Web is the new black


Il mondo del lavoro ridisegnato da internet e dalle nuove tecnologie

Dal buongiorno di facebook, al tramonto su instagram, dal meteo online alle risposte gentilmente offerte da google con un semplice click (altro che alzarsi dalla sedia, recuperare qualche libro polveroso sepolto chissà dove e perdersi in indici lunghi quanto incomprensibili) la nostra vita sembra ormai mutila senza il magico tocco del web.

Negli ultimi anni il consolidamento del ruolo delle cosiddette ICT (Information and Communication technologies – detto più comprensibilmente pc, smartphone, …) ha generato un progressivo aumento della cultura informatica e la diffusione della banda larga e dei social network, con la conseguenza di un uso pressoché continuo e consapevole della rete da parte di un numero sempre crescente di utenti. Se fino a qualche anno fa la nostra sopravvivenza era minacciata dalla mancanza di cibo o acqua, oggi spaventa molto di più l’assenza di wi-fi, per non parlare dei GB del cellulare in esaurimento. Il web infatti ha letteralmente investito la società odierna, insinuandosi in ogni sua piega e, che piaccia o no, la maggior parte delle nostre azioni risulta parzialmente o totalmente legata all’utilizzo di internet.

Il dizionario stesso, più o meno nolente, ha dovuto spalancare le proprie pagine a una vera invasione di neologismi legati al mondo digitale: web journal, web marketing, web series… se ne potrebbero citare a centinaia. Sarà un bene? Sarà un male? Penso che discuterne sia tanto complesso quanto futile, poiché si impone ormai la necessità di guardare negli occhi il cambiamento in atto e riconoscerlo come tale, con tutte le conseguenze che porta con sé.

Innanzitutto è chiaro che una potenza comunicativa tanto forte e capillare si ripercuota su tutti quegli ambiti in cui la trasmissione di un messaggio si rivela condizione necessaria per la buona riuscita dell’attività. Va da sé che la comunicazione tra venditore e acquirente rientri a pieno titolo in questa categoria. Ecco perché, come si accennava in precedenza, l’espressione web marketing è ormai un binomio consolidato. La natura interattiva del web permette infatti alle aziende di entrare in contatto diretto con il cliente in modo semplice e rapido. Ma non è finita qui! Le nuove tecnologie consentono di compiere un passo in avanti, una vera e propria rivoluzione del settore. Grazie a internet, le imprese possono tracciare il profilo di ogni singolo cliente per poterne assecondare gli interessi e talora addirittura per modellare i messaggi pubblicitari in base agli acquisti e alle ricerche precedenti. E, in questo modo, operando in termini di customer satisfaction, si mira a raggiungere un obiettivo decisamente più alto, la cosiddetta customer retention, ossia la fidelizzazione del cliente.

Ma se il web cambia le strategie di marketing, le modalità di comunicazione e perfino la gestione delle più banali attività quotidiane, che impatto ha sul mondo del lavoro?

L’avvento di internet e delle ICT ha velocizzato una molteplicità di processi e ne ha semplificati altri, tanto che alcune figure professionali risultano ormai stantie e si stanno avviando verso il proprio tramonto. Tuttavia, quello che a tratti sembrerebbe un predominio della macchina a discapito dell’utilità dei lavoratori è in realtà un processo ben più complesso. Il consolidamento del web e delle tecnologie informatiche, infatti, sta pian piano ridisegnando il mondo produttivo e del lavoro. A ben vedere, non si è limitato a incanutire vecchie professionalità e a crearne di nuove, ma ha agito già a monte sulle modalità di ricerca di un impiego. Sempre più raro, almeno in una prima fase, il faccia a faccia, sempre più diffuse le selezioni senza volto, possibili grazie a banche dati, prove online e invii di curriculum nel mare magnum dei siti aziendali.

In un quadro di progressiva spersonalizzazione, si collocano però alcune preziose occasioni di incontro tra lavoratori e imprese. Ne è un esempio l’iniziativa “Digital Job Placement”, che si inserisce nel programma del Digital Marketing Festival di Rimini. Il 23 e 24 giugno il festival sarà infatti anche un luogo di incontro tra aziende con posizioni lavorative aperte e professionisti del settore digitale. L’iniziativa si sviluppa sulla scia del successo dell’anno scorso, e si pone l’obiettivo di colmare la distanza troppo ampia tra domanda e offerta che ancora affligge il settore delle professioni digitali. Un’occasione, dunque, per scavalcare ogni barriera e confrontarsi direttamente con imprese che offrono varie possibilità di impiego. E per apprezzare appieno l’iniziativa è sufficiente l’eloquenza dei numeri dell’edizione 2016: 293 curriculum ricevuti, 65 posizioni aperte e oltre 150 colloqui effettuati nei due giorni di festival. Esemplificative, a tal proposito, le parole di Cosmano Lombardo, Chairman del Web Marketing Festival, secondo il quale scopo primario dell’evento è quello di “giocare un ruolo attivo nella promozione di occasioni utili all’incontro tra imprese con posizioni lavorative aperte e professionisti in cerca di lavoro.”

Lo spirito del progetto si incastra perfettamente all’interno di un meccanismo in rapida evoluzione di cui si fatica a tenere il passo. Sono questi, infatti, gli anni delle grandi contraddizioni, del nuovo che affascina e spaventa e che al tempo stesso non frena la propria corsa. Se da un lato non deve sorprendere che i professionisti del settore dell’informatica, della matematica e dell’ingegneria siano sempre più richiesti, dall’altro si assiste ancora a un’insufficienza di posti di lavoro per le neonate figure professionali, che si fanno strada talvolta a fatica in una realtà lavorativa ancora non del tutto preparata.

“Il digitale è il presente e il riconoscimento del suo valore in qualsiasi tipo di attività è inevitabile, oltre che fondamentale”, chiarisce ancora Cosmano Lombardo “In Italia, ad esempio, sebbene la domanda di professionisti digitali sia in continuo aumento e arrivi a toccare il +30%, rimane comunque nettamente inferiore all’offerta di lavoro per questo tipo di professioni. Colmare questa distanza significherebbe fare un passo nella direzione giusta, non solo in quanto Web Marketing Festival, ma anche come Sistema Paese.”

Il consolidamento del ruolo ormai fondamentale del web e tutto ciò che ne consegue costituiscono senza dubbio una sfida, se non addirittura la sfida del nostro tempo. Le aziende, i lavoratori, la P.A., il mondo della politica, l’arte perfino… tutto sembra inevitabilmente soggetto al volere di questo gigante impalpabile che è internet. Giusto? Sbagliato? Ancora una volta mi sento di dire che importa poco. Bisogna essere pronti, comportarsi da giunchi forse e non da querce. Almeno per adesso. La mia formazione classica a tratti rabbrividisce e mi suggerisce di sostituire le righe precedenti con un deciso rifiuto, un’ostinata opposizione.

Ma il cambiamento non è per forza rivoluzione, la rivoluzione non è per forza regressione, il nuovo non è per forza peggiore del vecchio né tantomeno la sua nemesi. Avete presente l’iconica frase di Tancredi nel Gattopardo di Tomasi di Lampedusa “se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi.”? Di certo, anche in questo caso, è una possibilità.

+ Non ci sono commenti

Aggiungi