Milano 38


Dopo le sparatorie degli scorsi giorni Milano si risveglia, dicono, con un insopprimibile senso di insicurezza e paura. Dovremmo dire piuttosto che Milano, speriamo, adesso si risveglierà.

L’attentato in via Muratori che è costato la vita a Massimo Spelta e alla moglie Carolina, e quello di via Giacosa, sono solo la punta di un iceberg che affonda in un mare di inefficienza e negligenza da parte delle forze dell’ordine e della giunta comunale. 

Sono mesi e mesi che cittadini avviliti ed esasperati scrivono lettere ai giornali ed esposti al comune per segnalare lo stato di degrado in cui versa Milano negli ultimi anni. Degrado che ormai non è più solo appannaggio delle zone periferiche ma che si è spostato in pieno centro reclamando il proprio spazio con arroganza e violenza. 

Proprio nel Maggio scorso, in occasione del 160° anniversario della polizia di Milano, il questore Alessandro Marangoni confermava l’aumento del quasi 20 per cento di furti, rapine, frodi informatiche e stupri. E che dire dell’emergenza Rom in viale Forlanini, delle continue aggressioni e risse che tormentano gli abitanti di via Padova, dello scontro tra cittadini africani in Piazza 4 Novembre, delle risse in zona Navigli o degli scontri tra bande portoricane, albanesi e marocchine per lo spaccio e la prostituzione nelle zone di Niguarda, Barona e Comasina? E la lista potrebbe continuare se parlassimo di infiltrazioni di criminalità organizzata a Milano e dintorni.

Solo nel primo quadrimestre 2012 sono stati registrati 30.504 delitti nella zona di Milano, una lieve flessione rispetto al 2011 certo, ma che non per questo ci rende più tranquilli. Adesso come reagirà la città? Ronde, manifestazioni, blitz? È probabile, ma temo che questi ultimi due episodi, purtroppo, serviranno solo a far vendere più copie di giornali locali e ad alimentare le propagande anti-Pisapia. Per il resto il cittadino, il singolo, sarà meglio che continui a guardarsi sempre le spalle, da solo.

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