Russia 2018, l’Italia pesca la Svezia senza Ibrahimovic. Cosa succede se non ci qualifichiamo?


russia 2018

Mondiali Russia 2018, ufficiale la sfidante dell’Italia di Ventura. Gli azzurri dall’urna pescano la Svezia. Ora al ct Gian Piero Ventura non resta altro che iniziare a preparare la doppia sfida di novembre (andata a Stoccolma il 10, ritorno a Milano il 13), ultimo ostacolo verso i sorteggi dei gironi dei Mondiali in programma l’1 dicembre a Mosca.

Ma chi sono questi svedesi? Quante possibilità  ha l’Italia di approdare a Russia 2018? Cosa succede se non andiamo ai mondiali?

La Svezia sfida l’Italia per Russia 2018

È una Svezia sicuramente più debole di qualche anno fa, ma che non va sottovalutata. Uomini di ghiaccio che non si fanno intimorire o emozionare, forti fisicamente ma poca roba a livello tecnico e tattico. La debolezza di questa nazionale la si misura con l’assenza del suo uomo simbolo, Zlatan Ibrahimovic. Il gigante di Malmoe ha lasciato la sua nazionale per dedicarsi totalmente al club di appartenenza.

Parola d’ordine, vendetta. Nessuno ha dimenticato il “biscotto” di Euro 2004 tra Svezia e Danimarca. Le due nazionali scandinave si affrontarono all’ultima giornata del girone degli europei e con un 2-2 avrebbero eliminato automaticamente l’Italia per differenza reti. Indovinate come finì quella partita? Proprio 2-2. Il sospetto, se non qualcosa in più,  c’è sempre stato e quella situazione ha lasciato l’amaro in bocca per anni a tutto il popolo italiano. Quale partita migliore per vendicarsi? Vincere per approdare a Russia 2018 e vendicare il torto del 2004?

I problemi della mancata qualificazione a Russia 2018

Marco Bellinazzo de “Il sole-24 ore” ci spiega quali sarebbero gli effetti economici per la FIGC in caso di mancata partecipazione ai Mondiali 2018: “Il mancato accesso ai Mondiali in partenza il 14 giugno prossimo determinerebbe, infatti, ingenti danni d’immagine oltre che mancati incassi immediati. Cominciando da questi ultimi, va sottolineato come il montepremi di Russia 2018 dovrebbe essere incrementato di circa il 20% rispetto a quello dei mondiali brasiliani, quando toccò quota 576 milioni di dollari, di cui 100 destinati alle assicurazioni per i giocatori e 70 come pagamenti ai club i cui calciatori erano impegnati nella fase finale della rassegna”.

Oltre al danno d’immagine, risulterebbe esserci anche un pesante danno economico:”In Russia ciascuna delle 32 finaliste dovrebbe ricevere una preparation fee di 2 milioni di dollari, mentre le 16 eliminate nella fase a gironi intascheranno comunque 10 milioni di dollari ciascuna. Passare i gironi e avviarsi verso la finale garantirà altri “gettoni” e le finaliste si spartiranno 90 milioni di dollari, 50 alla vincitrice e 40 alla seconda classificata (contro i 60 – divisi 35 e 25 – di Brasile 2014). Ipotizzando per l’Italia un onorevole cammino fino ai quarti di finale (dopo le estromissioni ai gironi degli ultimi due mondiali) quindi si potrebbe preventivare un incasso sui 25 milioni. Non proprio un assegno da disdegnare. Ma un apocalittico mancato viaggio in Russia provocherebbe a catena una svalutazione del brand Italia, con effetti non quantificabili con precisione ma certamente pesanti sul piano delle entrate da sponsor e televisioni.”

Una vera e propria apocalisse in caso di mancata qualificazione a Russia 2018. Una nazionale e un intero movimento che non possono permettersi passi falsi.

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