Il lungo cammino dell’Europa


«Verrà il momento per nuove azioni e verrà il momento per uomini nuovi: il momento per un’Europa libera e unita». L’anno è il 1941. La Seconda Guerra Mondiale sta per raggiugnere il culmine con l’attacco a Pearl Harbor. È uno dei momenti più bui nella storia del Novecento, eppure c’è qualcuno in grado di sognare il futuro. L’uomo è Altiero Spinelli, e il sogno si chiama Europa.

Condannato dalla legge fascista a 16 anni di confino nel 1927, è proprio nel ’41 che Spinelli inizia a scrivere con i suoi compagni di prigionia Il manifesto di Ventotene, documento su cui si fonderà il processo di integrazione europea.

Il Manifesto analizza la crisi della società moderna basata sullo Stato-Nazione emersa nell’epoca dei totalitarismi: l’unità europea è considerata l’unico antidoto possibile per i conflitti etnici e nazionali, primo passo di una riforma complessiva della società.

Spinelli non è l’unico a pensarla in questo modo. Già nel 1948 infatti nasce a L’Aia il Movimento Europeo, che ha tra i suoi fondatori i futuri padri dell’Europa Konrad Adenauer e Paul-Henri Spaak, oltre a Winston Churchill, François Mitterrand e lo stesso Spinelli.

Ma già nel ’49, con l’istituzione del Consiglio d’Europa, la linea federalista portata avanti da Spinelli cede il passo a quella confederalista, che mira ad unire gli Stati in modo elastico e labile, senza pregiudicarne la sovranità.

Con la dichiarazione del 9 maggio 1950, però, il ministro degli esteri francese Robert Schuman apre la strada alla terza via, la prospettiva funzionalista. Il percorso verso l’unità deve procedere per successive integrazioni, cosa che di fatto accadrà: il primo passo in questo senso è la creazione della Ceca (Comunità Europea per il Carbone e l’Acciaio, 1951).

La tappa successiva del percorso è memorabile: il 25 marzo 1957 vengono firmati i Trattati di Roma, che istituiscono l’Euratom e la Cee (Comunità Economica Europea). Questo accordo epocale prevede il progressivo abbattimento delle barriere doganali tra i sei Stati membri (Italia, Germania, Francia, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo), con l’obiettivo di realizzare un mercato unico a livello continentale.

Gli anni ’60, con l’ascesa in Francia di Charles De Gaulle, segnano una battuta d’arresto. L’unico risultato degno di nota è la nascita della Commissione europea, frutto della fusione delle tre che avevano presieduto fino a quel momento Ceca, Euratom e Cee.

La ripresa degli anni ’70 porta il primo allargamento della Comunità: nel 1973 Regno Unito, Irlanda e Danimarca fanno il loro ingresso nella Cee. L’Europa a 9 si dota nel 1974 di un Parlamento eletto dai cittadini, in sostituzione dell’Assemblea non elettiva che fino ad allora aveva governato le Comunità: le prime elezioni si terranno nel 1979.

La Comunità si allarga a 10 con l’ingresso della Grecia nel 1981, aprendo un altro decennio di progressi. La Commissione Delors promuove infatti gli Accordi di Schengen, siglati nel 1985: dopo le merci, ora anche le persone sono libere di spostarsi tra i Paesi della Comunità senza l’ostacolo delle frontiere.

Spagna e Portogallo entrano nella Comunità nel 1986, lo stesso anno in cui debuttano la bandiera europea a 12 stelle e l’Inno alla Gioia di Beethoven. Il 17 febbraio nel Lussemburgo viene anche siglato l’Atto Unico Europeo, che fissando al 1992 il termine ultimo per la realizzazione del mercato unico, spiana di fatto la strada a tutti gli sviluppi successivi.

Il 7 febbraio 1992 la Storia transita in una cittadina olandese di nome Maastricht, dove i 12 membri della Cee firmano il Trattato che istituisce l’Unione Europea. La nuova creatura ingloba le tre Comunità preesistenti e impegna i Paesi che ne fanno parte a cooperare in materia di politica estera, sicurezza e giustizia. Le politiche comunitarie vengono potenziate e si gettano le basi per l’unione monetaria, che diventa realtà tra il 1999 e il 2002 con l’arrivo dell’euro (la Banca Centrale Europea nasce nel 1998).

L’Europa intanto cresce ancora, passando a 15 Paesi nel 1995 e a 25 nel 2004. Il recente allargamento a 27 Stati (datato 2007) non sembra essere l’ultimo in programma, dal momento che sono attualmente in discussione anche gli ingressi di Turchia, Croazia e Macedonia.

La strada verso la completa integrazione è ancora molto lunga, tanto che ancor oggi il progetto degli Stati Uniti d’Europa caro a Spinelli sembra più lontano che mai. Eppure, da quando esiste l’Unione, non solo i Paesi membri non hanno combattuto guerre tra loro, ma la sola idea di un conflitto è diventata inimmaginabile. Del resto, Altiero Spinelli lo aveva previsto: «La via da percorrere non è facile né sicura, ma deve essere percorsa e lo sarà».

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