Il bel calcio non è sinonimo di poche vittorie!


Il dubbio che per anni ha riempito le menti degli amanti dello sport: meglio il bel calcio ma poco vincente o il calcio brutto da vedere ma concreto e vincente? Come in ogni situazione o scelte della vita, anche questo quesito è soggettivo. Negli anni, in questo magnifico sport che è il calcio, si sono alternati tanti stili e moduli di gioco, dal classico 4-4-2 al 3-5-2, dalla difesa alta agli esterni d’attacco che difendono. Tutti i moduli e le strategie hanno un’unico obiettivo, la vittoria. Per il raggiungimento dell’obiettivo ci possono essere due vie da percorrere: dominare il campo e quindi esprimersi al meglio con giocate spettacolari o essere cinici e concreti, rinunciando al bel calcio.

Il bel calcio, dagli olandesi al Napoli di Sarri

Triangolazioni, contropiedi e valanghe di gol, una vera goduria per tutti gli amanti del calcio. Questa affermazione può risultare come un’utopia eppure c’è chi è riuscito a fare tutto ciò.

Siamo negli anni ’30 e il campionato olandese regala al mondo intero il cosiddetto “Calcio totale”. Calcio totale è l’espressione con cui si definisce quello stile di gioco per cui ogni giocatore che si sposta dalla propria posizione è subito sostituito da un compagno, permettendo così alla squadra di mantenere inalterata la propria disposizione tattica. Secondo questo schema di gioco nessun giocatore è ancorato al proprio ruolo e nel corso della partita chiunque può operare indifferentemente come attaccante, centrocampista o difensore. La notorietà a questo modello calcistico arrivò negli anni ’70 grazie al campione Johan Cruijff che, benché venisse schierato solitamente come attaccante, si muoveva in ogni gara a tutto campo a seconda dello sviluppo delle singole azioni, cercando sempre la posizione dove avrebbe potuto essere più pericoloso. Nonostante avessero importato in tutto il mondo una vera e propria rivoluzione calcistica, si ritiene ancora oggi che il calcio totale olandese sia stato uno stile di gioco bello ma perdente.

Il calcio totale oggi non esiste più ma per tanti esperti ha subito un’evoluzione, diventando il “Tiki Taka”. Il Tiki Taka potrebbe essere l’erede del calcio totale anche se c’è un’enorme differenza tra le due idee di calcio. La differenza più evidente è il dispendio fisico, il calcio totale era prettamente corsa e resistenza mentre il tiki taka sostituisce la corsa con un possesso costante del pallone,  obbligando gli avversari a fare pressing continuamente con conseguente dispendio di energia. A rendere famoso ed internazionale il Tiki Taka, fu il Barcellona targato Pep Guardiola che grazie a questo stile di gioco è riuscito a togliersi più di qualche soddisfazione sia a livello nazionale che internazionale.

Nei nostri confini nazionali, c’è un’unica squadra che segue un percorso simile a quello del calcio totale e del tiki taka, ovvero il Napoli di Maurizio Sarri. La squadra partenopea, che attualmente occupa il terzo posto in classifica, con una stagione ancora da terminare, ha realizzato 107 gol in tutte le competizioni. 107 gol tra Campionato e Coppe, a dimostrazione di quanto sia una compagine che imposta la sua supremazia territoriale in campo e cerca sempre il gol. Il bel calcio di Sarri ha ricevuto tanti complimenti, ma solo uno ha toccato il cuore dell’allenatore toscano. Le parole di stima sono arrivate direttamente da Arrigo Sacchi, un totem del calcio italiano, che ha dichiarato: “Sarri è un maestro”. Nonostante il bel calcio espresso, il Napoli chiuderà un’altra stagione senza trofei, ma questa non può essere una condanna.

Il bel calcio, oltre a far divertire i tifosi può essere anche un’arma vincente. Basta guardare il palmares di Guardiola al Barcellona per farsi un’idea: 3 Campionati Spagnoli, 2 Coppe di Spagne, 3 SuperCoppe di Spagna, 2 Champions League, 2 SuperCoppe Europee e 2 Mondiali per Club.La dimostrazione che anche il bel calcio può portare a grandi risultati, ma anche questa dichiarazione resterà pur sempre un’opinione.

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