I regali di Natale? Barattiamoli!


Regali di Natale barattati: perché no? La crisi economica ha stravolto le abitudini di consumo di milioni italiani, costringendoli a riscrivere secondo rinnovate priorità la lista settimanale della spesa. Ma è anche riuscita nell’impresa di sfatare un tabù fino a pochi anni fa considerato inviolabile: quello per cui un regalo di Natale può anche essere di seconda mano, meglio ancora se scambiato senza mettere mano al portafogli. Sembra essere questo l’orientamento degli italiani riguardo al baratto dei regali, rilevato da una recente indagine condotta da Ipsos.

Intitolata “Re-Christmas 2012. Tra riciclo, riuso e baratto” e condotta su un campione nazionale comprendente persone di entrambi i sessi e di età superiore ai 18 anni, l’indagine ha confermato quanto la crisi incida sulle spese di Natale degli italiani, con un’influenza rilevante per oltre due terzi del campione. Ecco allora che il baratto diventa un’opzione interessante per perpetrare il tradizionale scambio di regali senza che questo incida troppo sul bilancio familiare.

Se è vero che oltre il 60% degli intervistati ritiene “poco carino” regalare oggetti di seconda mano, infatti, è consistente la quota di coloro che invece non escludono di orientarsi su merce usata, in particolare tra le persone che utilizzano internet con regolarità, le più aperte (54%) anche di fronte all’eventualità di ricevere in regalo un oggetto non nuovo.

Re-Christmas 2012 - Tra riciclo, riuso e barattoI risultati di questa indagine, in tal senso, non fanno che confermare un trend ben visibile a chiunque navighi quotidianamente sul web. È proprio in Rete, infatti, che la propensione al baratto sembra essere cresciuta in modo più consistente, come dimostra il recente moltiplicarsi di siti che mettono a disposizione servizi mirati allo scambio di oggetti con altri utenti.

Non tutte le piattaforme offrono gli stessi servizi. Zero Relativo, prima community italiana di baratto, riuso e prestito gratuito, consente agli iscritti di inserire un annuncio, fare ricerche tra le offerte attive, seguire le attività svolte dagli utenti “preferiti” oppure tenere traccia degli oggetti cercati, e, ancora, compilare la propria “lista dei desideri” e renderla visibile agli altri. È possibile inoltre lasciare un feedback degli scambi effettuati, con una valutazione sia dell’oggetto che del barter: servirà agli altri utenti per valutarne l’affidabilità.

Più orientato all’interazione è e-barty, primo social network del baratto in Italia. Su questo sito, gli oggetti non vengono considerati una mera merce di scambio. Al contrario, ne viene individuato l’aspetto caratterizzante, che consente di rappresentare il modo di essere dell’utente, identificando ad esempio una passione o un hobby e divenendo così elemento di discussione e confronto.

Ma barattare non è solo un modo per disfarci di oggetti che non ci servono ottenendone in cambio altri di cui sentiamo necessità, né un approccio alternativo alla conoscenza di altre persone in Rete. È anche una scelta dall’alto valore etico, quel valore che è alla base di Reoose, “il primo eco-store del riutilizzo e del baratto asincrono”. Nato nel 2011, Reoose si pone come obiettivo dichiarato quello di «dar vita ad un consumo sostenibile, per acquistare prodotti in maniera consapevole, quelli di cui necessitiamo realmente, evitando sprechi e salvaguardando al tempo stesso l’ambiente».

Ma come funziona? Ad ogni oggetto messo in vetrina viene attribuito un valore in crediti, calcolato sulla base del suo potenziale inquinante. I crediti guadagnati con la vendita di un oggetto possono essere spesi per acquistarne altri, oppure donati a una delle onlus partner del progetto. Con un consiglio: cercare sempre oggetti nella propria città, nel nome di una filosofia “a km zero”. Per imparare ad apprezzare il valore del riuso e a ponderare meglio le nostre scelte di consumo. A Natale e in ogni altro periodo dell’anno.

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