12 novembre 2011 – I Verdena al Velvet, in una serata del tutto differente


Se Daniele Maggioli fosse un cantautore banale, avrebbe scritto «Rallentare sulla via Emilia», mettendo in guardia chi si dirige al Velvet da nord e non è abbastanza furbo da evitare via Covignano.
Ma il poeta bucolico è autore geniale, perciò in una sua canzone ha deciso di citare non pattuglie di Carabinieri qualsiasi, ma quelle appostate a Pietracuta.
Solo che sabato 12 novembre 2011 anche la strada alternativa che passa da Sant’Ermete pone un problema: sciogliere il nodo di Santarcangelo e la fiera di San Martino. C’è poco da fare: è una serata del tutto differente.
Così arrivare al parcheggio polveroso del Velvet è quanto mai confortante, e vederlo già popolato fa pensare che una delle ultime occasioni per vedere i Verdena nel corso di questo tour sia sia stata colta da molti.

Il Velvet accoglie tutti gli accorsi con il faccione dell’artefice dell’illustre “gran rifiuto” delle ultime ore, che campeggia sulla pista, proiettato dai vari schermi scenografici. Proprio perché siamo in fondo a una giornata del tutto differente, in cui ha deciso di rassegnare le dimissioni, perché farlo entrare in questa situazione e renderlo ancora protagonista?

Mentre mi interrogo gli volto le spalle guardando il palco, in attesa dei Verdena. Che non si fanno aspettare tanto.

Nessuna introduzione, nessun gruppo spalla.

L’ultima volta che li vidi erano stati preceduti da sei band, e mi divertii molto, ma questa volta sento che è giusto così. Se c’è una cosa che sanno garantire è proprio l’essenzialità, e l’energia trasmessa senza filtri.

Alberto Ferrari sembra un po’ nervoso, forse è stanco. Roberta Samarelli riequilibra tutto, con professionalità e calma. Non intesa come assenza di dinamismo e passione (che al contrario trasmette benissimo), ma come consapevolezza e controllo della situazione.

Il risultato è un live di ottimo livello. Come sempre.

E come sempre la scaletta, costruita sul forte scheletro di WOW, riserva sorprese: “Trovami un modo semplice per uscirne”, “Dentro Sharon” e la caduta di un pezzo ormai consolidato come “Muori Delay”. Tra le rarità “40 secondi di niente”, “Morbida”. E per fortuna si riconferma la sempreverde “Elefante”. Il tutto condito con false partenze e momenti noise. Un piatto squisito, garantisco.

“Miglioramento” è uno dei momenti più alto di coinvolgimento, perché ha un testo particolarmente sentito. “Scegli Me” viene introdotta da Alberto con un fugace riferimento al personaggo il cui faccione campeggiava in pista. È l’unica frase di senso compiuto che pronuncia durante tutto il concerto. Un lusso, considerando che di solito non dice nulla.

Ai tre quarti del concerto si conferma il momento in cui Alberto passa alla chitarra acustica per qualche canzone.

“Loniterp” che va a chiudere il set prima dell’encore ufficializza una cosa di cui siamo ormai consapevoli: la canzone che ha per titolo l’anagramma-tributo di Interpol è ormai un classico. E a buon diritto, perché è letteralmente spettacolare: le variazioni, le modulazioni di energia, l’artistica schizofrenia.

Il pogo non manca all’appello. In particolare su “Spaceman”, altro pezzo accolto benissimo, noto un ragazzo con la maglietta delll’European Tour 2011 degli Offspring, e lo invidio: riesce a stare in mezzo al pogo come un feto nel liquido amniotico, e molto probabilmente ha partecipato alla giornata punk dello scorso I-Day, che di solito sa regalare momenti trash e patetici, ma anche tanta energia a suon di powerchord, per rivivere quei ricordi persi nella memoria, come l’inaugurazione dello skate park in periferia, o le merende pomeridiane fatte in compagnia di Mtv. Quando si guardava ancora Mtv.

Benché la grandiosità del concerto del 3 luglio a Ferrara non sia ripetibile, dopo due ore di Verdena si può affermare a voce alta (anche perché in pista risuonano già gli Strokes ad alto volume) di aver concluso in bellezza quella che è stata senza dubbio una giornata del tutto differente.

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