Neonomicon: Alan Moore incontra H.P. Lovecraft


Abbiamo già avuto modo di parlare di Alan Moore in un paio di articoli usciti nella sezione Magazine, uno dedicato alle ricorrenze e l’altro alle maschere. Ma per fortuna il mago di Northampthon non si è “limitato” a V for Vendetta e Watchmen, né ha smesso di scrivere fumetti negli anni ’80. Tra i suoi lavori più recenti spicca Neonomicon, miniserie di quattro numeri disegnata da Jacen Burrows e uscita nel 2010 per l’etichetta indipendente americana Avatar Press.

Il titolo della serie risulterà sicuramente evocativo alle orecchie dei fan di Howard Phillips Lovecraft, tra i maestri assoluti della narrativa horror del ‘900. La parola Neonomicon, infatti, richiama il titolo del libro maledetto protagonista di numerosi racconti dello scrittore di Providence, il Necronomicon. Ma nella sottile mutazione ortografica c’è un importante cambio di significato: sparisce la parola morte e compare la parola nuovo/a. Proprio così, perché Neonomicon non è altro che l’interpretazione e l’omaggio di Alan Moore alla narrativa di H.P. Lovecraft e in particolare, naturalmente, alla saga dei Miti di Cthulhu.

Com’era lecito aspettarsi da un autore del talento e della creatività di Alan Moore, però, il risultato non è una passiva trasposizione a fumetti dei racconti di Lovecraft. Lo sceneggiatore inglese, infatti, tratteggia atmosfere familiari per chi mastica HPL, eppure le declina in modo nuovo. Così facendo costruisce un racconto di atmosfera fedele all’ambientazione letteraria ma con una trama innovativa, in grado di dare nuova linfa all’opera di uno scrittore che ha firmato i suoi ultimi racconti quasi ottant’anni fa. E nel far questo riesce a infondere il proprio marchio ad una storia che non per questo devia dal solco originale tracciato da Lovecraft.

Antefatto delle vicende narrate in Neonomicon è The courtyard (Il cortile), racconto one shot delle indagini di Aldo Sax, agente dell’Fbi specializzato nel risolvere casi complessi utilizzando la Teoria delle anomalie. Nella New York contemporanea (siamo nel 2004), Sax deve indagare su una serie di omicidi apparentemente scollegati ma realizzati con modalità simili. Le sue indagini lo conducono in uno strano locale nei bassifondi della Grande Mela, dove incontra Johnny Carcosa: per il roccioso agente Sax si spalancheranno le porte di un mondo che agli esseri umani non è dato conoscere, con risultati ben noti agli affezionati di H.P. Lovecraft. Già in questa prima parte del racconto si riconosce il marchio di Alan Moore, in grado di rivitalizzare con importanti novità la narrativa lovecraftiana: l’ambientazione contemporanea, ad esempio, è comune allo scrittore di Providence, che però scriveva tra gli anni ’20 e ’30 e in tale epoca ha fissato, nell’immaginario dei suoi lettori, l’ambientazione naturale delle sue opere.

La vicenda prosegue seguendo Gordon Lamper e Merril Brears, gli agenti incaricati di indagare su Sax, a sua volta divenuto un caso. I due approfondiranno quanto scoperto in modo traumatico dal loro predecessore, entrando nel mondo di orrore cosmico al quale Lovecraft ci ha abituati. Ma gli agenti faranno il loro ingresso dalla porta di servizio: non come accaduto a Sax tramite lo shock della conoscenza diretta, che nei Miti di Cthulhu è spesso la strada più breve per la follia, bensì finendo coinvolti in un rito mistico dal gruppo di cultisti su cui stanno indagando. I risultati, crudi e violenti come in poche altre occasioni, producono un finale originale e imprevedibile, che mette definitivamente il timbro di Alan Moore sulla saga lovecraftiana.

A far quadrare il cerchio ci pensano i disegni di Jacen Burrows, che con il suo tratto realistico (impreziosito dai colori di Juanmar) traccia una distinzione netta dalle atmosfere vaghe di Lovecraft, che nei suoi libri accennava descrizioni volutamente parziali e misteriose delle sue creature e delle situazioni in cui erano coinvolte. Di per sé, l’idea stessa di visualizzare per immagini un racconto di Lovecraft è quasi paradossale: l’unico ad esserci riuscito mantenendosi fedele alle atmosfere dello scrittore di Providence è un maestro assoluto del fumetto argentino e mondiale, Alberto Breccia. Da qui la scelta di un artista come Burrows, che prende la strada esattamente opposta del realismo, adattandosi perfettamente alla sceneggiatura di Moore, che gioca sulla contrapposizione tra il tono inizialmente noir della storia per poi deragliare nell’incubo lovecraftiano. Notevole, in particolare, la raffigurazione delle visioni dell’agente Sax, che in un racconto di Lovecraft risulterebbero appena tratteggiate mentre qui campeggiano in pagina, illustrate come deliri onirici in forma cartacea.

Certo, si tratta di un’interpretazione che potrebbe non piacere ai puristi di HPL e scontentare i fan di Alan Moore vecchia maniera. Ma da lettore affezionato di entrambi gli autori, dopo la sorpresa per un finale così diverso dagli standard lovecraftiani, ho metabolizzato e apprezzato l’opera nella sua interezza, per quanto sicuramente l’antefatto (The courtyard) sia la parte più riuscita dell’insieme. Fortunatamente, Neonomicon è stato pubblicato in Italia in un unico volume, che include anche il racconto iniziale, dall’editore Bao Publishing di Milano.

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