Menti belle e corpi intelligenti


Qual è il significato della vita? C’è qualcosa dopo la morte? Perché le persone belle sono anche intelligenti?

L’ultimo quesito pare causare più notti insonni dei primi due messi insieme. Cerchiamo di approfondire, quindi, che cosa dice la scienza al di là di percezioni personali, stereotipi, e concorsi di bellezza.

Sembra proprio che la scienza psicologica ed evoluzionistica stia trovando sempre più prove a favore dell’ipotesi secondo cui l’intelligenza è correlata al livello di attrattività di una persona. Cosa vuol dire correlata? Non è una relazione di causa-effetto, questo è certo: essere belli non causa un alto QI, così come essere molto intelligenti non causa l’acquisizione di un bel visino. Semplicemente, bellezza e intelligenza sembrano “andare a braccetto”.

Ma siamo proprio sicuri che i belli siano anche intelligenti? Piove davvero sempre sul bagnato?

Ci sono diverse spiegazioni alternative rispetto a questa relazione. Una di queste è l’effetto alone, ovvero il fenomeno per cui un’impressione generale, o una singola caratteristica, influenza la percezione che abbiamo della persona che abbiamo di fronte rispetto ad altri tratti di personalità. Lo psicologo statunitense Edward Thorndike coniò questo termine quando, nei lontani anni ’20, svolse una serie di esperimenti con ufficiali dell’esercito: il loro compito era quello di valutare i propri superiori in termini di qualità fisiche, leadership e caratteristiche personali. Thorndike notò che gli ufficiali tendevano ad attribuire più qualità positive al comandante di cui avevano scoperto una qualità positiva. Lo stesso succedeva al contrario: una volta scoperta una qualità negativa di un superiore, gli ufficiali attribuivano più qualità negative a quello stesso comandante.

Chissà se Thorndike era considerato un uomo sexy...

Chissà se Thorndike era considerato un uomo sexy…

Un certo Solomon Asch, psicologo di origini polacche, studiò l’effetto alone nell’ambito della bellezza fisica: lo studioso divise in due gruppi i partecipanti all’esperimento e fornì loro la descrizione di una persona a loro sconosciuta attraverso sei aggettivi, con la richiesta di dare un giudizio su questa persona. Il primo gruppo ricevette questa descrizione: “Intelligente, laborioso, impulsivo, ipercritico, cocciuto e invidioso”. Il secondo gruppo, invece, ricevette gli aggettivi in ordine inverso: “Invidioso, cocciuto, ipercritico, impulsivo, laborioso, intelligente”. Gli aggettivi erano identici, eppure i membri del primo gruppo espressero valutazioni più positive rispetto a quelli del secondo gruppo. L’ipotesi di Asch fu che il primo aggettivo, la “prima impressione” guidasse la valutazione globale della persona. Per quanto riguarda l’intelligenza, l’effetto alone porterebbe chi osserva a reputare più intelligenti le persone belle. Questo effetto percettivo non dipende dal sesso della persona: sia le donne sia gli uomini possono essere “oggetto” di queste aspettative.

Purtroppo, attualmente questa ipotesi sembra non avere più riscontro, almeno per quanto riguarda il rapporto tra bellezza ed intelligenza: una ricerca del 2004 pubblicata su Intelligence¹ cerca di spiegare perché i belli sono effettivamente anche intelligenti, e non solo percepiti come tali, attraverso quattro ipotesi:

  1. uomini e donne più intelligenti tenderanno a possedere uno status sociale più elevato rispetto a chi è meno intelligente di loro;
  2. uomini e donne con uno status sociale elevato avranno più probabilità di incontrare partner affascinanti e belli rispetto a quelli con status sociale inferiore;
  3. l’intelligenza è un tratto ereditario, quindi i figli di persone intelligenti saranno probabilmente altrettanto intelligenti;
  4. la bellezza è un tratto ereditario, quindi i figli di persone belle saranno probabilmente altrettanto belli.

    Nel caso di Alberto Angela possiamo dire che la bellezza fisica c’è. No?

Se queste ipotesi fossero vere, verrebbe logicamente spiegata la relazione tra intelligenza e bellezza.

Insomma, se negli anni ’20 si confermava che “bello e intelligente” era tutta un’impressione, oggi “bello e intelligente” è una verità scientifica e noi poveri mortali ci dobbiamo rassegnare. L’unica reazione possibile è la depressione.

Per fortuna, una recente ricerca² fornisce una piccola speranza: le conclusioni di questa ricerca, infatti, stabiliscono che uomini con un quoziente intellettivo più alto possiedono…”girini“…più sani. Dal punto di vista evoluzionistico, l’intelligenza sarebbe un modo per far sapere al sesso opposto che i propri geni sono di ottima qualità, diventando quindi perfetti candidati per la riproduzione. Questo potrebbe spiegare perché alcuni degli uomini più intelligenti del mondo attirano numerose ammiratrici, indipendentemente dalla loro bellezza.

Insomma, non disperate: se anche non siete Ryan Reynolds, un’intelligenza spiccata potrebbe comunque aiutarvi nella ricerca dell’anima gemella.

Avvertenza: non parlare della qualità dei propri geni al primo appuntamento.

¹Kanazawa, Kovar. Why beautiful people are more intelligent.

²Arden, Gottfredson, Miller, Pierce. Intelligence and semen quality are positively correlated.

 

+ There are no comments

Aggiungi