La pallacanestro in Cina: simbolo di una società in espansione


«Lasciate dormire la Cina, perché al suo risveglio il mondo tremerà». Parole dette due secoli or sono da tale Napoleone Bonaparte. Uno che aveva la vista lunga, a giudicare almeno dal campo economico, dove la Cina spadroneggia, pur risentendo della crisi globale e tenute in conto le perplessità sulle condizioni sociali e ambientali sulle quali suddetta crescita esponenziale è stata costruita.

Premessa utile per  introdurre il tema principale dell’ articolo, ovvero come la Cina sia la vera e propria forza dominante della pallacanestro nel continente asiatico. Innanzitutto nel campionato nazionale, la Chinese Basketball Association: da lì, nell’ ultimo decennio, sono passati professionisti come Alex Scales (visto in Europa al Real Madrid), star NBA come Gilbert Arenas e Stephon Marbury, e leggende dei playground statunitensi come God Shammgod. Persino atleti che quest’ anno ha giocato i playoff nella Lega sono passati da lì: e parliamo di Tracy McGrady, Kenyon Martin, J.R. Smith e Aaron Brooks, non esattamente gli ultimi arrivati. Questo è stato possbile grazie alle offerte faraoniche che i club mettevano sul piatto: al di là del potere economico, la Cina ha soprattutto avuto voglia di emergere. Per farlo, ha chiamato di volta in volta giocatori blasonati, abituati ai palcoscenici internazionali e che dunque potessero fare da bussola. In un poche parole, sotto la Muraglia cercavano prima di tutto il know how . E così è successo anche nel calcio, con i vari Lippi, Drogba e Anelka (questi ultimi due, però, per poco) cooptati da varie formazioni calcistiche del paese.

Il discorso si amplia se si considerano i confronti sul piano delle nazionali: dal 1975 ad oggi, la nazionale cinese ha portato a casa quindici titoli continentali, prendendosi il lusso di battere i rivali storici del Giappone in ben quattro finali. Un dominio in lungo e in largo, scalfito solo nel 2007 e nel 2009 dall’ Iran, oltre che una volta dalle Filippine e una dalla Corea del Sud. Per il resto, ci sono state due strisce di cinque affermazioni consecutive (dal 1975 al 1983 e dal 1987 al 1995) e una di quattro (dal 1999 al 2005).
Solo nel nuovo millennio hanno cominciato a sbocciare talenti rilevanti anche sul piano internazionali: per tutti Yao Ming, conosciuto ai più per il famoso meme dei social network, ma che ha dalla sua nove stagioni in maglia Houston Rockets nella NBA (dal 2002 al 2011) e la prima scelta assoluta al Draft NBA 2002, prima di dover abbandonare l’attività agonistica per il protrarsi di un grave infortunio al piede sinistro. Non solo Yao: con lui anche Yi Jianlian e Wang Zhizhi, hanno calcato i parquet americani anche se, va detto, con alterne fortune.
In particolare, ciò che ha fatto fare un salto di qualità alla selezione cinese è stata la decisione della federazione cestistica di Pechino di volersi affidare anche a tecnici stranieri. Qui torna fuori il discorso del know how, e d’altronde non potrebbe essere altrimenti: dal 2004 ad oggi sulla panchina della Cina si sono seduti coach che sono stati campioni d’ Europa coi club (Kazlauskas, dal 2005 al 2008) e con le nazionali (Giannakis, dallo scorso 25 Aprile), mentre per i Giochi del 2004 era stato scomodato anche Del Harris, che tra le altre cose aveva allenato anche nelle Finali NBA, nel 1981 a Houston. Per dirla tutta, per la kermesse di Atene era stato sondato qualche tempo anche Sandro Gamba, oro europeo e argento olimpico alla guida degli azzurri.

meme-history-yao-mingEcco quindi il vero segreto dell’ esplosione cinese in tempi moderni, ovvero il chiamare chi ha competenze in un determinato àmbito allo scopo di progredire. Certamente questo è un ragionamento che va ben al di là dello sport, toccando altri ambiti.
Per la chiosa finale ci affidiamo alle parole del succitato Sandro Gamba, che racconta di quando, al Nike Hoop Summit, disse agli atleti di esercitarsi sui liberi: Yi Jianlian rimase lì quasi due ore, senza fermarsi, ligio alla consegna che gli era stata affidata. Potremmo, in conclusione, sintetizzare così l’ esplosione cinese nel globo: voglia di acquisire competenze e abitudine al lavoro. Tanto lavoro.

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