C’è chi crede ancora alla cicogna


Da piccoli alle scuole materne ci hanno raccontato una storia sul fatto che per farci nascere il papà ha messo dei semini nella pancia della mamma. “Sciocchezze!” noi lo sapevamo benissimo che c’aveva portato la cicogna e che anche quelle storie su cavoli, api e fiori erano solo storielle che i grandi ci rifilavano pensando di ingannarci.
Crescendo la mamma c’ha raccontato che per far arrivare la cicogna bisognava amarsi molto e darsi tanti bai e tanti abbracci e la suora c’ha detto che bisgnava essere sposati. E così abbiamo iniziato a far confusione. Perchè zia Paola aveva due bambini ma non era sposata e invece Ivano l’amico di papà amava tanto sua moglie Sara, ma da tempo aspettavano una cicogna che non arrivava.
Poi? Beh poi è arrivato il ragazzo più grande quello che sapeva di più, che c’aveva detto che Babbo Natale non esisteva, e c’ha raccontato come stavano veramente le cose.

Educazione sessuale: quasi tutti sanno cos’è, ma purtroppo nel nostro paese è ancora un tabù.
1970 Germania, 1990 Portogallo, 1973 Francia,1985 Spagna, 1956 Svezia, 2000 Cina, 1980 Olanda, da allora in quati paesi l’educazione sessuale nelle scuole è legge. L’Italia? L’Italia, invece, e’ al palo. La prima proposta di legge risale al 1910, un secolo fa. Ma l’idea di quei “lungimiranti politici” finì in un nulla di fatto e da allora ogni tentativo in materia e’ fallito. L’ultima proposta di legge risale al 1993 ed è ancora ferma in parlameno.

Così nel 2012 mentre l’età media della prima volta si continua ad abbassare dagli attuali 14 anni (fonte SIGO) ognuno s’arrangia come può (anche se per l’argomento trattato non dovrebbe essere così), perchè i fondi non ci sono. In certe scuole il consiglio d’istituto decide chi deve trattare l’argomento e spesso la responsabilità ricade su persone non adatte al compito, che non hanno ricevuto nessuna formazione a riguardo. Alcune Asl si organizzano e mandano personale professionale nelle scuole a fare lezioni e informare ed educare i giovani alla sessualità, non solo nell’aspetto biologico e contraccettivo, ma anche sotto l’aspetto psicologico. Altre Asl organizzano incontri pomeridiani per i giovani che sono interessati, anche se purtroppo gli incontri risultano spesso semi vuoti perchè i giovani non ne sono a conoscenza.

Poi c’è il web che purtroppo è la prima fonte di informazione a cui i giovani si affidano, unica grande risorsa, ma troppo spesso sopravalutata perchè improvvisata ed incompleta. Ed il rischio qui è grande perchè chiunque in rete può pubblicare ciò che vuole anche che il preservativo non serve a nulla, che la pillola è solo una droga e la spirale fa venire il cancro, che non si rimane incinta se si fa in piedi, che se bevi 3 bicchieri di coca dopo il sesso non rimani incinta, così i giovani si ritrovano sempre più soli, spaesati e senza strumenti d’educazione vera e propria.
E non se ne parla infatti il risultato è il silenzio, e così i giovani sperimentano senza informazioni.

Certo ci sono anche  realtà che nel loro piccolo fanno da modello. Ad esempio il liceo Keplero di Roma dove, con un progetto in associazione con la Lila (Lega Italiana Contro l’Aids), hanno formato un gruppo di studenti, i quali a loro volta hanno fatto lezione ai loro coetanei. Un’esperienza straordinaria di peer education, seria e scientifica, del resto tra i giovani il contagio da Aids è di nuovo una realtà, come la sifilide, così come le gravidanze delle adolescenti e chi meglio di un giovane può dissipare (se formato) quelli che erano i suoi stessi dubbi?
In concomitanza a questo nel liceo, tra feroci polemiche riprese anche dalla Bbc, è stato installato un distributore di preservativi a “prezzo politicamente corretto” e quel distributore, che è ancora lì, nessuno l’ha danneggiato e i ragazzi comprano regolarmente i preservativi a 2 euro a scatola, era soltanto una parte di un programma assai più vasto sulla protezione delle malattie sessualmente trasmissibili, ma si è parlato più del distributore che del progetto.

“Troppo spesso si conta che sono la scuola e la famiglia che devono fare informazione, ma le famiglie non sanno come affrontare certi argomenti, ma non si fidano degli estranei e le scuole son senza fondi. Gli adolescenti sono una categoria a rischio, l’incontro troppo precoce con il sesso, che può portare a gravidanze indesiderate, al contagio di malattie anche gravi, è una criticità che va affrontata. Il tema non è profilattico sì, o profilattico no. Il punto è educare i giovani a proteggersi, e fin dalla scuola avere un reale messaggio sulla vita riproduttiva” afferma Giorgio Vittori, primario di Ginecologia e Ostetricia all’ospedale San Carlo di Nancy di Roma.

L’adolescenza è un’età sfuggente, ombrosa, bellissima ma imprevedibile e nell’adolescenza si gioca con il rischio, con la voglia di sentirsi grandi, e c’è quindi una voglia di azzardo impossibile da controllare. E il non avere ne luoghi ne risorse e una costante ignoranza generale rispetto a certi temi non aiuta i ragazzi che non sanno a chi rivolgersi.
Bisognerebbe capire che un’educazione sessuale seria è una grande risorsa, è la risposta a molti problemi che si trovano ad affrontare gli adolescenti, che altrimenti chiedono certe cose così intime ad estranei in rete, che spesso non rispondo o rispondono divagando. Dovremmo capire che l’educazione sessuale serve alla società tutta e che una legge è essenziale per garantire che tutti siano educati correttamente e da professionisti.

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