Italia mia, benché ‘l parlar sia indarno…


Per chi non lo sapesse “indarno” significa “invano, inutile”. Questo è il titolo di un’opera di Petrarca, tratto dal Rerum vulgarium fragmenta.

Cara Italia, parlare, in questo momento, è inutile. Ci vorrebbero fatti concreti, iniziative, atti.

Io direi che tanto per cominciare basterebbe , invece, un’informazione al passo con gli eventi, mass media che verifichino l’esattezza delle notizie e che ne certifichino la provenienza, naturalmente attrezzati su tutti i fronti (cartaceo, tv, internet…), in grado di abbandonare la via dello share, dei contavisitatori per concentrarsi esclusivamente sulla qualità del servizio.

Io, personalmente, sono stanca di sentirmi dire quello che tutti vogliono sentirsi dire. “Lo spread è sotto controllo”, “L’Italia uscirà dalla crisi”, “La percentuale dei giovani assunti è aumentata dello o,0\infty1 %”, oppure degli allarmismi “C’è il bullismo”, “Sono aumentati gli omicidi ad arma bianca fra i giovanissimi”, “Le infradito uccidono”, “La Coca Cola contiene aspartame”, “La Merkel mette al bando la Grecia”, o ancora notizie inutili su gossip e affini, come “Carlà compra i carciofi al mercato”, “Michelle Obama coltiva i broccoli in giardino”, “Le diete delle dive: come perdere millemila chili in due ore”, “Sara Tommasi si dà al porno”. Per non parlare dei servizi sulla meteorologia, sulla crisi, sul mancato turismo! “Oggi quaranta gradi, domani trentanove e un cincisco in più dopodomani”, “Arriva Caronte”, “Arriva Minosse”, “Arriva Lucifero”, “Arriva il Salvatore”, “Gli anziani muoiono di caldo”, “State in casa e bevete molto, che fa caldo”, “Amen”, “P.S. A dicembre finisce il mondo”.

Ma state tranquilli, per “alimentare” il “dialogo” fra istituzioni e popolo, per dar voce alla volontà dei piccoli sono state messe a punto delle creature a dir poco eccezionali, meravigliose, colte, preparatissime, referenziate: gli opinionisti.

Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il water. Ex tronisti, attori, registi, veline, ex onorevoli, avvocati, pescivendoli… Tutti possono acquistare il titolo di opinionista poggiando le real natiche su una di quelle poltroncine all’avanguardia dei salotti tv. Aprono bocca e… BANG! I titoli in sovrimpressione menzionano il nome della persona inquadrata seguita dal titolo incriminato.

E urlano, gridano, si prendono a sediate in testa, si insultano, si minacciano, incitano all’armonia, cercando di sormontare con ogni mezzo politicamente (s)corretto l’avversario.

Poi, naturalmente, la discussione (talk-show, altra parola mmmmeravigliosa) si conclude con una frase pretenziosa, simil-populista, che abbracci un qualsiasi genere di utopia popolare. Non so voi, ma questa cosa mi ricorda tremendamente il sistema di trolling informatico.

In definitiva, non è detto che parlare dell’attualità sia inutile. Anzi, il dialogo cristallino tra le varie maglie della comunità sta alla base di un progetto di ricostruzione sociale ed economica, magari preceduto dall’individuazione dei vari problemi e alla formulazione di un piano in grado di risanare le falle del sistema, dilatate da anni passati a contemplare l’encefalogramma piatto dell’iniziativa comune.

Che squisita arte, quella della polemica!

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