50 anni di Hulk, il più forte che c’è!


Non c’è niente da fare. Wolverine, La Cosa, Thor, non ce n’è per nessuno: Hulk è davvero il più forte che c’è. Questa è l’unica conclusione possibile dopo la lettura del libro 50 anni di Hulk di Gianluca Ferrari (Il Foglio Letterario editore), vera e propria bibbia sul Golia Verde che tra le numerose informazioni sul personaggio contiene anche la spiegazione della sua forza fisica apparentemente illimitata.

Il Gigante di Giada è una creatura fumettistica che tutti conoscono, ma di cui pochi possono vantare una conoscenza veramente approfondita. Gianluca Ferrari è tra questi, probabilmente il maggior esperto italiano del Pelleverde. La sua vastissima conoscenza della materia ha prodotto un libro denso d’informazioni a tutto campo, dalle origini del personaggio ai più recenti sviluppi della sua vita editoriale.

La storia di Hulk, come ricordato alcuni mesi fa, comincia nel maggio 1962. Ma Gianluca Ferrari decide di partire qualche anno più indietro, con un primo capitolo che illustra brevemente la storia della Marvel fino a quell’anno. Con il secondo capitolo si entra nel vivo, con un ritratto generale del Golia Verde ricco di curiosità interessanti e non privo di sorprese (vedere pagina 52 per credere).

Dai dati anagrafici ai componenti della famiglia di Bruce Banner, dal significato del termine hulk al rapporto tra il mostro e la sua controparte umana, questo capitolo offre un’interessante panoramica sul personaggio che sarà approfondita in quelli successivi. Gianluca Ferrari racconta le origini di Hulk e le fonti d’ispirazione alla base della sua creazione, l’infanzia difficile di Banner e le diverse personalità mostruose che questa ha prodotto in lui.

Di particolare interesse i due paragrafi intitolati Il concetto di antieroe e Hulk e la diversità. Nel primo, Ferrari paragona sorprendentemente Hulk al personaggio di King Kong, individuando molte più affinità rispetto a quelle che accomunano il Gigante di Giada a due antieroi classici del fumetto Usa, Batman e il Punitore. Nel secondo, l’autore analizza la figura del Golia Verde rispetto a problematiche attuali nella società americana degli anni ’60 (e non solo), dal razzismo all’incapacità di accettare la diversità in generale, dal difficile esercizio dell’autocontrollo al bisogno comune di essere accettati.

Segue una galleria di amici e compagne, dove accanto ai più noti Rick Jones e Betty Ross spiccano personaggi che, grazie al talento dello sceneggiatore di turno, hanno permesso di portare tematiche complesse e “adulte” in un fumetto di supereroi come Hulk: è il caso di Jim Wilson, amico del Golia Verde che si ammala di Aids durante la lunga run di Peter David alla guida della testata.

Il terzo capitolo, il più corposo del libro, ripercorre tutta la storia editoriale del Pelleverde dagli anni ’60 ad oggi, con una breve descrizione per ogni albo compresi speciali, annual e one-shot vari. Gianluca Ferrari sottolinea tutti i momenti significativi nella progressiva evoluzione del personaggio, in continuo crescendo nonostante un percorso editoriale abbastanza travagliato tra cambi di nome e riavvii della numerazione (la serie era stata addirittura chiusa dopo i primi 6 numeri).

La vera svolta per Hulk arriva negli anni ’80. Dopo i segnali positivi della prima metà del decennio, nel 1987 la guida della testata dedicata al Gigante di Giada passa a Peter David, che rimarrà al timone fino al 1998. Nei quasi dodici anni della sua gestione, Hulk acquista uno spessore mai avuto in precedenza, con lo sviluppo di tematiche mature e interessanti, a cominciare dal disturbo della personalità multipla che affligge Bruce Banner, provocando la nascita di nuove e diverse incarnazioni di Hulk.

A Peter David il merito di aver reinventato il personaggio in chiave più dinamica, e a Gianluca Ferrari quello di saper spiegare con chiarezza questo cambiamento a chi non conosceva prima l’evoluzione di Hulk. Il libro cattura infatti l’interesse del lettore man mano che riesce a far capire con efficacia che il Golia Verde non è solo un bruto picchiatore dotato di forza straordinaria, ma un personaggio stratificato e complesso che approfondisce, senza banalizzarlo, il rapporto tra l’uomo e il mostro che alberga dentro di lui.

La terza giovinezza del Gigante di Giada, dopo una breve parentesi nelle mani John Byrne, arriva tra il 2005 e il 2011 e porta la firma di Greg Pak. Diversamente da Peter David, il nuovo sceneggiatore punta su atmosfere combattive estreme che portano Hulk a dimostrare per la prima volta tutto il suo sconfinato potere. La trilogia di serie che va da Planet Hulk a World War Hulks, passando per World War Hulk (cuore del ciclo di Pak), spazza via ogni dubbio su quale sia l’essere più potente dell’Universo Marvel. E la risposta, naturalmente, è Hulk.

Cosa è cambiato nel ciclo di Pak rispetto a quelli dei suoi predecessori? Semplice: è cambiato Hulk. Come spiega in modo approfondito Gianluca Ferrari nel capitolo Incarnazioni, il Golia Verde è un personaggio soggetto a continue modificazioni. A causa della sua instabilità psichica e dei condizionamenti esterni, la trasformazione di Banner può produrre di volta in volta risultati differenti e spesso imprevedibili: un Hulk Selvaggio di colore verde, incarnazione più celebre del mostro; un Hulk grigio meno potente ma più intelligente, noto con lo pseudonimo di Joe Fixit; un Hulk “Professore” che combina queste due personalità a quella di Banner. E queste sono solo le più note tra le incarnazioni del Gigante di Giada, tutte spiegate nel dettaglio da Ferrari.

Come l’aspetto fisico e le facoltà mentali, anche i poteri di Hulk sono diversi a seconda della versione di riferimento. La più potente, manco a dirlo, è quella con la pelle verde (vedi il paragrafo Versioni invincibili per maggiori dettagli). Ma la vera sorpresa, per i non addetti ai lavori, è che Hulk è in grado di accrescere il suo potere anche mentre combatte, con un meccanismo definito da Ferrari “potere dinamico”.

Com’è noto, Banner si trasforma in Hulk quando si arrabbia. Quello che non tutti sanno, invece,  è che più il Pelleverde si arrabbia, più diventa forte. Così come l’eccitazione indotta dall’arrabbiatura causa nello scienziato la mutazione, durante la lotta questa stessa emozione genera una quantità crescente di adrenalina che incrementa esponenzialmente i poteri del mostro a seconda del suo stato d’animo.

Come sintetizza efficacemente Greg Pak, che durante il suo ciclo ha portato Hulk a livelli di potere mai visti, «Nel mondo fisico, più Hulk si arrabbia, più diventa forte. E quando la sua rabbia è incalcolabile, è semplicemente il più forte che c’è». Questa equazione può ripetersi all’infinito, rendendo di fatto Hulk praticamente invincibile man mano che la forza di avversari anche immensamente più potenti di lui fa crescere la sua irritazione. Da notare che questo principio moltiplica non solo la forza fisica di Hulk, ma anche tutte le altre facoltà che possiede: resistenza, fattore di guarigione, velocità, e via dicendo.

L’immenso potere del Golia Verde sembrerebbe far pendere dalla sua parte la bilancia di qualsiasi scontro. Ed è così, nel lungo periodo. Ma le singole battaglie con eroi e avversari dell’Universo Marvel hanno avuto esiti spesso incerti e imprevedibili proprio a causa del potere dinamico di Hulk, nonché delle sue diverse incarnazioni. Il capitolo Scontri analizza con estrema precisione i principali confronti del Pelleverde, riportando precisi riferimenti agli albi dove si sono verificati e agli autori degli stessi (come avviene del resto in tutti gli altri capitoli).

Una citazione la meritano almeno i tre eroi della Casa delle Idee la cui rivalità con il Gigante di Giada non è seconda a quella di nessun villain. Si tratta di Wolverine (X-Men), La Cosa (Fantastici 4) e Thor, che nonostante i poteri del dio del tuono esce il più delle volte malconcio dal confronto. Questo capitolo è una chicca non solo per i Marvel-fan ma per tutti gli appassionati di scontri tra eroi e confronto dei rispettivi poteri.

Il libro di Gianluca Ferrari prosegue con due capitoli dedicati all’approfondimento di alcuni aspetti specifici della storia di Hulk, Il ciclo di Greg Pak e Hulk Rosso (creato da Jeph Loeb e Ed McGuinness, il mistero della sua identità ha tenuto banco per due anni tra i fan del Pelleverde). Atto conclusivo dell’opera è una panoramica sulla diffusione di Hulk nei media diversi dal fumetto, senza dimenticare nulla dal cinema alle serie tv, dai videogiochi alle serie animante.

50 anni di Hulk è un’opera completa a livello enciclopedico, un must per ogni fan del Golia Verde e una lettura interessante e piacevole per ogni appassionato di fumetti di supereroi. Un regalo di Natale perfetto per ogni Marvel-fan, in pratica.

Ora sapete cosa regalare per Natale a un amico appassionato di fumetti. Ma per ogni buona notizia – i film insegnano – ce n’è sempre una cattiva: i miei consigli di lettura (e per gli acquisti) dal mese prossimo saranno un po’ più rari. A partire da gennaio 2013, infatti, Parlando con le nuvole diventa mensile: uscirà il secondo venerdì di ogni mese, provando comunque a rimanere una finestra di approfondimento legata alle novità più attuali del mondo dei comics.

Siamo ai saluti: auguro a tutti voi buone feste, e mi permetto un consiglio per iniziare l’anno nel migliore dei modi: se incontrate per strada un tizio grande, grosso e verde non fatelo arrabbiare, perché ora è confermato da una fonte più che autorevole… Hulk è il più forte che c’è!

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