Animali e religioni orientali: un rapporto da imitare


« La grandezza di una nazione e il suo progresso morale possono essere valutati dal modo in cui vengono trattati i suoi animali.»

Questa bellissima frase è attribuita al Mahatma Gandhi, pur non essendo mai stata rinvenuta nei suoi scritti. Questo pensiero, a chiunque appartenga, è coerente con quello di tutti i popoli dell’antichità: egizi, greci, romani, persiani, tutti ritenevano che gli animali possedessero una saggezza dalla quale trarre insegnamento e, soprattutto, erano fortemente convinti che ogni animale possedesse un’anima.

Questi pensieri sono stati ereditati da numerose religioni orientali.

Il Buddhismo è una religione che ha fatto del biocentrismo un cardine del proprio pensiero. Il primo dei Quattro Grandi voti che pronunciano i monaci zen recita: “Per quanto numerosi siano gli esseri, faccio voto di farli pervenire tutti alla liberazione.” Uno dei principi chiave del buddhismo si basa infatti sulla convinzione che quella umana sia solo una delle sei possibili condizioni di esistenza del saṃsāra, il ciclo vitale al quale tutti gli esseri senzienti sono sottoposti fino al raggiungimento della liberazione finale, il nirvana. Secondo la legge del karma (termine che significa “azione”) che governa tutti gli esseri, a seconda delle nostre azioni progrediamo o regrediamo verso una condizione umana o animale. Lo stesso Buddha si dice sia stato, nelle sue vite precedenti, tartaruga, scimmia, elefante e lepre. I buddhisti portano il massimo rispetto a tutti gli animali, poichè non farlo significherebbe la futura reincarnazione in un essere “inferiore”. Sono quindi vietate la caccia, la vivisezione e tutte le azioni che comportano sofferenza da parte dell’animale, mentre non è imposta la pratica del vegetarianesimo, seppur consigliata.

Anche l’Induismo sostiene che gli animali siano dotati, al pari dell’uomo, di un’anima. Ogni essere vivente ha origine spirituale e, a seconda dei desideri dello spirito, esso può incarnarsi in diverse tipologie di corpo. Quando il corpo, per via dello scorrere del tempo, diventa inutilizzabile, l’anima lo abbandona per reincarnarsi in un altro. Gli animali hanno quindi pari dignità rispetto alla vita di qualsiasi altro essere vivente, e per questo l’induismo vieta l’uccisione e il consumo di carne animale.

La mucca, in particolare, è considerata sacra poichè consente agli uomini, dopo la morte, di attraversare un fiume sotterraneo infestato da coccodrilli per raggiungere l’altra riva, dove essi potranno trovare un nuovo corpo e in esso reincarnarsi.

Nel Jainismo, religione-filosofia basata sul principio della non-violenza, sono presenti cinque principi accettati da tutte le religioni indiane, il primo dei quali recita: “(…) non danneggiare tutti i tipi di vita, umana, animale o qualsiasi altro essere che abita corpi viventi (…)”. Secondo il principio della non-violenza e dell’amore universale è infatti proibito uccidere qualunque essere vivente poichè il Canone della Spiritualità Jainista dice che “l’essere vivente che vorresti uccidere è uguale a te stesso; l’essere vivente che vuoi tenere sottomesso è uguale a te stesso.

L’Occidente avrebbe molto da imparare dal modo in cui gli animali vengono trattati e rispettati nelle religioni orientali: non c’è bisogno di convertirsi per decidere di porre fine a maltrattamenti, circhi, zoo, combattimenti, caccia, allevamenti intensivi e ad ogni altro tipo di azione che preclude il benessere e la libertà dell’animale. Potrebbe essere davvero utile guardare verso est per scorgere l’alba di un nuovo rapporto tra uomo e animale.

8 Commenti

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  1. Michela

    Bellissimo.

    Le religioni monoteiste sono così limitate da questo punto di vista.
    E’ difficile riconoscersi in religioni che predicano la supremazia dell’uomo sul mondo che li circonda.
    Il mondo che ci circonda è infinitamente più degno di noi.

  2. Gianluca Congi

    Gli animali hanno un’anima? Credo che la nobiltà d’animo di ogni genere di animale sia talmente grande che facciamo finta di non vederla. Chi dedica il proprio pensiero a un animale, chi non resta indifferente quando uno di essi è in difficoltà, chi offre loro cibo, chi ama la loro vita e il loro essere trova la pace con il mondo intero. Basterebbe ascoltare il melodioso cinguettio di un uccellino, ammirare i sacrifici dei cani randagi, amare lo spirito di un gatto o evitare di assistere qualsiasi forma di uccisione e carneficina degli animali per capire che l’uomo trova ragione di esistere solo se è integrato con il mondo che lo circonda.

  3. Elisabetta(Carrie)

    Grazie per questi insegnameti sugli animali non umani,che da sempre trovo più umani di qualsiasi umano. Voglio e devo credere in tutto questo perché con tutta la cattiveria che vedo intorno ho la certezza che i miei animali che non sono più in questo mondo,e soprattutto il mio immenso eterno unico amore di gattino che mi manca più dell’ossigeno,sia con la sua Anima vicino sempre a me. Come ogni istante di tanti anni in cui vivevamo questo schifo di vita abbracciati. In completa simbiosi. Grazie di farmi sperare tutto questo . E grazie a chi riesce a crederci qui con me,voi. Elisabetta

  4. Stefano Origlia

    Amare Dio dovrebbe contemplare in tutte le Religioni il rispetto x ogni forma di vita animale e vegetale…al di fuori di ciò non si predica il bene ma solo l’ipocrisia…

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