Donne, buongiorno dalla Spagna


Buongiorno dalla Spagna,
anche se sull’altra sponda del Mare Nostrum celebriamo la festa della donna, e  un certo orgoglio feminista si assapora in strada, è impossibile paragonarne l’importanza che ha in Italia. Impossibile, perché la situazione di base è differente, fortunatamente.

La televisione, pur non volendo, è ancora la principale fonte di diffusone culturale, ma anche anti-culturale, nei nostri Paesi. In Spagna, come in Italia, i prodotti televisivi sono fondamentalmente pessimi, ma profondamente diversi sotto alcuni punti di vista.

Quando uno spagnolo in Italia guarda la televisione rimane basito: sia l’ora che sia, sia il programma che sia – calcio, concorsi di bellezza, telegiornali – abbondano ragazze che ballano provocatoriamente vestite, sì e no, con qualche lembo di stoffa. Nei miei primi giorni nel bel paese ricordo che, faccendo zapping, l’attenzione è stata catturata da un bikini appoggiato su una ragazza che ballava attorno a un uomo, con qualche annetto in più, comodamente seduto su un divano. Allucinante, per me.

Ho proseguito a cambiar canale fino a imbattermi in un Dj in compagnia di una dozzina di ragazze che danzavano ancora, sempre in costume: nulla a che fare con il contenuto del programma. Senza contare le volte in cui fuoriuscivano seni. Non una: svariate. Allucinante, sempre per me.

Mi vien da dire allora che le proteste siano più che giustificate, perchè questa condizione non dovrebbe essere riconosciuta come la normalità. Mi ci è voluto un anno, ma mi sono abituata. Voi e le le vostre future generazioni lo siete già, ma ripeto: la normalità è altro.

Se sei donna in Italia per far carriera nel piccolo schermo devi essere molto bella e iniziare fin da subito a mostrare il corpo. Spero sia necessaria anche l’intelligenza e la preparazione, ma non posso assicurarlo.

Purtroppo alcuni canali spagnoli stanno importando il vostro, speriamo irraggiungibile, modello.

Se servono due conduttori, si sceglie la “bella gnocca” e il “buffone”. Visto il potere di influenza televisivo sulla popolazione sarebbe più importante lasciar spazio ad altro che alla mera bellezza costruita: qualità e formazione, per esempio.

In proposito vi voglio raccontare un episodio, esemplificativo di questa triste trasformazione.

Siamo di fronte al Talent Show spagnolo più famoso, trampolino di lancio per sconosciuti diventati cantanti affermati e sconosciuti rimasti tali. Altra edizione e qualche cambiamento per rinnovare l’immagine del programma: nuovo conduttore scelto in funzione della bella soubrette immagine del programma. Lei molto carina, sì cari lettori, ma non ho mai assistito a una presentazione tanto scadente. Mai. Puntata dopo puntata qualche piccolo progresso si coglieva, ma quante accuse e attacchi ha subito, umiliazioni che si sarebbe risparmiata se avessero offerto la conduzione alle tante altre ragazze ben preparate, ma forse troppo lontane dai canoni di bellezza che si volevano rispettare. La fine della storia? Il programma è stato soppresso per bassissima audience. Forse qui in Spagna non ci siamo ancora abituati alla vostra impostazione. Sinceramente: spero continuerà così ancora a lungo.

Piacerebbe anche a me che la donna non venisse ridotta a un bel viso o a un corpo perfetto, in nessuna parte del mondo. La donna è molto di più, come sappiamo.

Non vorrei neppure che le rivendicazioni sui nostri diritti si traducessero in un nuovo ed estremo movimiento femminista. Voglio rispetto e uguaglianza, ma il nemico non è l’uomo, come spesso si dà a intendere. Gli uomini sono fulcro fondamentale di tutte le battaglie che stiamo portando avanti.

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