40°43′00″N 74°00′00″W


NYC

New York non è una città, è un’esperienza.

New York è mettere un piede fuori dall’aereo e sentirti già elettrizzato. Non importa quanto dovrai aspettare per i controlli di sicurezza alla dogana.

New York è l’aria sospetta dei poliziotti e la percezione che il popolo americano, dopo l’11 settembre, sia fiero di essere tale, ma sia ancora profondamente terrorizzato.

New York è Ground Zero e quattro lunghissimi lati di un isolato vuoto.

New York sarà il One World Trade Center.

New York è 24/7: ventiquattroresuventiquattrosettegiornisusette.

NY è mille luci: pannelli a led che illuminano a giorno Times Square, insegne di ristoranti, di negozi, di teatri. Alzi gli occhi al cielo ed è come ammirare il mondo da un cannocchiale: linee rette parallele che corrono in alto.

NY è mille sapori: l’hot-dog cucinato per strada, le noccioline glassate, il cinese, il kebab, un miscuglio che stimola i pensieri e ti fa viaggiare in ogni angolo del mondo.

New York è la magia di Central Park: ti lasci alle spalle il caos, la percezione di essere al centro esatto del mondo. E ti ritrovi tra alberi, prati, laghetti, scoiattoli e scorci suggestivi.

New York è molto più dei 59 chilometri quadrati dell’isola di Manhattan.

NY è 192 nazionalità differenti: dagli afro ai cinesi, dagli arabi agli indiani, dagli europei ai latini. Un agglomerato di mondo riunito in una città.

New York è il museo dell’immigrazione a Ellis Island, dove la storia americana s’intreccia a quella di tanti italiani.

New York è il battello che ti porta verso la statua simbolo dell’America. Ed è Lady Liberty, che ti dà il benvenuto nella sua terra.

New York è lo statuario equilibrio tra il Chrysler, il Rockefeller e le case del Bronx.

New York è la vertigine al 102° piano dell’Empire State Building. È ritrovarsi la città ai propri piedi. L’impatto con il mondo visto da 381 metri d’altezza: riconoscere i grattacieli e Macy’s, vedere ponti a cui non sai dare i nomi.

New York è passeggiare sul ponte di Brooklyn e sentirsi catturato dalla rete dei cavi che sostengono le colonne gotiche.

New York è il set di un film: ti sembra di conoscerla da sempre, anche se non ci sei stato mai.

New York è la mancia obbligatoria e le tasse da aggiungere al prezzo esposto.

New York sono i donuts di Homer Simpson.

New York è il tacco dodici in tailleur che corre per strada e il clochard che confida nel consumismo americano, rovistando nel rifiuti in cerca di  un pasto.

New York è la metropolitana cupa, ma dove incontri persone di tutti i generi: iPhone, cuffie, musica, artisti, personaggi bizzarri.

New York è la messa gospel ad Harlem, dove tu vai da turista e loro ti fanno sentire un fratello.

New York è la sensazione di trovarsi in un posto surreale e di averlo già vissuto.

New York è il dispiacere che provi quando, dal finestrino del taxi giallo, si allontana il profilo di Manhattan. È l’emozione che senti quando l’aereo si solleva e hai ancora solo pochi secondi per vedere la sagoma dello skyline rimpicciolirsi, fino a scomparire.

New York non è una città. È un’esperienza. Indescrivibile, a dir la verità.

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