Back to the Future: guida per autostoppisti del viaggio nel tempo!


Siamo stati abituati a credere che il viaggio nel tempo sia qualcosa di non realizzabile.  Ma per quanto possa sembrarvi strano il viaggio nel tempo è possibile e ve lo dimostreremo!

Iniziamo dalla metà più facile del viaggio.

Infatti, c’è una parte della linea temporale che è stata dimostrata scientificamente percorribile: il futuro.

Se siete curiosi di scoprire come, continuate a leggere e vi sveleremo due modi per farlo.

Il primo, che chiameremo “metodo banale per il viaggio nel tempo”, consiste nel guardare il proprio orologio, salire su un’automobile (non necessariamente una DeLorean) e percorrere un giro intorno casa, anche a velocità inferiori a 88mph. Una volta finito il giro in auto, guardate l’orologio ed eccovi nel futuro!

Se il “metodo banale” non vi ha soddisfatti, ecco un metodo più divertente, ma che richiede qualche nozione di relatività ristretta (sì, quella di Einstein!) e non solo.

Vorremmo evitare di annoiarvi con nozioni pignole e lunghe, quindi vi chiediamo un po’ di fiducia quando affermiamo che, se siete fermi, un secondo non scorre allo stesso modo di quando siete in movimento.

Infatti, più veloce vi muovete, più il tempo scorre lentamente. Se non ve ne siete mai accorti è perché per rendere l’effetto percepibile, non basta una corsetta nel parco sotto casa (che comunque aiuta a mantenersi giovani lo stesso) o guidare una normale DeLorean a 88mph: occorrerebbe, infatti, muoversi a velocità elevate, quasi prossime a quella della luce!

Ovviamente ad oggi nessuno ce l’ha fatta, ma ci sentiamo rincuorati nel sapere che è possibile. Questa spiegazione, inoltre, ci permette di fare un passo in più nel nostro approfondimento.

Ritorno al Futuro ISupponiamo ora che il buon Emmett L. “Doc” Brown di Ritorno al Futuro conoscesse bene i concetti di “relatività del tempo” che abbiamo appena citato e avesse costruito la DeLorean affinché, raggiunti gli 88mph, fosse in grado di compiere un’accelerazione istantanea che le permettesse di muoversi a velocità vicinissime a quella della luce (se non sapete di cosa stiamo parlando, avete una scusa per guardare uno dei migliori capolavori cinematografici di sempre).

Preso per buono questo funzionamento della macchina del tempo mostrata nella trilogia, ripensiamo all’esperimento che vedeva come protagonista il fido cane Einstein [attenzione spoiler!]: il suo viaggio nel tempo l’avrebbe mandato avanti nel tempo di 1 minuto, senza che lui se ne accorgesse, facendolo riapparire nello stesso posto dove era scomparso lasciando dietro sé le inconfondibili scie infuocate sull’asfalto.

Come sanno tutti coloro che hanno visto il primo episodio di Ritorno al Futuro, l’esperimento è riuscito perfettamente! Ma adesso sorge un altro problema. Dopo aver viaggiato un minuto nel futuro, la DeLorean ritorna nello stesso punto da dove è scomparsa e se questo vi sembra normale, allora dovete rispolverare i vostri libri di storia e cercare il capitolo sulla Rivoluzione Copernicana.

Se la DeLorean viaggiasse solo nel tempo e rimanesse immobile nello spazio, il povero Einstein si sarebbe ritrovato sì un minuto avanti nel tempo, ma anche qualche migliaio di chilometri lontano da Hill Valley e dalla Terra stessa, che nel frattempo avrebbe continuato a girare contemporaneamente intorno al proprio asse e al sole (che tra l’altro orbita a sua volta attorno al centro della nostra galassia, ma non complichiamoci troppo la vita!). Per far viaggiare qualcuno nel futuro, oltre a spingerlo molto veloce dovremmo anche calcolare bene le coordinate di destinazione o, al suo arrivo, potrebbe trovarsi a fare compagnia a qualche satellite geostazionario.

Adesso capirete perché vi dicevamo che è un po’ complicato organizzare un balzo nel futuro: non basta trovare un modo per raggiungere velocità prossime a quella della luce, ma occorre anche fare bene i calcoli di “atterraggio”.

Ciò nonostante, per quanto difficile possa essere, spostarsi in avanti nel tempo resta comunque meno complicato che cercare di fare un salto all’indietro.

Sebbene gli attuali modelli matematici che spiegano come è fatto il mondo non neghino la possibilità per un corpo microscopico di tornare indietro nel tempo, ci sono sperimentazioni che sembrano dimostrare il contrario. Un bel guaio insomma!

Ma visto cheritorno-al-futuro-3 questa rubrica è dedicata ai signori “Si Può Fare”,vi proponiamo uno degli stratagemmi che potrebbero aiutare l’uomo a rendere possibili i viaggi nel tempo.

Anche in questo caso partiamo dagli studi di Einstein, o meglio, dalle sue equazioni di campo. Se non sapete di cosa stiamo parlando, vi basti sapere che le equazioni di campo sono il risultato finale della teoria della relatività generale e che stanno alla base della spiegazione scientifica che dimostra l’esistenza dei buchi neri. Ed è proprio di buchi neri e del loro interno che parleremo.

E’ il 1963 quando Roy Patrick Kerr, matematico Neo Zelandese, trova una soluzione delle equazioni di Einstein che gli permette di dimostrare l’esistenza di cunicoli (più esattamente <<wormhole>>) all’interno di particolari buchi neri.

Ma perché sono così interessanti questi wormhole?

Semplicemente perché sarebbero in grado di collegare istantaneamente due regioni dello spazio-tempo: quindi non solo due punti nello spazio, ma anche due momenti differenti nel tempo. Una perfetta macchina del tempo!

E se questo non vi basta, pensate che esistono percorsi (linee di universo o World Line) definiti come curve chiuse di tipo tempo che se seguite fino alla fine, essendo circolari, vi riporterebbero al luogo di partenza nel momento in cui siete partiti, facendovi così viaggiare nel passato!

Ovviamente tutto ciò può sembrare troppo fantasioso per essere vero, anche perché viaggiare nel tempo rischia di farci finire in mezzo a troppi paradossi, che comunque non affronteremo in questo articolo.

Però, anche se non siamo in grado di dimostrare con i mezzi odierni alcuni di questi fenomeni, teniamo conto che: <<Sebbene la fisica dei Wormholes sia di natura speculativa, le teorie fisiche fondamentali su cui si basa, la relatività generale e la meccanica quantistica, sono ormai ampiamente sperimentate e generalmente riconosciute come valide.>>Alice

E forse un giorno scopriremo che aveva visto giusto Charles Dodgson, matematico inglese che con lo pseudonimo di Lewis Carroll raccontò le avventure fantasiose di una ragazzina che, seguendo un coniglietto bianco, cadde in un buco che la catapultò in un luogo chissà dove e chissà quando!

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