Mestruazioni – Come funzionano e perché è da sceme vergognarsene


Siamo in giro con gli amici, starnutiamo e ciao. Cascate del Niagara in centro storico. Così sorridiamo, andiamo a rimestare nella tasca segreta di una borsina segreta nella borsa ufficiale – che al mercato mio padre comprò – tiriamo fuori il nostro fido assorbente 50×60, lo imboschiamo nei pantaloni che nemmeno Pablo Escobar sarebbe stato più furtivo e ci dirigiamo verso il bagno.

Missione compiuta, nessuno si è accorto che ho le mestruazioni.

Un ghiacciolo rosso. Abbiamo scelto questa immagine per parlare di mestruazioni (e del perché non dovremmo vergognarcene)

(Credits: Erol Ahmed, Unsplash)

Ma ci siamo rincoglionite? Quando è diventata una vergogna avere le mestruazioni? Non dico di girare con un cerchietto a led con la scritta “Blooding in progress” con tanto di musichetta di Profondo Rosso, ma evitare di nascondere il tutto come se fosse una colpa.

Un’onta incommensurabile.

Come se avessimo Mushu accanto ad ammonirci “Disonore su tutta la tua famiglia, disonore su di te, disonore sulla tua mucca!”.

Sì, si chiamano mestruazioni

Ogni donna vive le mestruazioni in modi differenti: chi ha un flusso più o meno abbondante, chi soffre di crampi addominali, chi soffre di mal di testa, dolori articolari, irritabilità, fame insaziabile, nausea, febbre. E chi, fortunatamente, passa indenne!

Ok, questo è un po’ esagerato (Credits: Shining, Warner Bros.)

Non ciclo, non le mie cose, non “sono in quel periodo”. Ma mestruazioni.
È vero, lo ammetto, quel stru e poi la zeta non la rendono certo una parola con un dolce suono. Come miele. O Nutella.

Di dolce però qui non c’è nulla. Mi si sta sfaldando l’utero miseriaccia. Eh sì, sta succedendo proprio quello. Giovinezza che va via. Ogni mese un passo più vicino alla menopausa. (Ok ok, la sto rendendo molto melodrammatica, avevo bisogno di creare un po’ di pathos).

Andiamo dunque a conoscere le mestruazioni da più vicino.

Come funziona il ciclo mestruale?

Prima di iniziare, un ripasso veloce di cosa siamo dotate:

  • vagina -applausi di felicità-
  • risalendo troviamo il collo dell’utero o cervice -mistero della fede-
  • utero -già un po’ più famoso-
  • tube di Falloppio – no guarda Falloppio sarà amico tuo-
  • due ovaie – e qui mi viene sempre in mente Senti chi parla-.

Una delle nostre due ovaie – una delle due, scegliete voi quale preferite oggi – lancia un ovocita nelle tube di Falloppio. Vi do il permesso di immaginare l’ovocita come un uovo alla piastra. Questa cellula uovo, che chiameremo Ovina, giocherà alle montagne russe con Falloppio, scivolando con le braccia alzate e urlando Banzai! verso il nostro utero. Lì rimane in attesa guardandosi intorno.

Si è data appuntamento con Spermy, lo spermatozoo. Quest’ultimo, però, ha pensato bene di darle buca. Non si è presentato. L’ha lasciata con un messaggio su Whatsapp. Presa da dolore e sconforto, allora, la nostra cellula uovo si lascia andare, non si cura più, ha smesso di lavarsi i denti tanto ha detto che non deve vedere nessuno e che non la amerà mai più nessuno e la fa finita così. Senza lasciare nemmeno un biglietto d’addio.

La parete interna del nostro utero, detta endometrio, sarebbe dovuta essere la dimora del dolce connubio tra Spermy e Ovina, ma non essendoci stata questa unione, arriverà Vernazza con gru e ruspe che la demolirà. E si sfalderà.

E a noi ci toccano le mestruazioni.

Ogni mestruazione, come ogni donna, è diversa

Due ragazze si passano un assorbente in un bagno

Passaggi di mano da rendere fiero Pablo Escobar (Credits: Annika Gordon, Unsplash)

Come sappiamo, ogni donna è diversa, così come è diversa ogni mestruazione. Chi ha crampi alla pancia, chi ha mal di testa, chi perde concentrazione, chi ha pochissime perdite, chi ha un flusso abbondante, chi si mette un Lines è è è e fa la ruota.
E sono tutti sintomi fisici naturali (avvertire dolore non va mai bene, è sempre consigliata una visita ginecologica annuale, mi raccomando!) dei quali però, spesso, ci vergogniamo.

Iniziamo quindi a parlarne con disinvoltura e avremo sempre meno problemi ad affrontare l’argomento. Intanto, cominciamo a chiamarle con il loro nome: mestruazioni. E qui vi cito Shakespeare: “Cosa c’è in un nome? Ciò che chiamiamo rosa anche con un altro nome conserva sempre il suo profumo”.
Anche chiamandole ciclo, cose, quel periodo, rimangono sempre uguali. Mestruazioni.

Non serve nasconderlo né ostentarlo, serve solo far capire a chi ci sta attorno che è normale, che siamo biologicamente sane. Ogni volta che pensate di dover nascondere di avere le mestruazioni o che vi imbarazza dirlo, immaginate tutte quelle donne che non le hanno più per problemi di salute e che le vorrebbero con tutte loro stesse o a quelle che speravano di non vederle più arrivare per nove mesi e invece sono ancora lì, puntuali, a far capolino il ventottesimo giorno.

Siamo donne, oltre le gambe c’è di più!

E questo di più comprende anche le mestruazioni.

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