Cibo e cervello: alla scoperta della Neurogastronomia e dei gusti dei “Grandi”


La Neurogastronomia, è la scienza interdisciplinare che esplora il comportamento del cervello in relazione al contesto gastronomico.

Dan Han, direttore della clinica di Neuropsicologia dell’Università del Kentucky, Fred Morin, chef del ristorante Joe Beef, sono due tra i fondatori dell’International Society of Neurogastronomy, che ha tenuto il suo primo simposio internazionale alla fine dell’anno scorso.

Ma esattamente come influenza il cervello, il cibo che mangiamo?

La maggior parte del peso del cervello disidratato proviene dai grassi, conosciuti anche come lipidi. Nel resto possiamo trovare proteine e amminoacidi, tracce di micronutrienti, e glucosio. Ognuno di questi componenti ha un impatto preciso su funzionamento, sviluppo, umore ed energia.

Tra i grassi del cervello, che risultano essenziali ed utili nella prevenzione di condizioni mentali degenerative, troviamo gli omega 3 e omega 6. Questi grassi arrivano nel cervello attraverso la nostra dieta, mangiando noci, semi e pesci grassi come il salmone.

Allo stesso tempo, se questi sono grassi buoni per il nostro cervello, quelli saturi ed insaturi, se assimilati per lunghi periodi possono compromettere la salute del cervello.

Per quanto riguarda invece, l’umore ed il nostro modo di comportarci, questi vengono influenzati da proteine e amminoacidi, nutrienti che contribuiscono alla nostra crescita e sviluppo. Gli amminoacidi contengono i precursori dei neurotrasmettitori, i “messaggeri” chimici che trasportano i segnali tra neuroni, influenzando cose come l’umore, il sonno, l’attenzione e il peso. Sono una delle ragioni per cui ci sentiamo calmi dopo un piatto di pasta o più vigili dopo un pasto ricco di proteine. Una dieta varia, aiuta a mantenere una combinazione bilanciata di messaggeri cerebrali e previene gli sbalzi temporanei d’umore.

Gli antiossidanti di frutta e vegetali, invece, aiutano a combattere i radicali liberi, che distruggono le cellule cerebrali, e consentono al cervello di lavorare meglio e più a lungo.

Infine, tracce di minerali come ferro, rame, zinco e sodio, sono fondamentali per la salute del cervello e i primi sviluppi cognitivi.

Il passo successivo, dopo aver visto come tutto quello che viene da noi mangiato, masticato ed ingoiato, influenza in qualche modo il nostro cervello, modificando il nostro modo di essere, il nostro umore, la nostra energia e stimolandoci o meno a varie attività, è quello di andare a curiosare in quello che veniva o viene mangiato da personaggi influenti del passato o meno, che si sono fatti conoscere attraverso la loro intelligenza, creatività o conoscenza.

Il primo che andiamo ad analizzare, in ordine cronologico è Caio Giulio Cesare. Militare, Console, Dittatore e Scrittore romano, si dice che fosse ghiotto non di una pietanza, ma bensì di una bevanda. Il Mamertino, con cui festeggiò il suo terzo consolato nel 40 a.C., è un vino tipico del Messinese, ed è uno dei vini più antichi che viene prodotto ancora oggi. E’ detto anche Vino dell’Imperatore proprio in onore di Cesare, anche se in realtà non fu mai imperatore.

Scopriamo poi, quale fu il piatto preferito di Leonardo da Vinci, ingegnere, pittore e inventore italiano. Leonardo era vegetariano, e sembra che il suo piatto preferito fosse proprio il minestrone. Non molto originale forse, ma alla fine Da Vinci era un uomo molto pragmatico e il fatto che un minestrone si possa realizzare così facilmente con delle verdure colte direttamente da proprio orto, rispecchia la sua personalità. Infine, cibo sano uguale mente sana.

mozartIl cibo preferito di Wolfgang Amadeus Mozart compositore e musicista austriaco, invece, sembra che fosse una bella Wiener Schnitzel, parente della nostra Cotoletta alla Milanese. Da tempo le due pietanze rivendicano la primogenitura, anche se lo scettro sembrerebbe andare alla nostra Cotoletta.

Napoleone Bonaparte, invece, politico e militare francese, annovera tra i suoi piatti preferiti il pollo alla Marengo. La leggenda narra che alla fine della battaglia vittoriosa che si tenne a Marengo nel 1800 contro gli austriaci, Napoleone chiese al suo cuoco di fiducia di cucinargli la cena. Il cuoco fu colto alla sprovvista e cercò di realizzare qualcosa con gli ingredienti che trovò: gamberetti di fiume, uova, pomodori, pollo, aglio e olio. Ne uscì fuori questo piatto che prese nome proprio dalla località Piemontese, e che risultò così buono che Bonaparte ordinò che gli venisse cucinato alla fine di ogni battaglia.

Camillo Paolo Filippo Giulio Benso, conte di Cavour, di Cellarengo e di Isobella, noto semplicemente come Conte di Cavour, politico ed imprenditore italiano, era di gusti più complicati, proprio come il suo nome. A quanto pare amava la polenta con tanto sugo, ma il suo piatto preferito era il pasticcio di riso. Si dice addirittura che tra il 1832 e il 1849 egli si appassionò molto alla cucina e divenne una specie di agricoltore. Inventò una ricetta tutta sua per il pasticcio di riso, con burro, parmigiano, pomodori, ovviamente riso, e uova frittellate, il tutto passato in forno per alcuni minuti, e irrorato poi con sugo di arrosto ristretto.

Passando alla Francia ecco il piatto preferito di Paul Cézanne, pittore francese di origine italiana. Sembra che Cézanne, adorasse l’anatra alle olive, ed in particolar modo quella cucinata nel ristorante “Relais Cézanne”, che oggi porta il suo nome, nei dintorni di Le Tholonet.

daliPer ultimo, Salvador Dalì, pittore, scultore, regista, sceneggiatore spagnolo. Tra i suoi cibi preferiti troviamo le uova fritte e i ricci di mare, mangiati solitamente sul pane tostato. Come piatto dolce invece, amava la botifarra dolҫa, tipico salume catalano ma preparato appositamente con un impasto dolce a base di carne di maiale, limone, cannella e zucchero.

E il vostro piatto preferito qual è?

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