scritto! Ma non è possibile!!! Corro come un disperato, mi salto na lezione e questo mi pacca così! Ah ma gliela faccio pagare vedrai! Intanto che vadano a quel paese, io me ne vado a fare esperienza da solo come al solito.. Ok, teleport in quell’area, mi basta trovare qualcuno che mi faccia i potenziamenti del caso.. Oh toh, uno mai visto in game.. “Hi dude, wanna be my buffer plz?” … “Great come with me!”. Evvaaaaai questo qui è anche sveglio! Bene incominciamo!”


Non necessariamente, però, chi inizia a soffrire di Internet Addiction ha una predisposizione per la psicopatologia mentale. Se ci pensate bene, Internet è presente nella nostra vita quotidiana in ogni forma. Smartphone, tablet, pc del lavoro e di casa, tutto è connesso, tutto è online. E ci fa sentire bene. È come avere una tavoletta di cioccolata sempre lì, a pochi centimetri dalla propria mano. Che male può fare?

“Tre ore dopo.

“Ok man, I’ll be right back, just few min to eat something!”. Mamma mia che fame!! Vediamo che c’è in frigo che potevo mettermi nel panino di prima.. Sto mascalzone di Dobarn, manco ho mangiato per arrivare in tempo a loggare! Vabbé però stasera torna utile contro quel raid.. Amen per oggi.. Alla fine è un bravo tipo e se la cava, se ci attaccano lui è decisamente utile!”


Eppure, non è il tempo che noi passiamo online a far nascere un’ “internet addiction”, bensì come lo utilizziamo. È lo stare connessi trascurando la famiglia, è il dilapidare i risparmi, è il sentirci irrequieti e rabbiosi non appena ci stacchiamo da un computer, è perdere il lavoro o gli amici e fallire negli studi. È quando abbiamo sbalzi di umore improvvisi, pensieri ossessivi, e ci accorgiamo di attraversare vere e proprie fasi di dipendenza, come con la droga: tolleranza (graduale aumento dell’utilizzo), astinenza e comportamenti di craving della “sostanza” (il bisogno incontenibile di connettersi).

“BIP BIP, BIP BIP … Chi mi scrive..?
– ”We, ciao bello come stai? Senti, non è che più tardi ci sei per una birretta in piazza? Magari ci facciamo anche aperitivo, fammi sapere..”

Cavoli, che palle, stasera avevo in programma il raid boss.. Ho anche già avvisato alcuni.. E poi dai, al massimo esco domani, che sarà mai.. In realtà non c’ho nemmeno così tanta voglia.. Ma no, me ne sto tranquillo a casa che sono stanco..

– “Ciao! Tutto abbastanza bene dai! Un po’ stanco ma niente di che.. Guarda, stasera non me la sento molto di uscire, volevo starmene tranquillo che domani ho una giornataccia.. ci sentiamo per il weekend ok?!”

– “Eddaiii, non ci sei mai cavoli, che avrai da fare stasera?!”

– “Oh te l’ho detto, sono stravolto, ho dormito male e non ho le forze..”

– “… Mi hai detto la stessa cosa anche venerdì scorso..”

– “Oh, che te devo dire!? Mi spiace, bohm.”

– “Va bene ho capito, ci sentiamo.”

– “Ciao buona serata.. Saluta gli altri”

Perfetto, anche questa è fatta, me ne torno al pc col mio bel piattino di roba da spizzicare!

E stasera si spacca!”

 

Scritto a quattro mani da Benedetta Giagnorio e Riccardo Tacchetto.

1 comment

Aggiungi

+ Lascia un commento