Sognando l’Australia


Il fascino del continente australiano sortisce da tempo il suo effetto sul popolo italiano. I motivi che nel corso degli anni hanno spinto molti italiani ad emigrare nella “terra dei canguri”, però, sono stati principalmente economici.

Se oggi circa 800.000 cittadini australiani sono di origine italiana è anche per le caratteristiche vincenti che contraddistinguono il Paese oceanico, a cominciare dalla grande ricchezza di materie prime – che ne garantisce la completa autosufficienza energetica – e un settore primario molto redditizio.

Due fattori economici che hanno favorito significativi aumenti demografici in conseguenza ai flussi migratori da tutta Europa in periodi cruciali come la Grande Depressione e il secondo dopoguerra. Anche nell’attuale contesto di crisi economica globale, l’Australia rimane infatti un caso molto positivo: il debito pubblico rappresenta il 27% del Pil, uno dei più bassi del mondo.

Emigrare verso luoghi più promettenti è una conseguenza naturale nei periodi di crisi, sia economica che personale. Ma chi parte oggi? E quali sono le sue motivazioni?

Per quanto riguarda l’Italia, secondo lo studio di Confimpreseitalia  «più di 60mila giovani italiani tra i 20 e i 32 anni, lavoratori o in cerca di lavoro, lasciano il Paese ogni anno per cercare migliori occasioni di impiego all’estero». Confimpreseitalia sottolinea inoltre come «molti di questi giovani sono qualificati e ad alta scolarizzazione, anche e soprattutto universitaria».

A partire dal 2011 i dati indicano un afflusso di 60.000 italiani verso l’Australia: tra i 294.767 laureati italiani residenti all’estero, 40.000 si trovano nella “terra dei canguri”.

Vincenzo, 20 anni, è partito subito dopo la maturità, appena avuta la possibilità. Le motivazioni sono sia personali che economiche: voleva approfondire l’inglese e continuare a lavorare per mettere qualcosa da parte. In Australia ha trovato un mondo economico nuovo, sfruttando l’anno a disposizione che il working holiday visa concede per il lavoro stagionale. Vincenzo rimarrebbe in Australia per salvaguardare il suo futuro dalla crisi, ma difficilmente la preferirà mai all’Italia, per la storia e la tradizione culturale.

Ivan, 23 anni, aveva già deciso di partire pochi esami prima dalla laurea. Il giorno prima del suo compleanno ha comprato il biglietto per Sidney. Perché l’Australia? Per provare a vivere veramente lontano. Aveva sentito molte storie su quanto fosse facile la vita in Australia per il lavoro e il divertimento. Ma le sue motivazioni sono unicamente personali:«Volevo crearmi la MIA avventura, vivere un’esperienza che mi facesse crescere e conoscere me stesso. Divertirmi e guadagnare qualcosa. L’Italia però rimane la mia Casa Dolce Casa».

Max, 29 anni, ha maturato la decisione di partire l’anno scorso insieme ad alcuni amici che già conoscevano l’Australia, che per lui  era un sogno dai tempi dell’università. «Non sapevo quasi nulla di questa meravigliosa terra se non una sorta di fascinazione derivata da chissà quale film o lettura». Le sue motivazioni sono soprattutto economiche. A due anni dalla laurea, senza un lavoro e senza prospettive di trovarlo, aveva bisogno di una pausa fisica e mentale. «Andare dall’altra parte del mondo era la situazione ideale».

L’ambiente trovato dal punto di vista sociale ed economico è stato molto soddisfacente: la macchina burocratica è piu efficiente e il lavoro stagionale che si può  svolgere nei vivai e nelle fattorie è piu gratificante che in Italia: la paga, ad esempio, è il triplo di quella guadagnata con una normale giornata lavorativa italiana, con contratto e tasse pagate.

«Se pensi che questo genere di lavoro da noi vengono a farli gli immigrati extracomunitari o dell’Europa dell’est e che vengono trattati come schiavi, riesci a capire l’abisso che ci separa».

Max alla fine è tornato perché ha intenzione di progettare il suo futuro in Italia «l’Australia è una terra fantastica ma troppo lontana dal cuore». Nonostante le sue intenzioni, se non dovesse ancora esserci alcuno spiraglio lavorativo nei prossimi mesi,  sarebbe pronto a tornare in Australia per un altro anno.

I consigli di viaggio per chi è intenzionato a fare il grande salto sono molto concreti: «Partite se è davvero cio che volete fare» sottolinea Ivan «Non fatelo per scappare o per nascondervi dietro tantissimi chilometri. Partite con una mentalità diversa dalla nostra, altrimenti rischierete di entrare in uno di quei gruppi di italiani che si trovano male e non parlano inglese. Partite con uno zaino, lasciate a casa il valigione da 30 kg.

Non venite qui con l’idea di trovare subito il lavoro che fa per voi. Io ci ho messo un mese prima di trovarlo. All’inizio buttatevi a fare lavori che non avreste mai pensato di fare. Non abbiate paura di vivere in condizioni poco dignitose, il viaggio vi offrirà delle emozioni e degli scorci da farvi venire la pelle d’oca ogni volta che ci ripenserete».

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