Ibrahimovic: diventare LEGGENDA, il film


Nascere a Malmo (Svezia) da genitori jugoslavi immigrati per poi diventare una leggenda, questo è Zlatan Ibrahimovic. In questi giorni è uscito al cinema “Ibrahimovic, diventare leggenda” a cura dei fratelli registi svedesi Fredrik e Magnus Gertten che dichiarano: “Stavamo lavorando a un film sul Malmoe, la squadra della nostra città, e invece ci accorgemmo ben presto che c’era un soggetto più grande che finiva dentro l’occhio della telecamera. Lo seguimmo, poi mettemmo da parte il materiale, domandandoci se un giorno… Il giorno poi è arrivato”. Un docufilm che narra della formazione fisica, morale, intellettuale di un ragazzo nato da un bosniaco e una croata, sempre in lotta col mondo e infine amato, un attimo prima dell’addio e dell’approdo all’Ajax. Prosegue Fredrik Gertten, “A Malmo, Ibrahimovic trovò nuovi nemici, lui è così, ne ha bisogno. Non credo che tra Ibra uomo e Ibra calciatore ci siano differenze. Non ho mai visto un calciatore più vero, più ruvido, più intelligente, più maturo, più coraggioso, coraggioso come un pirata”.

Dopo la amata e odiata Svezia, Ibrahimovic approda al campionato Olandese con la maglia dell’Ajax. Il rapporto con i tifosi dei lancieri non è mai stato dei migliori, Malmoe o Amsterdam? “Malmoe” risponde Ibra, con la maglia dell’Ajax addosso. Le radici. La gente, mai amata. Dopo un gol: “Sì, va bene, ora applaudono e gridano il mio nome, ma quando non andranno bene le cose, che faranno?”. Il salto di qualità arriva a Torino con l’approdo alla Juventus grazie a Raiola che lo porta alla corte di Luciano Moggi.

“Abbiamo filmato la crescita di uomo e della sua ambizione” racconta il regista, “perché, anche, servisse d’ispirazione ai ragazzi di oggi, in particolare in questo momento dell’Europa. Quella di Ibra è la storia di un’inclusione faticosa, ma anche di una lotta naturale contro le avversità della vita. Avviene spesso, nelle nostre società occidentali, che non si dia troppo credito ai giovani, che non vengano ritenuti in grado di prendere decisioni, di arrivare. Ed è bella la scena del ritorno di Ibra a Rosengard, migliaia di persone che l’aspettavano e le madri che l’additavano ai figli, ecco, questa è l’importanza che ha questo ragazzo ormai uomo per tutti noi”.
Non un film banale che ci presenta gli aspetti meno conosciuti del campione svedese, seguendo da vicino il rapporto di odio e amore di Ibrahimovic con il padre, i compagni e gli allenatori. I primi amori, con le promesse e le aspettative di ogni ragazzo che ambisca a fare il calciatore. E’ la storia di un ragazzo sempre fedele a se stesso e in perenne lotta con il mondo, amato e odiato in ugual misura. Un ragazzo cresciuto tra i sobborghi di Malmö, diventato un eroe per i tanti giovani che, seguendo il suo esempio, sperano un giorno di farcela.

All’età di 35 anni, Ibrahimovic ha giocato 693 partite, totalizzando 399 reti. Nel suo palmarès ci sono 28 trofei nazionali più una SuperCoppa Uefa e un mondiale per club. Ad Ibra manca solo la Champions League per chiudere una carriera da vero fuoriclasse.

Ecco il trailer del film:

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