Van Gogh e Doctor Who – Vincent e il Dottore nella Francia di 130 anni fa


Van Gogh e Doctor Who sembrerebbero due mondi inconciliabili. E invece è del loro incontro che vi voglio parlare.
L’anno di questo fortuito avvenimento era il 2010. La sera del 5 giugno la Bbc trasmetteva per la prima volta Vincent e il Dottore (decimo episodio della quinta stagione). Quella era la prima stagione diretta da Moffat, il Dottore era l’undicesimo (Matt Smith), e l’episodio era stato scritto da un rinomato sceneggiatore: Richard Curtis (Quattro matrimoni e un funerale, Mr. Bean, per citare alcuni prodotti con la sua firma).

Van Gogh Doctor Who

Van Gogh Doctor Who e il suicidato della società di Antonin Artaud (Credits: Elisa Tomasi)

Vincent Van Gogh, 130 anni dopo

Da allora sono passati più di dieci anni, e se all’epoca ne erano trascorsi 120 dalla scomparsa di Van Gogh, in questi giorni ci avviciniamo a un’altra cifra tonda per l’anniversario della sua morte. Il geniale pittore olandese morì infatti il 29 luglio di 130 anni fa, dopo quasi due giorni di agonia: il 27 luglio, infatti, decise di uccidersi con un colpo di rivoltella nel ventre.
Vincent Van Gogh è un nome scolpito nella pietra nella storia dell’arte. E non solo perché considerato padre dell’espressionismo, colui che ha portato la pittura nell’età moderna; ma perché Van Gogh è Van Gogh: un’entità a sé stante, dicevamo.
Come dirà Bill Nighy nella veste del curatore della mostra sul pittore nell’episodio di Doctor Who: “to me Van Gogh is the finest painter of them all […] not only the world’s greatest artist, but also one of the greatest men who ever lived” (“Per me Van Gogh è il più grande pittore tra tutti… non solo il più grande artista del mondo, ma anche uno dei più grandi uomini mai vissuti”).

Van Gogh, Doctor Who e l’essere fuori dal tempo

Van Gogh in Doctor Who ci viene mostrato in un’ambientazione che fa collimare il suo ultimo anno di vita con la sua esperienza nel sud della Francia ad Arles. Infatti, sebbene il pretesto di Vincent e il Dottore sia uno degli ultimi quadri dipinti dal pittore (La chiesa di Auvers-sur-Oise, situata un paesino a 27 chilometri da Parigi), il Tardis catapulta Amy e il Dottore in piena Provenza. Il riferimento ci è dato dal loro primo incontro con Vincent che avviene al café del paese.
Anche questo, luogo simbolo di un’altra celeberrima opera di Van Gogh del 1988: Terrazza del caffè, la sera.

Van Gogh Doctor Who con tardis e cartolina

Van Gogh e Doctor Who: il Tardis con cartolina appresso di ritorno dal Van Gogh Museum di Amsterdam (Credits: Elisa Tomasi)

Inoltre l’episodio si apre con una panoramica dal paesaggio al dipinto di Campo di grano con volo di corvi, anch’esso uno degli ultimi quadri realizzati dal pittore sempre a Auvres nel 1890. Mentre la Notte stellata a cui si fa riferimento nell’episodio risale al 1989, dipinta a Saint-Rémy-de-Provence nel periodo in cui Vincent si trovava lì in manicomio.

Come Doctor Who dipinse Van Gogh

Dunque come ogni cosa in Doctor Who, anche la biografia di Van Gogh si trova fuori posto o meglio fuori dal tempo. L’intento dell’episodio però non è quello di raccontare in senso cronologico la vita di Vincent, è quello di ritrarre la figura del pittore.
Doctor Who vuole fare quello che Van Gogh ha ossessivamente compiuto nell’arco della sua carriera pittorica: ricercare se stesso, scrutarsi nel profondo di un autoritratto. Gli autoritratti del pittore olandese si contano a dozzine e non ve n’è uno uguale a un altro: è una perpetuo mutare della forma e della luce in cui Vincent si vede in quell’attimo.
Vincent e il Dottore è quindi un cercare di cogliere quella personalità così follemente lucida nel vedere il mondo in continuo mutamento. La natura nei quadri del pittore non è mai morta ma viva, una forza convulsa di energia.

Van Gogh, il suicidato della società

Antonin Artaud, drammaturgo e saggista francese di metà Novecento, scrive che il pittore olandese “dipingeva, non linee o forme, ma cose della natura inerte come in piene convulsioni […] Van Gogh non smette di colpire tutte le forme della natura e gli oggetti” e, più in là nel testo, “perché nessuno fino ad allora aveva fatto come lui della terra questo panno sporco, strizzato di vino e di sangue inzuppato”.
E ancora: “E in questo, io penso avesse maledettamente ragione. Perché la realtà è terribilmente superiore a ogni storia, a ogni favola, a ogni divinità, a ogni surrealtà”.
Queste righe, sputate a getto su un quadernetto scolastico, vennero scritte da Artaud nel 1947, dopo aver visto una mostra sull’autore a L’Orangerie di Parigi. Il tutto venne poi rielaborato e pubblicato nel saggio Van Gogh il suicidato della società.
Il museo d’Orsay nel 2014 ha avuto la brillante idea di far incontrare l’autore francese con il pittore olandese nella mostra Van Gogh / Artaud. Il suicidato della società.
La prospettiva di Artaud su Van Gogh è una delle più geniali e coerenti in circolazione; forse dovuta anche al fatto che anch’egli è stato un artista controverso per i suoi tempi, internato per un lungo periodo in manicomio e morto giovane.

Vincent e il Dottore

Van Gogh, Doctor Who lo cattura così: indagando una poetica degli emarginati, accostando alla sua figura quella del Dottore, anch’egli un reietto della società dei Timelord. Inizialmente Vincent è allarmato dal fatto che il Signore del tempo sia un dottore, poi comprende che è un alieno, un suo simile.
L’episodio racchiude in sé tutti gli elementi che hanno creato l’immagine di Van Gogh come genio incompreso: è al contempo il momento più prolifico della vita artistica del pittore ma anche quello più buio. Vi è l’oscura presenza nell’ombra degli accadimenti dell’orecchio mozzato e del successivo internamento. Inoltre si ha l’assoluta consapevolezza della sua imminente dipartita.
Nonostante questo, Doctor Who decide solamente di accennare questi avvenimenti. Si concentra invece sul farci vedere con gli occhi di Vincent. In tal senso la scena della notte stellata che si trasforma ne La notte stellata è suggestiva. In quel momento, distesi sul prato insieme a Vincent, Dottore e Amy che si tengono per mano, siamo tutti parte di quell’intimità con l’universo che Van Gogh riusciva a cogliere perfettamente su tela.

Il girasole come simbolo di umanità

Anche come vengono trattati i girasoli nell’episodio è estremamente significativo: Vincent non ha ancora iniziato a dipingerli. Amy allora cosparge dei fiori ogni angolo possibile dell’umile dimora del pittore, che ammaliato li guarda ma si chiede come poterli catturare. Per Vincent quei fiori sono troppo umani, fragili, in bilico tra il vivere e il morire. E poi li rivediamo, i girasoli, posati su una bara mentre passa un corteo funebre.
Vincent e il Dottore è uno degli episodi più commoventi dell’intero nuovo ciclo di Doctor Who iniziato nel 2005. E questo lo si deve al suo mettersi al servizio non del racconto di una storia, ma di una persona: Vincent. A Van Gogh Doctor Who regala del tempo, quello di poter realizzarsi come persona completa, anche riuscendo a rivedersi un centinaio di anni più tardi finalmente amato.
Van Gogh che ritorna per vedere le sue opere esposte a Parigi, in una mostra a lui interamente dedicata, con sale piene di persone entusiaste di trovarsi lì al cospetto di tanta bellezza.
E a 130 anni dalla sua scomparsa è ancora così che lo rivediamo: uno dei più amati, lui, Vincent che tanto aveva sofferto in vita la mancanza di affetto e comprensione.

+ Non ci sono commenti

Aggiungi